Il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto un discorso televisivo dal Cremlino, annunciando importanti sviluppi legati al conflitto in Ucraina. Tra le dichiarazioni, spicca l’utilizzo di un nuovo sistema missilistico ipersonico, ribattezzato Oreshnik (“Nocciolo”), impiegato in un attacco contro un impianto industriale a Dnepropetrovsk. Il missile, capace di raggiungere velocità fino a Mach 10, rappresenta un salto tecnologico per l’arsenale russo. Putin ha sottolineato che nessun sistema di difesa attualmente esistente può intercettarlo, definendo l’operazione un successo tattico contro uno dei principali complessi industriali dell’Ucraina.
Il discorso arriva in risposta agli attacchi ucraini con armi occidentali a lungo raggio, come i missili ATACMS statunitensi e gli Storm Shadow britannici, che hanno colpito regioni russe. Questi episodi segnano una pericolosa escalation, che come denunciato da Putin è orchestrata dagli Stati Uniti e dalla NATO, con l’obiettivo di trasformare il conflitto in una guerra globale. Putin ha accusato Washington di aver smantellato il sistema di sicurezza internazionale, citando il ritiro USA dal Trattato INF nel 2019. “Missili come l’Oreshnik sono la nostra risposta ai piani della NATO”, ha affermato, lasciando intendere che la Russia potrebbe riconsiderare la propria politica di non schierare missili a medio raggio globalmente.
Nonostante il tono fermo, il presidente russo ha ribadito l’apertura al dialogo, ma ha avvertito che ulteriori provocazioni incontreranno una risposta decisa. “Preferiamo risolvere le dispute pacificamente, ma non esiteremo a difendere la nostra sicurezza”, ha concluso Putin, inviando un chiaro monito ai leader occidentali.
Questo intervento segna un nuovo capitolo di tensioni, con implicazioni che potrebbero spingersi ben oltre i confini regionali. Le ‘anatre zoppe’ occidentali, a partire dall’uscente Biden, stanno giocando con il fuoco.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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