Per essere degno dei suoi predecessori democratici, come Bill Clinton e Barack Obama che, tra Jugoslavia, Iraq, Libia, Yemen, Afghanistan, Siria avevano dato il loro meglio in termini di bombe e distruzione, il buon vecchio Joe Biden, ha voluto far capire subito di che pasta è fatto.
Se pensate al tranquillo vegliardo vi sbagliate, lui è un duro, non si scherza con Joe e per farlo capire ha approvato l'ordine di bombardare la Siria al confine con l'Iraq la scorsa notte colpendo i gruppi filo-iraniani.
La motivazione ufficiale di questo bombardamento sarebbe quella di rispondere agli attacchi alle basi militari USA in Iraq dei giorni scorsi.
L'attacco è una vera e propria aggressione, senza mezzi termini, illegale, e qualche media mainstream ha avuto il coraggio di definirla "missione".
Inoltre, è avvenuto nella Siria orientale al confine con l'Iraq, una zona dove l'ISIS, dall'arrivo di Biden alla Casa Bianca, che coincidenza, ha rialzato la testa e proprio le milizie filo iraniane colpite, ovvero Kait'ib Hezbollah e Kait'ib Sayyid al Shuhad come negli anni scorsi, stanno cercando, in collaborazione con esercito siriano e aviazione russa, di controllare gli attacchi del gruppo terroristico.
Si può senza alcun dubbio di smentita affermare che, attaccando i guerriglieri filo iraniani, visti i danni che hanno avuto da questo bombardamento dello Zio Joe, potrebbe esserci una rinascita vera e propria dell'ISIS.
Un ritorno in grande stile dell'ISIS sarebbe utile a giustificare ancor di più, ad esempio la presenza illegale degli USA in Siria per rubare il petrolio del paese arabo.
Questo battessimo delle bombe di Biden lancia un duplice messaggio, in primis all'Iran se aumenterà l'arricchimento dell'uranio e a Israele, per dimostrargli che Washington "veglia" sul suo alleato principale in Medio Oriente e lo difenderà con qualsiasi mezzo.
Quindi, dopo gli attacchi, al momento solo verbali, a Russia e Cina, definite minacce esistenziali, ieri sera il bombardamento in Siria.
Ricordiamo ai lettori che Biden si è insediato alla Casa Bianca da poco più di un mese.
Insomma, siamo solo all'inizio...
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