Armi contro la Russia. Il "capolavoro" del PD a Strasburgo


di Paolo Desogus*

Mi era sfuggito il capolavoro compiuto dal Pd a Strasburgo. In occasione del voto che chiedeva di eliminare le restrizioni dell’impiego di armi contro la Russia, il partito di Elly Schlein ha in un primo momento votato per cambiare il paragrafo in cui si menzionava l’autorizzazione all’uso di missili a lunga gittata. La modifica non è però passata. Questo non è però bastato a impedire il richiamo della foresta, cioè l’attrazione irresistibile e autolesionistica del Pd a stare sempre e comunque dalla parte del più forte, anche quando il buon senso e la decenza dovrebbero portare a scelte più avvedute. I deputati del Pd hanno dunque finito per votare l’intera risoluzione che esorta a eliminare le restrizioni che non consentono all’Ucraina di usare le armi europee in territorio russo, inclusi i missili a lungo raggio.

Per fortuna il voto è inutile come sono inutili i parlamenti europei (non ne bastava uno…). E tuttavia fosse per il Pd dovremmo iniziare la terza guerra mondiale e pensare a rifugiarci in qualche bunker antiatomico.

Che dire… È un partito meraviglioso. Con questa capriola il Pd è riuscito a votare ancora una volta insieme a Fratelli d’Italia e tanto altro destrume europeo. Cosa distingue il Pd dalla destra, persino quella estrema, non lo sa più nessuno. Non per nulla qualche giorno fa ha applaudito a Draghi e al suo documento di restaurazione ultraliberista. Dunque anche sul piano economico il Pd sta a destra. Ma per carità, non venite a chiedermi se sono stupito: non lo sono. La mia sorpresa è tutta rivolta verso chi ancora si ostina a votare per questa banda di scappati di casa senza arte né parte, in perenne lotta per uno strapuntino o per una pacca sulla spalla da parte di qualche potente o di qualche esponente delle lobby finanziarie internazionali.

*Post Facebook del 22 settembre 2024

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