Dal cambiamento climatico alla Palestina: quello "strano" silenzio calato su Greta Thunberg

Nulla più della vicenda personale di Greta Thunberg vi può dare l’idea di quanto potente possa essere oggi la macchina della propaganda che persegue, ogni giorno, gli obiettivi del Washington Consensus e del famigerato "ordine basato sulle regole" imposto dall'unilateralismo statunitense.

Finché Greta è stata identificata come il paladino della lotta al “cambiamento climatico” – ritenuta non solo ammissibile ma anzi da diffondere il più possibile per distogliere l’attenzione dalle lotte sociali e dai crimini dell’imperialismo statunitense contro vari paesi sovrani sparsi nel mondo – sapevamo tutto della figura della giovane svedese. Le sue foto settimanali davanti al Parlamento svedese erano state rese virali e la sua figura divenuta un’icona, su cui i media hanno dato slancio ad un movimento di protesta divenuto mondiale.

Grazie alla propaganda mediatica intorno alla sua figura, la giovane Greta era contesa dalla Casa Bianca, dal Parlamento Europeo e da tutti i principali consessi dell’ordine “basato sulle regole”.

Vi ricordate il famoso “How dare you” rivolto ai leader mondiali? Non era solo tollerato, ma diffuso a reti unificate.

Oggi la storia è molto diversa per la povera Greta. Dopo che è divenuta, onore a lei, uno dei riferimenti più importanti delle manifestazioni in Svezia contro il genocidio in corso in Palestina dalla potenza occupante israeliana, su di lei i media autoproclamati "liberi" non le dedicano nemmeno una riga.

Sipario calato.

Niente Casa Bianca, niente Parlamento europeo, nessun consesso del mondo libero si apre più per lei.

Semplicemente la povera Greta Thunberg non esiste più.

Così opera chi tiene le fila della sceneggiatura della narrazione mediatica: fino a quando non tornerà ad occuparsi di cambiamento climatico o ad attaccare la sovranità di Russia, Cina, Venezuela o qualunque altro paese nella "lista nera", la giovane Greta non la troverete più su Repubblica ed i suoi video di denuncia del genocidio in Palestina vanno scovati in modo carbonaro in rete. Come, ad esempio, questo sull'ultima manifestazione svoltasi a Stoccolma:



Alessandro Bianchi

Le più recenti da Editoriali de l'AD

On Fire

Quello che ho visto durante la manifestazione per la Palestina del 5 ottobre

di Agata IaconoSono andata alla manifestazione per la Palesina a Roma il 5 ottobre. Volevo fare sentire anch'io la mia infinitesimale voce, presenza, vicinanza, al popolo palestinese dopo un anno dal più...

La strategia iraniana e il futuro del Medio Oriente - Alberto Bradanini ad "Egemonia"

di Alessandro Bianchi  La reazione dell'Iran ai crimini di Israele si è manifestata con 200 missili nella sera di martedì 1 ottobre. Decine hanno colpito obiettivi israeliani con Teheran...

"Tu e i tuoi colleghi siete troppo ottimisti". La risposta del Professore di Teheran che umilia il giornalista di Sky News

  Al giornalista di Sky news che gli chiedeva un commento sul "fallimento" dell'iniziativa iraniana del lancio di razzi contro Israele, il Professore di Letteratura inglese dell'università...

Emmanuel Todd a l'AntiDiplomatico: "Possiamo salvarci solo accettando la sconfitta della NATO in Ucraina"

di Alessandro BianchiIncontriamo Emmanuel Todd nella sede romana di Fazi, l’editore che ha pubblicato la versione italiana del suo bestseller “La sconfitta dell’Occidente”. Storico,...

Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa