Di Alessandro Volpi*
Suicidio di massa. Volkswagen sta ipotizzando la chiusura di 3 stabilimenti in Germania e un piano di razionalizzazione dei "costi" di circa 20 miliardi di euro.
Le cause di simili difficoltà sono tante ma due sono particolarmente evidenti. La prima è la pessima gestione da parte della Commissione europea guidata da Von der Leyen di annunciare e gestire il passaggio all'auto elettrica. La seconda è la guerra in Ucraina e le sanzioni che hanno impennato i costi dell'energia tedeschi e hanno interrotto le catene di produzione del valore: in quest'ottica hanno pesato anche le minacce di dazi doganali verso la Cina.
Aggiungerei la totale mancanza di una politica europea di spesa industriale finanziata dalla Bce e gli assalti al sistema bancario tedesco da parte dei grandi fondi Usa.
Di fronte ad una situazione così critica, è molto probabile che il govreno tedesco, anche nel tentativo di frenare la protesta sociale, faccia ricorso alla possibilità di emettere debito pubblico federale e di utilizzare gli aiuti di Stato per rilanciare la produzione interna, operando al contempo per riportare in patria una parte delle filiere di subfornitura ora sparse per l'Europa, a cominciare dall'Italia. In pratica, una Germania ancora più autoreferente ed egoista in grado di mettere in crisi i debiti degli altri paesi, destinati a subire la concorrenza del debito tedesco, e a cercare l'autosufficienza, magari ricorrendo a piene mani al carbone e bloccando i flussi migratori.
Le politiche europee e la gestione della guerra hanno determinato un disatro, di cui la vicenda incredibile del North Stream 2 è il paradigma, e la risposta tedesca prelude ad un suicidio collettivo. il Piano Draghi è davvero fuori dal mondo.
*Post Facebook del 16 settembre 2024
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