di Clara Statello per l'AntiDiplomatico
Per descrivere l’ospedale Al Shifa, la pietra angolare del sistema sanitario di Gaza, il team dell’Organizzazione Mondiale Sanitaria ha utilizzato le espressioni “bagno di sangue” e “scena da film horror”. Il gruppo si è recato domenica 17 dicembre nella struttura per consegnare rifornimenti di medicine, a oltre un mese dall’attacco dell’IDF.
Il segretario generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, si è detto sconvolto per “l’effettiva distruzione” dell’ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza, assediato dall’esercito israeliano da oltre una settimana. Sabato le autorità palestinesi hanno denunciato un brutale attacco dell’IDF, che avrebbe utilizzato un bulldozer per spianare la tensostruttura, allestita nel cortile dell’ospedale, per ospitare feriti, pazienti e sfollati, letteralmente “sepolti vivi” dal cingolato, mentre dormivano. Le vittime sarebbero una ventina.
Domenica notte il reparto maternità dell’ospedale Nasser di Khan Younis è stato colpito durante un bombardamento israeliano, che ha ucciso una ragazza ricoverata. La struttura ospita migliaia di sfollati dal Nord di Gaza, che Israele aveva costretto all’evacuazione all’inizio dell’operazione Spade di Ferro.
Lo sgomento di Tedros è l’unica reazione alla sistematica guerra che Israele ha dichiarato agli ospedali e alle strutture sanitarie di Gaza. Sono 11 su 35 quelle rimaste funzionanti nell’intera enclave e solo una di queste si trova nel Nord. Gli ospedali sono tutelati dal diritto internazionale e un loro attacco costituisce un crimine di guerra. Il massacro dell’ospedale Battista aveva suscitato la generale indignazione, ma dopo l’assalto all’ospedale Al Shifa si è assistito ad una progressiva normalizzazione di questo genere di attacchi. Ciò rappresenta un pericoloso precedente: la distruzione indiscriminata degli ospedali come avviene a Gaza adesso, potrà avvenire in qualsiasi altra parte del mondo domani. Dovremmo dunque chiederci: come è potuto accadere?
L’eterno ritorno della balla del bunker sotto l’ospedale al Shifa
L’assedio dell’ospedale al Shifa, con l’irruzione dei carri armati nel cortile e gli assalti dei militari israeliani dentro i reparti di chirurgia e pronto soccorso, fu un evento senza precedenti. Secondo l’esercito, Hamas aveva costruito il proprio quartier generale sotto l’ospedale, utilizzando i pazienti come scudi umani. L’offensiva venne condotta, dunque, con lo scopo di trovare i bunker di Hamas, per dimostrare l’utilizzo militare della struttura. Alcuni giorni prima, a fine ottobre, l’IDF aveva pubblicato un modello animato in 3D dei bunker costruiti nel complesso ospedaliero. Durante l’assedio, il 14 novembre, il portavoce della Casa Bianca John Kirby aveva sostenuto la versione di Israele, riferendosi ad informazioni di intelligence.
In realtà non era necessario scomodare l’intelligence. L’esistenza di un bunker sotto l’ospedale al Shifa è cosa nota, e gli israeliani lo sanno benissimo perché lo hanno costruito loro nel 1983, quando Israele controllava Gaza. Ecco perché l'IDF era così sicuro di trovare qualcosa dentro il complesso ospedaliero.
Lo ha ammesso con una gaffe l’ex primo ministro israeliano Ehud Barak, che alle telecamere della CNN si è lasciato sfuggire che il sistema di bunker sotto Al Shifa era di costruzione israeliana: “E’ noto da diversi anni che lì (i militanti di Hamas, ndr) hanno dei bunker costruiti da ingegneri israeliani”, aveva affermato.
“Quando hai detto che è stato costruito da ingegneri israeliani hai detto male?”, aveva chiesto la conduttrice Christiane Amanpour. “No no, sai, alcuni decenni fa gestivamo noi il posto… quindi li abbiamo aiutati… li abbiamo aiutati a costruire questi bunker per consentire più spazio per il funzionamento dell’ospedale”.
La Amanpour si era detta “un po’ sconcertata” per queste dichiarazioni, che hanno immediatamente sollevato un polverone contro Olmert, con influencer e artisti che chiedevano la revoca della cittadinanza israeliana per sostegno al terrorismo.
La notizia in realtà era di dominio pubblico e la balla del quartier generale di Hamas sotto l’ospedale al Shifa è stata sistematicamente tirata fuori nei precedenti attacchi di Israele contro la striscia di Gaza.
Nella guerra del 2014 la rivista online Tablet scriveva:
"Gli israeliani sono così sicuri dell’ubicazione del bunker di Hamas, tuttavia, non perché stiano cercando di ottenere punti di propaganda, o perché è stato più volte menzionato di sfuggita dai giornalisti occidentali, ma perché lo hanno costruito loro. Nel 1983, quando Israele governava ancora Gaza, costruirono una sala operatoria sotterranea sicura e una rete di tunnel sotto l’ospedale di Shifa, che è uno dei tanti motivi per cui le fonti di sicurezza israeliane sono così sicure che ci sia un bunker principale di comando di Hamas all’interno o attorno al grande seminterrato di cemento sotto l'area dell'Edificio 2 dell'Ospedale, nel quale è ovviamente vietato l'accesso ai giornalisti".
