di Leonardo Sinigaglia*
Assediati a scuola, nelle università, sui social e persino sui posti di lavoro da una martellante propaganda europeista e atlantista, i “giovani”, questa non-categoria dalla difficile definizione, vengono educati sin dalla più tenera età a dare per scontati i dogmi politici, economici e culturali dell’egemonia statunitense.
Non sorprende che molti, privi di strumenti d’analisi adeguati ma consci della contraddizione tra la realtà e quanto viene loro insegnato, si rifugino del disinteresse o nel nichilismo, come non sorprende che proprio tra i “giovani” il regime euro-atlantico trovi i suoi ragazzi-immagine. Bruxelles fonde i concetti di Europa, futuro e libertà, non solo come arma propagandistica utile ai tentativi di sovversione e alle rivoluzioni colorate, ma anche come orizzonte ideologico interno.
Sin dalle scuole elementari ai giovani italiani è insegnato a “sentirsi europei”, a difendere e sostenere i “valori occidentali”, e a identificare il proprio futuro con quello dell’Unione e in più generale con quello della parte del mondo controllata da Washington. Ciò è potuto accadere quasi senza opposizioni di sorta, complice la fortissima penetrazione culturale, accademia e mediatica degli agenti euro-atlantisti nel nostro paese.
Per questo motivo è prioritario dare voce a voi: studenti liceali o universitari, lavoratori precari e aspiranti ad un'autodeterminazione che la società neoliberista non vi garantisce; tutti voi che non credete alle narrazioni dominanti, impegnate a giustificare genocidi come a Gaza o a indorare la pillola della sempre più probabile eventualità di un conflitto mondiale, è il momento di uscire allo scoperto.
A tutti voi che, nonostante tutto e tutti, avete deciso di restare qui e non abbondanare l'Italia come centinaia di migliaia di vostri coetanei, l’AntiDiplomatico vi offre uno spazio per rompere il muro di gomma con cui hanno intrappolato il presente e schiavizzato il futuro.
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