Missili a lunga gittata a Kiev: quali sarebbero i primi obiettivi della Russia

di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico

Dunque la questione, così come l'ha esposta in modo sintetico e preciso Vladimir Putin, è chiara. Quando il discorso verte «sull'impiego di armi di alta precisione a lunga gittata di produzione occidentale, è completamente un'altra storia»: si tratta dell'aperta entrata in guerra di USA, UE, NATO contro la Russia e non più per interposta Ucraina. E la Russia non può che rispondere in maniera adeguata all'attacco portato dall'Occidente e non dai militari di Kiev.






Non si tratta del disco verde concesso alla junta di Kiev a colpire il territorio russo: si è già a un livello oltre il quale c'è lo scontro totale che i guerrafondai del complesso militare-industriale occidentale vogliono a tutti i costi e a cui i sanguinari criminali dei governi euroatlantici apportano il proprio nefando contributo.

Tra l'altro, come aveva già dichiarato il Ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, l'Occidente ha già da molto tempo eliminato ogni limitazione all'impiego di armi a lunga gittata per colpire il territorio russo. Ora stanno solo cercando di presentare la cosa al pubblico in maniera più carina ed elegante, anche con la messa in scena della visita a Kiev di Antony Blinken e David Lammy di mercoledì scorso.

Lo schema è questo, ha detto Lavrov il 12 settembre, specificando che si tratta, tra l'altro, di un'informazione disponibile: la NATO passa a Kiev, «oltre ad armi sempre più a lunga gittata, anche i dati dell'Intelligence militare-cosmica, utilizzati per localizzare e colpire gli obiettivi».

Stando così le cose, quindi, in Russia ci si comincia a domandare quali possano essere gli obiettivi verso i quali Kiev potrebbe voler puntare i missili guidati dai tecnici occidentali, secondo gli schemi presumibilmente discussi tra Blinken e Zelenskij, e la capacità di risposta dei comandi russi.

Le dichiarazioni di Lavrov erano state indirettamente anticipate da The Guardian che, su fonti militari, aveva scritto che Londra ha dato il via libera a Kiev per colpire in profondità il territorio russo con missili “Storm Shadow”; ma di questo, aveva specificato il quotidiano britannico, non verrà data notizia pubblica, presumibilmente nemmeno dopo l'incontro di venerdì tra Keir Starmer e Joe Biden. Sempre secondo The Guardian, Kiev avrebbe avuto il consenso anche per l'impiego dei missili USA “ATACMS”: ciò sarebbe avvenuto col pretesto della presunta consegna di missili balistici iraniani a corto raggio “Fath-360” alla Russia, di cui però né Mosca né Teheran hanno dato notizia.

Dunque, Zelenskij avrebbe consegnato a Blinken il piano del possibile impiego dei missili USA, con l'elenco di potenziali obiettivi. Ma, a parere ad esempio del deputato della Duma Alexander Tolmacev, è dubbio che tale sia stato redatto nell'ufficio presidenziale ucraino: si tratta caso mai di un piano messo a punto dai burattinai, “vocalizzato” per bocca di Zelenskij.

L'americanista Boris Mežuev ha dichiarato a NEWS.ru che Zelenskij usa il piano come un'arma per dimostrare la propria “invulnerabilità”: tale piano non ha una grande importanza militare; mira solo a cercare di dividere la società russa dal governo. Secondo un altro americanista russo, Malek Dudakov, in ogni caso per Kiev la maggior parte degli obiettivi militari russi da colpire con i “ATACMS” rimarrebbe irraggiungibile per Kiev, che potrebbe invece mirare a colpire città e infrastrutture energetiche russe.

Ora Washington, riporta la CNN citando un funzionario USA, sta cercando di convincere Kiev a impiegare i “ATACMS” su obiettivi russi ad alto valore strategico. Il Pentagono, si dice, dispone di «una riserva limitata di sistemi a lunga gittata... dunque sta cercando di convincere l'Ucraina a usarli con il massimo effetto, invece che su obiettivi compositi, considerati da Washington di scarso valore strategico». Così, la Casa Bianca considera la Crimea e le navi militari della penisola come gli obiettivi più adatti per un uso efficace degli “ATACMS”.

