L'"AMERICA SCONOSCIUTA" - LEGGI TUTTI I REPORTAGE PRECEDENTI DI LORETTA NAPOLEONI SU L'ANTIDIPLOMATICO
ARIZONA : Il Limbo dei migranti
SANTA FE' : Cosa resta del sogno americano nella "Disneyland messicana"?
COLORADO: Il fattore migrazioni nella corsa presidenziale USA
DAKOTA: Riserve indiane, fracking e i dettami di Trump: "un’America d’altri tempi"
WISCONSIN - Trump o Harris? In uno swing state la politica è tabù
CHICAGO - I "non votanti" invisibili al sistema
NUOVA TAPPA: LAS VEGAS
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di Loretta Napoleoni - Las Vegas
30 ottobre 2024
Lasciata alle spalle la grande prateria si arriva negli stati del sud ovest: Nuovo Messico, Nevada, Arizona e qui ci si imbatte ancora una volta nelle contraddizioni di una nazione polarizzata e profondamente divisa. Incredibilmente, in questo triangolo semi-desertico anche il paesaggio è in sintonia con l’anima fratturata dell’America.
Trump è in città quando arrivo ed il MAGA e’ presente dovunque, un’onda rossa chiassosissima, volgare e spocchiosa tanto che si ha l’impressione che Las Vegas sia una città rossa. Su un tabellone luminoso che raffigura Trump e la Harris di profilo, due gladiatori che si fronteggiano, scorrono le scommesse sulle elezioni in tempo reale, naturalmente Trump è il favorito. Ma poi ci si accorge che la percentuale di vittoria e sconfitta non cambia mai. Sarà una pubblicità? ci si domanda.
Il tabellone è di Kalshi, il primo mercato di previsione non accademico ad essere ufficialmente legalizzato negli Stati Uniti - la società ha vinto una battaglia in tribunale contro i regolatori che hanno cercato di impedirgli di consentire le scommesse sulle elezioni. Il volume totale di scommesse di Kalshi al momento è più di 50 milioni di dollari ed indica che Trump ha una probabilità di vittoria del 61 percento rispetto alla Harris. Ma sarà vero? Ci si domanda di nuovo. Il mercato delle scommesse elettorali è inflazionato dai miliardari schierati con entrambi i candidati che a colpi di milioni di dollari cercano di cambiare le percentuali di vittoria del mercato delle scommesse
Super moderna e futuristica Las Vegas non ha alcun fascino, tutto appare finto e kitsch; eppure, presi singolarmente diversi dei suoi spettacolari edifici, e.g. la sfera o la piramide, sono opere di grande architettura. Come in tutta l’America manca l’armonia e le diseguaglianze sono monumentali, cosi’ spaventosamente schiaccianti che si ha l’impressione che vittime e carnefice convivano.
Anche Las Vegas è una città in bilico tra il rosso ed il blue, polarizzata. Si regge su un’industria ad alta intensità di manodopera, la forza lavoro è censita a 1,2 milioni di lavoratori, ma la cifra vera e’ molto piu’ alta, e la disoccupazione è pressoché zero. Un esercito di valletti, croupier, camerieri, chef, prostitute ed artisti intrattiene quotidianamente decine di milioni di turisti. In questa città c’e’ lavoro per tutti. La forza dei sindacati è immensa ed il sindacato piu’ grande The Culinary Union si è detto a favore della Harris. Ma questo non significa che tutti i membri voteranno per lei. Trump potrebbe con i suoi slogan sul futuro del paese conquistarne una parte.
Il problema di chi lavora a Las Vegas non è l’immigrazione clandestina, tanto cara alla doppietta Trump-Vance, al contrario gli immigranti non autorizzati sono i benvenuti perche’ fanno i lavori che gli altri non vogliono fare. Il vero problema di chi vive e lavora a Las Vegas e’ l’inflazione. E Trump sul piano dell’economia appare più credibile della Harris.
Secondo l’ultimo sondaggio del Financial Times insieme con University of Michigan Ross School of Business il 44 per cento della popolazione crede che Trump sia piu’ adatto della Harris a gestire l’economia mentre il 43 per cento tifa per Kamala Harris. Un margine molto basso ma in una città come questa, la capitale dell’azzardo e del divertimento, dove si vuole dare al visitatore l’impressione che tutto gli sia concesso, forse il messaggio economico di Trump intriso del sogno americano ha piu’ risonanza di quello socio-economico della Harris.
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