La Francia ha sostenuto con forza in Libia il generale Khalifa Haftar. I tentativi di conquistare il potere con la forza sono falliti e adesso fino a dicembre sarà in carica un governo di unità nazionale incaricato di traghettare il paese verso le elezioni generali previste a dicembre. Quindi Parigi cerca una nuova collocazione per provare a far dimenticare il suo forte sostegno ad Haftar.
Il primo viaggio all’estero del nuovo capo del Consiglio presidenziale, Mohammed al Menfi, accompagnato dal vice Moussa al Kuni, rappresentante della regione meridionale del Fezzan, è stato proprio in Francia. I dirigenti libici in quel di Parigi hanno incontrato all’Eliseo il presidente francese Macron e il ministro della Difesa Florence Parly, come riferisce l’agenzia Nova.
Con questa mossa Parigi prova, come dicevamo in precedenza a far dimenticare il suo sostegno al genarle Haftar, e provare a rientrare nella partita libica dove sono emersi altri attori.
Il vicepresidente libico al Kuni ha dichiarato in conferenza stampa che Macron ha promesso un impegno francese nell’addestramento delle unità della Guardia di frontiera specializzata nella zona del sud della Libia e per il suo equipaggiamento. Al Kuni ha inoltre riferito di un “sostegno europeo” al processo elettorale libico “che è ciò che ci aiuterà a superare questa breve fase che precede l’organizzazione delle elezioni”.
La visiti di Mefi però, riferisce l’agenzia Nova, non avrebbe sortito gli effetti sperati. n molti ambienti della Tripolitania, infatti, l’appoggio francese al generale Haftar, comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) che ha cercato senza successo di conquistare il potere con la forza, non è stato dimenticato e resta una ferita aperta.
Secondo esponenti libici quello della Francia sarebbe solo un tentativo di riposizionarsi per allungare le mani sul sud del paese. Questa la denuncia di Moussa Tihu Say, notabile del Fezzan ad “Agenzia Nova”: “In tentativo francese di riposizionarsi e di controllare il sud della Libia”. La Francia - secondo quanto affermato dal libico - cerca con i soliti slogan incentrati sulla sicurezza dei confini desertici di dominare la regione meridionale della Libia, ricca di enormi ricchezze naturali come petrolio, gas, oro, terre rare e persino uranio.
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