La scuola inizia con i soliti problemi irrisolti

di Federico Giusti

Ogni anno la stessa storia: insegnanti di sostegno arrivati in ritardo rispetto all'inizio della scuola, cattedre scoperte, supplenze non assegnate, plessi inidonei o con capienza insufficiente ad ospitare le classi obbligando alunnie a doppi turni, orari ridotti nonostante ci siano migliaia di docenti idonei all’insegnamento e disponibili alla convocazione, migliaia di precari o senza incarico.

A questo si aggiunga il malfunzionamento dell’algoritmo ministeriale GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze) per l’assegnazione delle supplenze, un meccanismo che ha palesato enormi contraddizioni e limiti tanto da lasciare a casa insegnanti con alti punteggi.

Gli organici della scuola sono inadeguati, mancano ad esempio gli ATA e gli amministrativi ( solo negli ultimi anni sono stati tagliati più di 50 mila posti di lavoro e i buchi di organico riguardano ormai 20 mila unità) assegnati alle segreterie, le assunzioni precarie e stagionali sono innumerevoli, evidente il sovraccarico di lavoro, assurdi gli adempimenti burocratici imposti al corpo docente, una situazione paradossale che rende problematico in tanti casi il normale svolgimento delle lezioni.

Ma al peggio non c'è mai fine e prova ne sia la cronica carenza di palestre e laboratori, il rifacimento dei plessi scolastici con i fondi Pnrr non ha tenuto conto di questi problemi limitandosi alla ricostruzione di scuole senza intervenire per colmare i deficit che impediscono il pieno funzionamento della attività didattica. Il Governo evita di affrontare questi problemi , preferisce invece inviare i cani antidroga davanti alle scuole o invocare la repressione delle occupazioni.

Un recente dossier di Legambiente fotografa il precario, a dir poco, stato di salute dell'edilizia scolastica ad esempio solo un edificio su due dispone del certificato di agibilità (52,9%), di collaudo statico (49,5%) e di prevenzione incendi (51,6%), ad essere colpiti sono soprattutto le aree meridionali, ci sono Regioni nelle quali non è stata costruita alcuna scuola negli ultimi 56 anni e i due terzi delle strutture esistenti sarebbe prive delle certificazioni sismiche
Ammesso, ma non concesso, che tra gli obiettivi del Governo ci fosse anche la messa in sicurezza delle scuole, ad oggi questo risultato risulta assai lontano da essere raggiunto e perfino Il DM 26/08/92, in materia di sicurezza e prevenzione degli incendi nelle scuole, è disatteso con gli adempimenti previsti entro il 1997 ancora lungi dall'essere portati a termine. Il legislatore negli anni ha rinviato l'applicazione delle norme con proroghe continue, l'ultima del 2023 valida fino a tutto il 2024, pensiamo che anche questa volta saranno costretti a prendere tempo visto che solo il 30 per cento degli edifici risulta in possesso del certificato di prevenzione.
Ancora più deludenti sono i dati relativi ai controlli antisismici degli edifici scolastici, un quadro assai preoccupante che palesa limiti strutturali mai affrontati con serietà e la dovuta attenzione.
Torna in auge invece il voto in condotta che farà media incidendo anche ai fini della maturità.
Del resto un Governo disattento alla istruzione e alla sanità è in perfetta continuità con quella idea dello stato leggero che porta al progressivo disinvestimento in materia di salute ed educazione.
Fonte: Ecosistema scuola 2024, XXIII Rapporto nazionale sulla qualità degli edifici e dei servizi elaborato da Legambiente

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