di Giuseppe Matranga
Lo studio della mente umana ha ormai travalicato i confini della psicologia e della psichiatria, la capacità di ragionamento, la formazione dei ricordi e dei sentimenti vengono ormai studiati a livello cellulare, molecolare, chimico e fisico: questo è l’ambito di studio conosciuto come Neuroscienze.
Tutti noi conosciamo il legame profondo che si è stretto nel corso del tempo tra ambiti scientifici come la psicologia e la sociologia e l’economia e le scienze politiche. Non è certo un segreto che se in ambito economico la grande industria ha da sempre studiato come indurre la popolazione al consumo e come indurla a preferire gli articoli più costosi, in ambito finanziario si cerca da sempre di prevedere gli andamenti dei titoli legati ai sentimenti (timore/fiducia) degli investitori. Nessuno si stupirebbe quindi di sapere che grandi aziende come la Coca Cola o la Nestlé abbiano un loro reparto dedicato esclusivamente a questo.
In ambito politico altrettanto da sempre si è posta l’attenzione sui meccanismi che generano nei cittadini la formazione del consenso, il sentimento di fiducia, di sopportazione, la fede in un leader o i meccanismi che portano al cambiamento radicale della propria ideologia. Chiunque voglia svolgere un ruolo politico non può ignorare questo argomento ed è anzi obbligato a studiarlo e a implementare le sue conoscenze in ambito psicologico e sociologico per assoluta necessità professionale.
Se fin qui non ho detto nulla di nuovo, tra le prossime righe penso che potrei suscitare la vostra curiosità e riflessione su quanto la tecnologia e la scienza siano andati avanti, probabilmente molto più di quanto immaginiamo, e come tutte queste conoscenze vengano utilizzate quotidianamente contro il nostro personale interesse.
La psicologia ha da sempre cercato di comprendere i meccanismi di causa ed effetto all’interno della mente umana, ma nella realtà non tutti gli esseri umani ragionano allo stesso modo e spesso le reazioni a stimoli equivalenti sono assolutamente diversi da un soggetto all’altro, se ne deduce che la psicologia non è una scienza esatta e che non si conoscono ancora dei meccanismi reali di causalità validi per l’essere umano come specie.
Le neuroscienze a differenza della psicologia studiano i processi neuronali, ovvero come si costruiscono le reti di cellule neuronali - quelle che compongono fisicamente il nostro cervello – ma anche e soprattutto come tra di esse si trasmettono i messaggi, ovvero quali impulsi elettrici, quali trasferimenti di proteine, quale costruzione cellulare ci permette di pensare, di provare un sentimento, di costruire un ricordo o di sedimentare una convinzione.
Questo è sufficiente a compendere quali enormi risvolti abbia e avrà nel prossimo futuro questo moderno ambito scientifico che di fatto esiste solo da una decina d’anni.
All’interno de “Neuroscienze: l’ultima frontiera del pensiero unico neoliberista” studio e analizzo, come grazie alle neuroscienze si stia iniziando a capire il meccanismo che permette alla mente umana di sedimentare e radicare alcune convinzioni in ambito politico, come esse si formino all’interno della nostra mente, ma soprattutto come il potere sfrutti a suo vantaggio queste conoscenze e operi su di noi, ignari cittadini, per creare su di noi idee, ideali e convinzioni a suo piacimento.
Probabilmente molti di voi avranno letto qualcosa in merito al rivoluzionario metodo di propaganda di Goebbels della Germania Nazista, o ai metodi di coercizione mentale approntati dal governo Nord-Coreano, questi sono solo due esempi di come la psicologia delle masse abbia svolto un ruolo fondamentale in processi storici e sociali che hanno coinvolto e coinvolgono tuttora milioni di cittadini, tutto ciò senza conoscere realmente ciò che a livello cellulare accadeva nella loro mente. Adesso che questi processi iniziano veramente a comprendersi, adesso che siamo nell’era dei socialnetwork, delle informazioni veicolate tramite targetizzazione di algoritmi, dell’Intelligenza artificiale, come pensate che possano giocare con la nostra mente senza nemmeno che noi ce ne rendiamo conto?
Crediamo di vivere in quella parte del mondo che noi stessi definiamo “democratica”, ma qual è il nostro concetto di democrazia, siamo coscienti che lo stesso concetto di democrazia sia cambiato nel tempo e che sia assolutamente difforme da un paese all’altro?
Siamo coscienti di sapere fino a che punto la grande industria e finanza abbiano legami con i nostri decisori politici e come i loro interessi possano essere portati alla condivisione dell’opinione pubblica attraverso meccanismi di convincimento inconscio?
Siamo realmente coscienti di come alcune nostre convinzioni politiche possano essere più vicine al concetto di fede religiosa che a quello di ragionamento?
All’interno di questo libro non troverete risposte certe a nessuna di queste domande, ma troverete i risultati tangibili di alcuni esperimenti, troverete le analisi dei processi che portano al concetto di sedimentazione del pensiero e a quello di plasticità cerebrale, e di certo avrete molti spunti di riflessione su come tutta questa conoscenza scientifica sia implementata per poterla utilizzare nell’interesse di soggetti, categorie, classi sociali a cui probabilmente Noi non apparteniamo.
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