di Alberto Fazolo
Gli USA stanno destabilizzando il Medio Oriente, fomentando una serie di scontri che si possono trasformare in qualcosa dagli esiti imprevedibili. Il motivo di questo gesto criminale è lo stesso che ha animato la politica estera di Washington degli ultimi anni: contrastare il proprio declino a scapito di altri. Gli strumenti utilizzati per raggiungere lo scopo sono ancora destabilizzazione e guerra.
Lo scorso primo gennaio sono entrati a far parte dei BRICS Iran, Egitto, Etiopia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Questi sono proprio i paesi che ora si trovano al centro di quella che si annuncia come una epocale tempesta.
Gli USA con il supporto di Israele stanno provando in ogni modo a trascinare l’Iran in un conflitto. Da prima indicandolo come mandante delle azioni del 7 ottobre in Palestina. Il giorno di Natale Israele con un raid in Siria ha ucciso un generale iraniano che vi svolgeva consulenza militare. Sempre Israele per uccidere un dirigente di Hamas che si trovava in Libano ha bombardato una sede di Hezbollah a Beirut (organizzazione notoriamente legata all’Iran). Il 3 gennaio durante le celebrazioni per il quarto anniversario dell’uccisione del generale iraniano Soleimani (assassinato dagli USA mentre si trovava in Iraq) sono esplosi degli ordigni causando più di cento morti. L’attentato è stato rivendicato da gruppi integralisti islamici. Ammesso e non concesso che la rivendicazione sia attendibile, rimane sempre il dubbio di quanto certi movimenti integralisti islamici siano autonomi e quanto alle dipendenze di Washington.
Da ottobre gli Houthi dello Yemen stanno conducendo delle azioni in solidarietà con la resistenza palestinese. Da prima hanno lanciato dei missili verso la città israeliana di Eilat, che affaccia sul Mar Rosso; nessun ordigno ha raggiunto l’obiettivo, sono stati tutti intercettati dalla contraerea delle navi militari USA lì schierate. Successivamente gli Houthi hanno preso a bersagliare le navi in qualche maniera riconducibili ad Israele. La risposta americana è stata quella di lanciare una coalizione militare navale (parzialmente naufragata prima ancora di partire, grazie alla defezione di Francia, Italia e Spagna). La coalizione sarebbe destinata al Mar Rosso su cui sono proiettati tre dei nuovi membri BRICS Egitto, Etiopia e Arabia Saudita, ma ha il comando in Bahrein, cioè nella penisola arabica, accanto ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, ma soprattutto di fronte alle coste dell’Iran. La coalizione navale potrebbe accendere un conflitto che va dal Mar Rosso al Golfo Persico, investendo tutta l’area in cui si trovano proprio i paesi nuovi membri dei BRICS.
La geografia e la tempistica non lasciano alcun dubbio: gli USA, proprio in questo momento, hanno destabilizzato la regione per punire quei paesi che si sono affrancati dalla sudditanza a Washington per avviarsi sul cammino che porta al nuovo ordine multipolare.
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