La distruzione di Gaza e il vicolo cieco di Israele - Matteo Capasso (Uni Cà Foscari)

27 Maggio 2024 15:00 Clara Statello


di Clara Statello

“Distruggere Hamas per Israele significa distruggere Gaza”. Il dott. Matteo Capasso, ricercatore in Relazioni Internazionali all'Università Ca' Foscari di Venezia e alla Columbia University di New York, intervistato da l’AntiDiplomatico, delinea in maniera efficace il vicolo cieco in cui si è cacciato il governo di Netanyahu.

Hamas, spiega, è stata quella forza politica in grado di ricostruire il tessuto sociale di Gaza subito dopo ogni attacco israeliano. L’obiettivo di Israele dunque è chiaro: distruggere Gaza. Nonostante la carneficina, soprattutto donne e bambini, Israele però non ha né annientato Hamas né smantellato la resistenza palestinese, che continua a combattere e lanciare missili contro le città israeliane, persino Tel Aviv.

La pressione degli alleati aumenta, anche in virtù dei pronunciamenti dei tribunali internazionali contro le violazioni dei diritti umani dell’IDF, le forze di difesa israeliane. La Corte Internazionale di Giustizia venerdì ha ordinato lo stop all’offensiva di Rafah e l’apertura dei valichi per far entrare gli aiuti umanitari, cibo, acqua, medicine e carburante.

Alcuni giorni prima la Corte Penale Internazionale, la stessa che aveva incriminato Putin e i dirigenti russi, ha spiccato un mandato d’arresto contro il premier israeliano e il ministro della Difesa Yoav Gallant. Il processo di Israele per genocidio e l’incriminazione dei suoi capi politico-militari per crimini di guerra rende sempre più insostenibile lo iato tra il diritto internazionale e il cosiddetto ordine internazionale fondato sulle regole è sempre

Secondo Capasso, queste decisioni indicano una forte contraddizione all’interno del blocco Occidentale ma soprattutto ne smantellano la presunta superiorità morale, che lo stesso blocco utilizza per ergersi a leader del mondo. “Non è detto però che nel breve periodo queste decisioni possano tradursi in una vittoria della resistenza palestinese o in una risoluzione pacifica del conflitto.

Dall’altra parte l’Asse della Resistenza sta conducendo “una strategia importante e astuta” costruendo una guerra di attrito che “più va avanti più rende Israele agli occhi dei suoi alleati un progetto insostenibile”.

Come pensa l’Occidente di risolvere queste contraddizioni e non farsi trascinare da Israele nello stesso vicolo cieco? “L’Occidente sta cercando di trovare un nuovo Rabin” per rilanciare l’idea dei due Stati all’interno dello Stato israeliano, “ma in questo momento storico pensare di trovare una figura del genere all’interno del contesto strutturale di Israele è illusorio”. La guerra, dunque, continuerà causando l’intensificarsi di queste contraddizioni, con il rischio di una maggiore esplosione di violenza.

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