20 luglio 2001. "IL CROLLO": le domande sul G8 di Genova che nessuno aveva avuto il coraggio di porre

Il 20 luglio di 23 anni fa a Genova veniva assassinato Carlo Giuliani. Stavamo vivendo uno spartiacque, senza comprenderne pienamente le conseguenze. Con straordinario talento e un testo tanto poetico quanto profetico, il regista Michelangelo Severgnini, nel suo ultimo lavoro "Il Crollo": diario genovese di quei giorni del 2001 al G8, ci riporta in quei momenti cruciali per la storia politica italiana, con sue immagini inedite e con un racconto che arriva ai fallimenti di oggi.

Opera dissacrante e necessaria, "Il crollo" ci porta dentro l'anima più intima del fallimento delle sinistre in Italia e in Europa.

Chi era il vero nemico di chi cercava un'alternativa alle barbarie del globalismo e del regime neoliberista in quei giorni? Si interroga Severgnini. Con le sue conclusioni abbiamo il dovere morale di confrontarci.


Il crollo - diario genovese di quei giorni del 2001 al G8 from L'Anti Diplomatico on Vimeo.






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l’AntiDiplomatico presenta
Un film documentario di Michelangelo Severgnini
Il crollo
diario genovese di quei giorni del 2001 al G8
Scritto, musicato e montato da Michelangelo Severgnini
Con le riprese inedite girate dall’autore al G8 di Genova nel luglio 2001.
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Il crollo pilotato di una generazione, per auto-sabotaggio, che spense la fiamma no-global prima che divampasse l'incendio.
Da allora rimase una sola sinistra: la sinistra della NATO, anti-rivoluzionaria, orfana dell’URSS e bisognosa di filantropi.
La sinistra della militanza a gettone, di un altro mondo possibile finché arriva lo stipendio.
23 anni e diversi finanziamenti dopo, i leader di quel movimento no-global sono ora globalisti, fact-checkers, guerrafondai anti-russi, sostenitori delle rivoluzioni colorate, dei certificati vaccinali e della schiavitù.
La reazione spropositata delle forze dell'ordine fu la trappola e dove pensatori nell'ombra, cripto-finanziati dal capitale, hanno condotto i corpi e le menti del movimento.
Una generazione che ha inaugurato un paradigma: fingere di salvare gli oppressi, per mettersi in tasca i soldi degli oppressori.
Una generazione che ha trasformato l'anti-fascismo nella difesa delle ZTL.
Una generazione che ha conquistato il castello vendendosi al castellano.
Una generazione che ha preferito cambiare il nome alle cose, piuttosto che cambiare le cose.

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