Sono arrivare nell’immediato le reazioni dei leader ed esponenti politici mondiali alla sentenza della Corte penale internazionale che ha emesso un mandato di arresto contro il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant per presunti crimini contro l'umanità e crimini di guerra.
Unione Europea
Le decisioni della Corte devono essere rispettate e applicate secondo L’Alto Rappresentante dell'Unione Europea per la Politica Estera, Josep Borrell, ribadendo che i mandati di arresto della CPI contro due alti leader israeliani non sono "politici".
U.S.A
Al momento nessuna dichiazione dal Presidente in carica JOe Biden e dal neoeletto Donald Trump sul mandato di arresto della CPI. La senatrice repubblicana degli Stati Uniti Lindsey Graham, stretta alleata del presidente eletto Donald Trump, ha definito la corte "uno scherzo pericoloso". "È tempo che il Senato degli Stati Uniti agisca e sanzioni questo organismo irresponsabile", ha denunciato.
"La Corte penale internazionale non ha credibilità e queste accuse non sono state confutate dal governo degli Stati Uniti. Israele ha legittimamente difeso il suo popolo e i suoi confini dai terroristi genocidi. Può aspettarsi una risposta forte ai pregiudizi antisemiti da parte della Corte penale internazionale e delle Nazioni Unite il prossimo gennaio”, ha minacciato Il deputato Mike Waltz, candidato alla carica di consigliere per la sicurezza nazionale nell'amministrazione Donald Trump.
Paesi Bassi
Il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp ha annunciato che il suo Paese è pronto ad agire dopo la notizia.
Hamas
Il movimento di Resistenza palestinese Hamas, da parte sua, ha invitato i paesi del mondo a "cooperare con la corte per consegnare alla giustizia i criminali di guerra Netanyahu e Gallant e porre fine ai crimini di genocidio contro i civili a Gaza", ha riferito Al Jazeera. Intanto un alto funzionario del gruppo, Basem Naim, ha dichiarato: “Si tratta di un passo importante nel cammino verso la giustizia per le vittime, ma resta un passo limitato e spirituale se non avrà il sostegno pratico di tutti i Paesi”.
Colombia
Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha definito il primo ministro israeliano un “genocida”. "Netanyahu è un genocida. Lo dice la Corte di giustizia mondiale e la sua sentenza deve essere seguita", ha ribadito. Allo stesso modo, il presidente ha affermato che la decisione della CPI è "logica".
Spagna
La ministra del Lavoro spagnola e vicepresidente del governo, Yolanda Díaz, ha scritto sui suoi social network che il suo Paese è sempre "dalla parte della giustizia e del diritto internazionale". "Il genocidio del popolo palestinese non può rimanere impunito ", ha aggiunto.
Sudafrica
Il governo sudafricano ha accolto con favore i mandati di arresto della Corte penale internazionale, affermando che si tratta di uno "sviluppo significativo nella situazione". "Queste azioni segnano un passo significativo verso la giustizia per i crimini contro l'umanità e i crimini di guerra in Palestina. Il Sudafrica riafferma il suo impegno nei confronti del diritto internazionale e invita tutti gli Stati parti ad agire in conformità con i loro obblighi con lo Statuto di Roma", si legge una dichiarazione.
Francia
Il portavoce del Ministero degli Esteri francese ha dichiarato che la reazione francese ai mandati di arresto sarà "conforme agli statuti della Corte penale internazionale".
Belgio
La vicepremier belga Petra De Sutter ha esortato i paesi europei e la comunità internazionale a dare esecuzione ai mandati di arresto: "L'Europa deve conformarsi. Imporre sanzioni economiche, sospendere l'accordo di associazione con Israele e mantenere questi mandati di arresto.”
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