In caso di attacchi con “ATACMS” e “Storm Shadow”, afferma il senatore Dmitrij Rogozin, la guerra passerà inevitabilmente a una nuova fase: «gli attacchi a quartier generali di raggruppamenti, campi d'aviazione, poligoni, infrastrutture energetiche e di trasporto, influenzeranno la scelta di mezzi più potenti e a lunga gittata contro il nemico. È possibile che la gamma di obiettivi si allarghi, anche alla capitale ucraina, dove la junta si sente ancora al sicuro».

Lo speaker della Duma Vjaceslav Volodin ha dichiarato che più armi a lungo raggio l'Occidente fornirà all'Ucraina, più forte risponderà la Russia, a difesa dei propri cittadini: «Zelenskij se ne frega dei cittadini ucraini. Non pensa alla loro sicurezza. Da tempo ha portato i suoi genitori in Israele e la sua famiglia vive a Londra».

Sul piano “tecnico”: i missili “ATACMS”, del tipo “terra-terra”, in base alle diverse modificazioni (M39 o M57) possono raggiungere dai 165 ai 300 km. Avendo una lunghezza di circa 4 metri e un diametro di 610 mm, solo uno di questi missili può adattarsi al sistema lanciarazzi “Himars”, a differenza dei sei missili “GIRLS” del diametro di 227 mm. I britannici “Storm Shadow” vengono invece impiegati con l'aviazione; hanno una lunghezza di 5,1 m e un diametro di 0,48 m, con raggio d'azione di circa 250 km.

Ma non è corretto confrontare direttamente i missili USA e quelli britannici, afferma il direttore del Centro per la ricerca militare ed economica Prokhor Tebin: «il “ATACMS” è un missile balistico con base a terra; il “Storm Shadow” è un missile da crociera a bassa rilevabilità lanciato dall'aria, con raggio d'azione maggiore e maggiore flessibilità d'uso rispetto alla maggior parte delle varianti del “ATACMS”.

Anche l'esperto militare bielorusso Aleksandr Zimovskij ritiene che ormai da tempo Washington abbia dato disco verde a Kiev all'impiego di missili alati “AGM-158 JASSM”, messi a punto dagli USA proprio in caso di guerra USA-NATO contro la Russia. In caso di tale guerra, ci sarebbe però il rischio di ritorsioni, dice Zimovskij, a differenza di attacchi missilistici per mano ucraina, che non comporterebbero il rischio di risposta russa verso gli Stati Uniti o i paesi NATO. Una constatazione, quella di Zimovskij, ormai decisamente invecchiata, alla luce delle precise dichiarazioni di Vladimir Putin sull'impiego di armi a lunga gittata occidentali, per definizione non alla portata dei militari ucraini.

In ogni caso, Zimovskij ricorda che esistono due modifiche dei “JASSM”: “AGM-158A JASSM” con una gittata di 370 km; “AGM-158B JASSM-ER” può raggiungere i 1.000 km, ed è probabile che entrambe le versioni siano già in mano a Kiev. Possono essere impiegati dagli “F-16”, già consegnati all'Ucraina. A loro volta, gli F-16 sarebbero in grado di lanciare i missili a lungo raggio senza entrare nelle aeree a portata delle contraeree russe e, secondo i calcoli di Zimovskij, una volta decollati gli F-16, ad esempio dalla base aerea di Priluki, nella regione di Cernigov, i missili “AGM-158B JASSM-ER” potrebbero raggiungere città come Mosca, Nižnij Novgorod, Penza, Volgograd e Stavropol.

Ancora più diretti i guerrafondai del Institute for the Study of War americano (da cui, come giustamente notava qualche mese fa il Centro di Iniziative per Verità e Giustizia, giungono le veline prontamente rilanciate dai media italiani) che tracciano una mappa dettagliata delle «centinaia di obiettivi militari e paramilitari russi conosciuti che rientrano nel raggio d'azione dei “ATACMS ucraini». Hanno anche la faccia tosta di definirli “ucraini”!

Insomma, non fanno più nemmeno finta di “volere gli accordi”: nero su bianco proclamano la “santità” della guerra e si dicono sicuri di vincerla e starsene al sicuro a casa loro.

Belve sanguinarie di Washington, Bruxelles, Londra e sicari vari!

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