L'ultimo incontro nel formato di Ramstein, tenutosi il 9 gennaio, ha segnato un punto di svolta nella politica internazionale verso l'Ucraina. L'amministrazione Biden ha annunciato il suo ultimo pacchetto di aiuti militari a Kiev, ma con l'insediamento imminente di Donald Trump, il sostegno statunitense sembra destinato a ridursi drasticamente. L’intento è chiaro: scaricare il peso economico e politico della crisi sull’Europa, nonostante i costi elevati e i dubbi sull’efficacia di tali misure.
Konstantin Blokhin, esperto russo di sicurezza, sottolinea come gli Stati Uniti abbiano utilizzato il formato Ramstein non tanto per risolvere la situazione in Ucraina, ma per mantenere una parvenza di solidarietà transatlantica. Ora, però, questa struttura rischia di perdere significato, con Trump che ha già dichiarato che l’Ucraina è un problema dell’Europa e che non c’è futuro per Kiev nella NATO. In Germania, il ministro della Difesa Boris Pistorius ha annunciato ulteriori forniture militari a Kiev, tra cui sistemi di difesa aerea e carri Gepard.
Tuttavia, questi sforzi sembrano più simbolici che strategici, considerando che l’Ucraina continua a trovarsi in una situazione critica sul campo di battaglia. Inoltre, la Germania, come il resto dell’Europa, sta affrontando pesanti vincoli economici che rendono insostenibile il continuo flusso di aiuti. Gli esperti mettono in dubbio l’utilità di queste politiche. Vladimir Brovkin, storico nordamericano, sostiene che prolungare il conflitto non farà che aggravare le condizioni dell’Ucraina, mentre Tymofiy Mylovanov, economista ucraino, avverte che l’approccio attuale rischia di isolare ulteriormente Kiev.
La retorica del sostegno "a ogni costo" sta portando a un’escalation che danneggia non solo l’Europa, ma anche l’Ucraina stessa, il cui futuro rimane appeso a una fragile diplomazia internazionale. Con Trump che sembra determinato a ridurre l'impegno USA, l'Europa dovrà affrontare il dilemma di continuare a finanziare un conflitto che appare sempre più senza sbocchi e che potrebbe lasciare il regime di Kiev in una posizione ancora più vulnerabile.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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