Venezuela, Maduro mette in guardia dagli attacchi dell'impero sull'Esequibo

Il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, ha invitato la popolazione, in particolare i giovani, a stare attenti ai piani di spoliazione che la destra internazionale intende concretizzare contro il territorio venezuelano della Guyana Esequiba, dopo che il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, ha ribadito il sostegno di Washington al governo della Guyana nella disputa territoriale e ha affermato che il fraudolento Lodo Arbitrale di Parigi è la strada da seguire.

"L'impero nordamericano, i resti dell'impero britannico e la destra stanno cercando di privarci della nostra terra. Il Segretario di Stato degli Stati Uniti (Antony) Blinken è venuto a tenere un discorso contro il Venezuela, per sostenere il Lodo Arbitrale del 1899 che hanno imposto con l'impero britannico", ha denunciato Maduro da La Casona Cultural "Aquiles Nazoa", situata nello stato di Miranda.

Ha affermato che questo complotto è stato ordito da diversi fronti e che le persone coinvolte sono le stesse che hanno scommesso sul colpo di Stato e sull'installazione di un governo parallelo in Venezuela.

"Iván Duque, Sebastián Piñera, Mario Benítez, tra gli altri, gli stessi che hanno cercato di invadere Cúcuta, gli stessi che hanno portato (Juan) Guaidó a Cúcuta, gli stessi che appoggiano i López, i Borges, i Machado, i Capriles, gli stessi che si presentano con un documento che dice che la Guyana Esequiba appartiene alla Guyana, ignorando i diritti del Venezuela, ignorando la decisione del Popolo", ha sottolineato il leader bolivariano.

Il presidente venezuelano ha poi sottolineato che l'obiettivo del piano non è altro che quello di impadronirsi di un territorio ricco di risorse naturali, per scopi puramente capitalistici.

"Affondano i loro artigli, per smembrare il Paese in venti pezzi e rubare le ricchezze che appartengono ai venezuelani, noi che siamo la patria di nientemeno che il grande Libertador Simón Bolívar".

Maduro ha inoltre sottolineato che il Potere Popolare deve affermare la sua volontà, nell'unità nazionale, per difendere il mandato che è stato ricevuto dalle urne e nel rifiuto di coloro che sostengono le multinazionali come la ExxonMobil.

Infine, ha invitato all'attivismo su tutti i fronti per fermare l'azione anti-patriottica che alcuni settori di destra stanno sviluppando nel Paese sudamericano.

"Invito il popolo a lottare, invito il popolo alla massima morale, alla massima unità, alla denuncia pubblica, invito il nostro popolo, soprattutto i giovani, perché la Guyana Esequiba e l'intera mappa vi appartengono".

Riunione a porte chiuse all’ONU

Intanto la questione sbarca alle Nazioni Unite. Il consiglio di Sicurezza – oggi 8 dicembre - discuterà a porte chiuse la disputa territoriale tra Venezuela e Guyana sull'Esequibo. Questo è quanto annunciato dal presidente ecuadoriano Daniel Noboa, che questo mese detiene la presidenza di turno dell'organismo, in una conferenza stampa a New York.

L'incontro è stato richiesto dal presidente della Guyana Irfaan Ali, che mercoledì ha definito il piano d'azione del Venezuela sull'Esequibo come "una minaccia imminente" all'integrità territoriale del suo Paese e alla pace mondiale, e ha annunciato "misure precauzionali" per difendersi.

Noboa, che ha presieduto una sessione del Consiglio di Sicurezza sulla criminalità transfrontaliera, ha espresso il suo rifiuto dei piani del Venezuela di annettere l'Esequibo e ha affermato che il suo Paese rispetterà la sovranità di ciascuno dei Paesi sudamericani e comunicherà con loro per stabilire una reale protezione dei loro confini.

"Rispetteremo la sovranità di ciascuno dei Paesi (del Sud America) e comunicheremo con i Paesi sudamericani per stabilire una reale protezione dei nostri confini", in modo che "non ci sia alcun tipo di invasione o appropriazione di qualcosa che non appartiene a un'altra nazione", ha dichiarato il presidente ecuadoriano.

Da parte sua, il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, ha dichiarato al vertice biennale del Mercosur di seguire con "crescente preoccupazione" le tensioni tra Venezuela e Guyana sull'Esequibo e ha chiesto alla Celac di intervenire tra i due Paesi.

"Non vogliamo guerre o conflitti, dobbiamo costruire la pace, perché solo con la pace possiamo sviluppare i nostri Paesi", ha affermato Lula.

Il leader brasiliano ha dichiarato che il Mercosur "non può rimanere estraneo a questa situazione" e che sottoporrà una risoluzione al voto degli altri tre membri del blocco (Argentina, Paraguay e Uruguay), che sarà inclusa nella dichiarazione finale del vertice.

Lula ha affermato che il Sudamerica non vuole che questa "controversia contamini la ripresa del processo di integrazione regionale", promosso da Brasilia, o "costituisca una minaccia per la pace e la stabilità" dei suoi Paesi.

In questo senso, ha raccomandato che la Comunità degli Stati dell'America Latina e dei Caraibi (Celac) e l'Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur) "siano pienamente utilizzate per incanalare pacificamente la questione".

"Suggerisco che la Celac possa affrontare la questione con entrambe le parti. Il Brasile sarà disponibile a ospitare qualsiasi riunione si renda necessaria", ha dichiarato il leader progressista.

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