di Leo Essen
I dati NHS England parlano chiaro. In Inghilterra è emergenza psicologica. Bambini e ragazzi impazziti, malati, fuori di testa, sono in attesa di una terapia collettiva che, visti i numeri, può arrivare solo dopo un processo di reengineering del sistema di salute mentale statale.
Nel 2022, il 18,0% dei bambini dai 7 ai 16 anni e il 22,0% dei giovani dai 17 ai 24 anni avevano un probabile disturbo mentale. Nei bambini di età compresa tra 7 e 16 anni, i tassi sono aumentati da 1 su 9 (12,1%) nel 2017 a 1 su 6 (16,7%) nel 2020. I tassi di probabile disturbo mentale sono rimasti stabili tra il 2020, 2021 e 2022. Nei giovani di età compresa tra 17 e 19 anni, i tassi di un probabile disturbo mentale sono aumentati da 1 su 10 (10,1%) nel 2017 a 1 su 6 (17,7%) nel 2020. I tassi sono rimasti stabili tra il 2020 e il 2021, ma poi sono aumentati da 1 su 6 (17,4%) nel 2021 a 1 su 4 (25,7%) nel 2022 (digital.nhs.uk).
Siamo in presenza della manifestazione collettiva di una malattia che rapidamente si sta diffondendo in un territorio determinato più o meno vasto, dunque (se la logica ha ancora credito), siamo in presenza di una nuova epidemia, da trattare (deduco) con metodi attinenti al controllo delle popolazioni. Il caso deve essere confinato al tipo, alla specie, alla classe, e trattato da statisti con strumenti e metodi che evitino ricadute e recidive, ma che non attenzionino il corpo (la psiche) del singolo, ma quello di una popolazione. L’individuo (la foglia di fico del liberalismo anglosassone) deve essere sacrificato per tenere in vita la classe.
Negli USA si sono già attrezzati, e la psicologia industrializzata è già una realtà.
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