di Francesco Corrado
Sabato il premier turco Erdogan, nel corso di una imponente manifestazione, ha detto la sua sull'ennesimo conflitto arabo-israeliano (meglio sarebbe: oscena aggressione a Gaza) scatenando l'ira di Israele.
Israele ha richiamato la delegazione diplomatica dalla Turchia ed ha richiamato in patria anche i semplici cittadini dato il deterioramento delle relazioni tra i due paesi.
Il ministro degli esteri israeliano Eli Cohen ha dichiarato che "date le gravi affermazioni che provengono dalla Turchia ho ordinato il rientro dei rappresentanti diplomatici per rivalutare la natura delle relazioni tra Israele e Ankara".
La Turchia, nell'ambito del medio oriente è uno dei paesi con cui tradizionalmente Israele aveva migliori rapporti, dato che i turchi non sono arabi, e se pur a stragrande maggioranza mussulmani, la Turchia rimane uno stato laico. La colpa del deterioramento delle relazioni tra i due paesi è stata causata di fatto da Israele che è sempre all'attacco anche se passa sempre per l'entità che si deve difendere. Anche se tutte le tregue a Gaza sono state interrotte dalla violenza israeliana (ci sono dati anche su questo aspetto) chissà come, Israele uccide sempre "per ritorsione". Misteri del giornalismo.
Turchia ed Israele, come detto, sono stati in buoni rapporti diplomatici fino al 2010, quando Ankara interruppe le relazioni diplomatiche a causa dell'uccisione da parte degli israeliani, sulle coste di Gaza, di 10 attivisti propalestinesi di cittadinanza turca. Le relazioni ripresero nel 2016 per poi essere di nuovo chiuse nel 2018 quando gli israeliani compirono un nuovo massacro di palestinesi durante delle manifestazioni al confine tra Gaza ed Israele.
Dopo il recente riavvicinamento, ieri, di nuovo, la sospensione dei rapporti per ordine del ministro degli esteri di Israele, stavolta non a causa di violenze, ma per le dichiarazioni del presidente turco.
Sabato scorso nel corso di una imponente manifestazione Erdogan ha espresso la posizione della Turchia relativamente al conflitto in corso tra palestinesi ed Israele. Ha espresso giudizi durissimi nei confronti dello stato di Israele per i crimini contro l'umanità che sta commettendo a Gaza, oltre alla consueta scia di sangue per opera di militari o di coloni (mai definiti terroristi ma che sparano solo a civili) in Cisgiordania e Gerusalemme.
Erdogan ha ribadito che Hamas non è un'organizzazione terroristica ma di patrioti in quanto Israele è una forza di occupazione. La cosa peraltro è corretta dato che Hamas è un partito politico che ha una propria milizia (capita di avere una milizia quando si è sotto occupazione), le brigate Ezzedin al-Quassam. Al limite un ultrà di Israele può considerare le brigate come organizzazione terroristica ma non il partito Hamas che peraltro ha l'appoggio della popolazione locale indipendentemente da cosa dicano i propagandisti occidentali.
Erdogan ha dichiarato Netanyahu e lo stato di Israele "criminale di guerra" ed ha affermato che il governo turco si prepara affinché la comunità internazionale lo riconosca come tale. Ha aggiunto che Israele è semplicemente uno strumento dell'occidente per colonizzare il medio oriente, "cosa che i turchi sanno benissimo". In questo aspetto riesce fuori la tradizione dell'impero ottomano che aveva reso la convivenza tra i popoli della Terra Santa relativamente pacifica, soprattutto se facciamo il paragone con quello che è poi diventata dall'inizio del protettorato (colonizzazione) europeo.
Erdogan ha incolpato i paesi occidentali per gli aiuti dati ad Israele dicendo che il massacro in corso a Gaza "è un prodotto dell'ovest" ed ha aggiunto che senza l'aiuto esterno Israele durerebbe 3 giorni. Ovviamente ha richiamato all'immediata cessazione delle ostilità ed ha chiesto di fermare "la barbarie che sta completamente distruggendo la gente di Gaza".
Insomma la questione in medio oriente si fa sempre più tesa con i paesi occidentali che stanno sponsorizzando, per l'ennesima volta, agghiaccianti violazioni dei diritti umani, unica vera specificità della politica occidentale del XXI secolo e con l'ONU ridotta a semplice marionetta nelle mani di questi quattro paesi che rappresentano una striminzita minoranza della popolazione mondiale e che vogliono continuare a terrorizzare il resto del pianeta.
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