Sempre nello stesso periodo, Wind scriveva:
"Ironicamente, è stato Israele negli anni ’80 a ristrutturare l’ospedale (di Al Shifa) come parte di uno sforzo di sensibilizzazione per migliorare le relazioni con i palestinesi. Parte della ricostruzione israeliana comprendeva un ampio seminterrato sotterraneo in cemento con spazio per uffici. La struttura era originariamente una caserma dell'esercito britannico negli anni '40 prima di diventare un ospedale. Fu trasformato dall'Egitto negli anni '50 in un complesso più grande con più offerte mediche".
Durante Piombo Fuso, invece, era stato Hareetz, il 12 gennaio 2009, a parlarne:
“Gli alti funzionari di Hamas a Gaza si nascondono in un "bunker" costruito da Israele, sospettano i funzionari dell'intelligence: si ritiene che molti siano nei sotterranei del complesso ospedaliero Shifa a Gaza City, che è stato ristrutturato durante l'occupazione israeliana della Striscia di Gaza”.
L’assalto ad un ospedale è un crimine di guerra, a meno che la parte attaccante non ne dimostri un uso militare. L’IDF ha pubblicato diverse e suggestive immagini di tunnel che condurrebbero ai bunker di Hamas. L’esistenza di queste strutture non è la dimostrazione di attività militare nell’ospedale, perché non sono stati costruiti da Hamas, per essere usati come quartier generale, ma da Israele.
IDF sbugiardato dai media statunitensi
Barak sbugiarda involontariamente la propaganda bellica di Israele, secondo la quale Hamas avrebbe costruito il bunker del suo quartier generale sotto il maggior ospedale di Gaza per usare i civili palestinesi come scudi umani. Times of Israel fa notare che il commento dell’ex premier non contraddice le accuse principali dell’esercito, ovvero che Hamas utilizza gli ospedali per le operazioni militari. Tuttavia l’IDF non ha fornito alcuna prova inoppugnabile dell’utilizzo militare del complesso Al Shifa. Piuttosto le prove mostrate dal portavoce dell’esercito Daniel Hagari erano dei falsi talmente grossolani da essere smontati persino dai media statunitensi.
Sia la CNN che la BBC hanno riscontrato alcune manipolazioni nei video presentati dall’IDF come prova di attività militare di Hamas all’interno dell’ospedale Al Shifa. Nel reportage dei giornalisti di Fox News è stata mostrata una borsa nascosta in una macchina per la risonanza magnetica con due AK-47. Nel primo video girato dopo le 13 orario locale, era stata mostrata la stessa borsa con un solo fucile, la qual cosa suggerisce che i militari abbiano aggiunto un altro kalashnikov (arma tradizionalmente utilizzata dalle milizie) per impressionare l’opinione pubblica. L’IDF si è giustificato affermando che nel frattempo erano state trovate altre armi, ma ciò non confuta la manipolazione del video. L’arsenale presumibilmente ritrovato nell’ospedale occupato e mostrato da Times of Israel consiste in una decina di fucili dello stesso tipo, altrettanti caricatori, alcune munizioni, poche granate ed equipaggiamento militare per una persona, del tutto insufficiente a dimostrare l’esistenza di un centro di comando della resistenza palestinese dentro l’ospedale. Inoltre, non c’è modo di provare chi abbia davvero portato le armi dentro l’ospedale.
Perché Israele prende di mira gli ospedali?
Il 23 novembre l’esercito israeliano ha arrestato il direttore dell’ospedale Al Shifa, il dottor Mohammad Abu Salmiya, assieme ad altri 34 operatori medici e sanitari. Salmiya era stato uno dei protagonisti dell’assedio, raccontando quei momenti terribili ai giornalisti e alle Ong. Probabilmente il suo arresto è una punizione per aver allertato la stampa. Israele lo accusa di complicità con Hamas, pur non avendo trovato né ostaggi né sedi dell’organizzazione dentro l’ospedale
Negli ultimi giorni sono stati arrestati il dottor Ahmed al-Kahlout e il dottor Ahmed Muhanna, rispettivamente direttori degli ospedali di Kamal Adwan e al Awda, sotto assedio da oltre una settimana. Dopo Al Shifa, gli attacchi agli ospedali e la persecuzione di medici, infermieri, pazienti e sfollati è stata normalizzata. Israele ha ottenuto un foglio verde per attaccare obiettivi civili e strutture tutelate dal diritto internazionale. E’ chiaro che finché gli Stati Uniti non intenderanno limitare le sue azioni, le proteste internazionali non avranno alcuna conseguenza su governo ed esercito israeliano.
Gli attacchi contro ospedali, operatori medico-sanitari, ambulanze, non hanno nulla a che vedere con la sicurezza, con la lotta al terrorismo e il diritto all’esistenza di Israele. Fanno parte di una più ampia e lunga guerra contro la popolazione di Gaza, una guerra psicologica e di intimidazione, per minare ogni volontà di resistenza. Inoltre, la distruzione sistematica di infrastrutture fondamentali rende di fatto inabitabile tutta l’area. In entrambi i casi si capisce bene cosa spera di ottenere il governo di Benjamin Netanyahu con la guerra agli ospedali: una nuova Nakba, ovvero la pulizia etnica dei palestinesi da Gaza.
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