Il vicecapo del Centro russo per la riconciliazione delle parti opposte in Siria, il contrammiraglio Oleg Gurinov, ha annunciato, ieri, l’inizio delle esercitazioni militari congiunte che coinvolgeranno le forze russe e siriane.
All'ordine del giorno, le truppe saranno istruite sulle azioni delle forze dell'aviazione, della difesa aerea e della guerra elettronica e sui mezzi per respingere gli attacchi aerei.
25th SMF Div. paaratropers during training today pic.twitter.com/QaE9LzjxVR
— Bosni (@Bosni_94) July 4, 2023
"Le esercitazioni congiunte russo-siriane inizieranno in Siria a partire dal 5 luglio e dureranno 6 giorni. Durante le esercitazioni, si prevede di elaborare questioni di azioni congiunte dell'aviazione, dei mezzi di difesa aerea e delle forze di guerra elettronica per respingere gli attacchi aerei”, ha precisato Gurinov.
Allo stesso tempo, Gurinov ha espresso preoccupazione per il fatto che la coalizione guidata dagli Stati Uniti stia continuando a violare i protocolli di risoluzione dei conflitti facendo volare i droni della "coalizione" sul nord della Siria.
"La parte russa esprime ancora una volta preoccupazione per le sistematiche violazioni dei protocolli di de conflitto relativi ai voli di velivoli senza pilota della 'Coalizione antiterrorismo internazionale' nello spazio aereo sopra le regioni settentrionali della Siria. Nove casi di violazioni sono stati registrati durante il giorno", ha ricordato Gurinov.
Gurinov ha inoltre osservato che un aumento del numero di violazioni del protocollo di volo comporterebbe un'escalation delle tensioni e che le azioni della "coalizione" hanno un impatto negativo sulla cooperazione reciproca e costruttiva.
La parte russa non è responsabile della sicurezza dei voli non coordinati di veicoli aerei senza equipaggio, ha aggiunto Gurinov.
Durante il mese di giugno, la coalizione ha violato le regole di sicurezza del volo 315 volte .
Esercitazioni statunitensi nella Siria orientale
Le esercitazioni tra Russia e Siria potrebebro, dunque, essere una risposta alla coalizione internazionale, guidata dall'occupazione statunitense in Siria, la quale ha effettuato una serie di esercitazioni di fanteria, in collaborazione con la fazione del cosiddetto "Army of Free Syria", su un'area di 55 km a partire dalla base di occupazione illegale di Al-Tanf, sul triangolo di confine siro-giordano-iracheno.
Le esercitazioni sono durate diversi giorni e comprendevano addestramento su monitoraggio, sistemi di ricognizione, armi antiaeree e mitragliatrici medio-pesanti.
"Come parte della nostra missione congiunta per garantire sicurezza e stabilità e migliorare la capacità di combattimento congiunto nell'area di 55 km, l'Esercito della Siria libera ha completato esercitazioni di addestramento congiunte che sono durate diversi giorni", ha affermato la fazione in una dichiarazione sui social media.
Farid Al-Qassem, il leader della fazione, ha ricordato che "le esercitazioni condotte insieme alla coalizione internazionale servono come segnale di speranza per il popolo siriano".
È probabile che le dichiarazioni di Al-Qassem accennino all'esistenza di un piano statunitense per collegare la base di Al-Tanf alle aree controllate dalle SDF nel nord-est della Siria, facendo affidamento sulle forze tribali, che gli Stati Uniti continuano a formare nelle aree controllate dalle SDF .
Fonti sul campo hanno raccontato ad Al Mayadeen che "gli Stati Uniti non sono ancora stati in grado di formare alcun nucleo di una forza tribale in milizie ad esso direttamente affiliate per proteggere le sue basi nel nord-est della Siria dagli attacchi".
Le fonti hanno sottolineato che "le SDF non vogliono impegnarsi in alcuna guerra e probabilmente stanno lavorando per ostacolare l'organizzazione delle tribù in milizie".
"Un'iniziativa degli Stati Uniti per collegare la base di Al-Tanf con le sue basi nel nord-est della Siria è inverosimile perché ciò è impossibile alla luce del dispiegamento dell'esercito siriano e delle sue forze ausiliarie nell'intero deserto che collega Al-Tanf con la zona desertica della provincia di Homs, fino ad Al-Bukamal", hanno spiegato le fonti.
"La coalizione sta cercando di fare pressione sulla resistenza popolare per impedirle di espandere le sue operazioni contro la presenza illegale di basi statunitensi nel sud e nord-est del Paese", secondo le fonti consultate dal media libanese.
Resta certo che il fronte siriano e dell’Asia occidentale, dopo quello ucraino, è quello più caldo dove Russia e NATO possono scontrarsi.
di Alessandro BianchiE' autore di War Is a Force That Gives Us Meaning (2002), best seller che è stato finalista dei National Book Critics Circle Award. Ha insegnato giornalismo alle università...
Sulla vicenda della donna iraniana nuda nel campus, le cui immagini sono diventate virali, monta la strumentalizzazione politica.Al di là dei proclami “social”, cosa si sa realmente?...
di Loretta Napoleoni - San Diego 5 novembre 2024 E’ stata una notte elettorale brevissima in California, poco prima delle 22 con i risultati parziali dei primi swing states, prima...
di Clara Statello per l'AntiDiplomatico Kiev rompe il tabù: il fronte del Donbass sta crollando. Lo ha ammesso apertamente il maggiore generale ucraino Dmitry Marchenko. "Non è un segreto...
Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa