Armi e debito Usa: il dato economico che spiega molte cose

di Alessandro Volpi*

C'è un dato che merita di essere tenuto ben presente. Nel 2024, per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, la spesa federale per gli armamenti, pari al 2,9% del Pil, è stata inferiore a quella per il servizio del debito federale, costituita dal costo degli interessi e dalla restituzione dei titoli in scadenza, pari al 3,1%.

In sintesi gli Stati Uniti spendono di più per gestire il loro colossale debito che ormai ha superato i 36 mila miliardi di dollari rispetto a quanto spendono in armi; un dato nuovo, appunto, perché per anni la spesa per le armi è stata pari al doppio di quella del servizio del debito.

Questa condizione suggerisce due considerazioni. La prima, elementare. Gli Stati Uniti hanno ormai un limite molto forte alla spesa per gli armamenti perché indebitarsi per finanziare tale spesa è diventato molto costoso.

La seconda. Quel gigantesco debito, che sta correndo e costando molto, è solo per il 15% nelle mani della Federal Reserve, mentre dipende per quasi il 40% dai grandi fondi gestori del risparmio, a cui arriva attraverso acquisti diretti o attraverso banche, assicurazioni e famiglie. Un altro 10% è in possesso dei vari dipartimenti del governo, a diverso titolo e una percentuale analoga risulta posseduta da soggetti diversi. Il debito posseduto fuori dagli Stati Uniti è ormai limitato al 25%, con un 3% nei paradisi fiscali.

Del 25% estero, i principali possessori sono Giappone, Canada, Francia e Taiwan, con la Cina in costante ritirata. Dunque, la politica internazionale di Trump deve fare i conti, necessariamente, con questi numeri rappresentati da un debito enorme capace di fermare la spesa militare e da un debito, vitale, nelle mani dei grandi fondi.

*Post Facebook del 26 febbraio 2025

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