Possono i giornalisti occidentali essere accusati di complicità in genocidio?

17 Ottobre 2024 15:00 Francesco Corrado

Craig Mokhiber, l'ex direttore dell'ufficio di New York dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, spiega che i grandi media occidentali stanno agendo in modo che il loro comportamento possa rientrare nelle fattispecie dell'incitamento al genocidio e complicità in genocidio. Questi due ultimi reati possono essere commessi anche da attori privati come i grandi media e non solo da entità statali.

Nel processo di Norimberga ci fu la condanna di elementi della stampa per complicità in genocidio. Questi reati forno inseriti nella Convenzione sul genocidio del 1948. Il tribunale internazionale per il genocidio in Rwanda condannò tre differenti media per incitamento al genocidio ed altri crimini.

Mokhiber dice: "stanno partecipando all'incitamento ad un genocidio. Negli ultimi 12 mesi, la stampa occidentale ha attivamente fatto un lavoro di propaganda e disinformazione che ha portato alla disumanizzazione del popolo palestinese, ed ha trovato giustificazioni per quelli che sono crimini di guerra (peraltro ampiamente ammessi da Israele come l'uso di determinate bombe in contesto urbano). Questo non è giornalismo sciatto. Loro sono una parte del maccanismo del genocidio in Palestina. E devono risponderne.

Prendiamo per esempio l'accusa mossa da Israele secondo la quale le milizie palestinesi si farebbero scudo dei civili. Questa accusa è stata ripetutamente smentita da molteplici indagini fatte dall'ONU e dalle organizzazioni dei diritti umani ogni qualvolta Israele abbia lanciato una tale accusa: quando i media ed i politici occidentali ripetono questa menzogna stanno cercando di giustificare crimini di guerra. Stanno partecipando alla giustificazione di crimini di guerra.

Partecipano alla disumanizzazione dei palestinesi anche quando mentono a proposito della fantomatica campagna di stupri di massa perpetrata da Hamas il 7 ottobre, per la quale non ci sono affatto prove, e rimangono silenziosi di fronte alla sistematica campagna di stupri condotta nelle carceri israeliane, non solo nell'ultimo anno ma partendo dalla Nakba del 1947/8 (cosa certificata da video di pubblico dominio e da report delle organizzazioni per i diritti umani israeliane). Di fatto, continuando a mentire, stanno creando le condizioni per perpetrare un genocidio. Questa è peraltro una delle più comuni forme di eccitazione delle masse: vengono a violentare le nostre donne! Era una delle accuse sperimentate dalle vittime in Rwanda."

Ma basterebbe ricordare l'uso che ne veniva fatto contro i neri negli USA: gran parte dei linciaggi ingiustificati venne fatto sotto l'accusa di aver violentato o ucciso una donna bianca.

Continua Mokhiber: "questa vicenda peraltro rientra in quella che gli studiosi dei genocidi chiamano "accusa allo specchio", quando cioè una parte accusa falsamente un'altra di commettere atti che poi la prima commette veramente a danno della seconda, giustificandoli con la precedente falsa accusa: e le false accuse di stupro sono in assoluto le più comuni.

Quello che Israele sta facendo è recitare il manuale del genocidio (usando più la fame e le malattie che le armi) collettivamente scritto da Israele ed dai media occidentali. E dobbiamo ringraziare i media alternativi che, con il loro lavoro, hanno permesso ai propri cittadini di venire a conoscenza di almeno una parte dei fatti. In occidente il mainstream sta nascondendo le peggiori atrocità ma non sta riuscendo a bloccare tutte le informazioni. Per esempio, se in occidente una persona si informasse solo sulla stampa mainstream non saprebbe che Israele è sotto indagine per genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia. Non saprebbe che sui leader di Israele pende la richiesta di arresto, per portarli a processo, da parte della Corte Penale Internazionale. Non conoscerebbe tutte le dichiarazioni apertamente genocide fatte da molti membri del governo e delle forze armate israeliane. Crederebbe ancora alla favoletta dei 40 bambini decapitati da Hamas il 7 ottobre: una storia completamente falsa e la cosa la si era capita già nei giorni immediatamente successivi, quando le prove non si vedevano e le accuse ad Hamas sembravano semplici parole non corroborate dai fatti. Non saprebbe delle sistematiche torture inflitte agli oltre 16000 ostaggi palestinesi nelle carceri israeliane che hanno portato in pochi mesi alla morte, in un solo carcere, di 35 palestinesi. Non saprebbe del numero record di giornalisti assassinati. Non saprebbe, infine, che Israele ha il record di personale ONU e di cooperanti uccisi".

Del resto si parla ancora di 41.000 morti a Gaza, quando la cifra più probabile supera le 200.000. E questa copertura mediatica è intenzionale ed ha come unica finalità quella di aiutare la commissione di un genocidio evitando l'insorgere della propria opinione pubblica.

"Sono tre i pilastri su cui si sta fondando il genocidio a Gaza: 1°- la macchina genocida dell'esercito israeliano. 2° l'aiuto costante fornito da diversi paesi occidentali in primis USA, GB, Francia, Germania, Canada ed altri. L'aiuto è sia militare cioè in combattimento, sia in termini di forniture di armi, finanziamento economico e protezione politica a livello internazionale, 3° le grandi corporation dei media occidentali che stanno facendo di tutto per sostenere un genocidio e lo stanno facendo consapevolmente.

I media occidentali stanno innanzitutto oscurando quanto più possibile ciò che sta realmente accadendo sul campo. E' una scelta intenzionale fatta apposta per non far capire bene al pubblico cosa stia succedendo. Poi c'è la disumanizzazione delle vittime che è una costante nelle vicende di questi tipo: terroristi, stupratori, beoti religiosi eccetera. Poi si stanno impegnando a proteggere coloro i quali stanno perpetrando il genocidio, per evitare quanto più possibile che se ne debbano assumere la responsabilità. E stanno minimizzando gli atti del governo israeliano anche se la Corte Penale Internazionale e la Corte Internazionale di Giustizia (ONU) hanno affermato che l'accusa di genocidio è del tutto plausibile.

Questo atteggiamento della stampa comporta direttamente un verificabile danno alle popolazioni colpite perché i media formano l'opinione non solo del pubblico ma spesso anche dei politici occidentali i cui paesi stanno attivamente partecipando con denaro, appoggio politico e militare alla forza che si sta macchiando del più orrendo dei crimini."

Crimine che Israele da solo, con le sue sole forze, non sarebbe in grado di eseguire. Avrebbe esaurito buona parte del materiale bellico necessario dopo poche settimane di guerra a Gaza. Quindi il modo di rappresentare gli eventi in corso, da parte dei grandi mezzi occidentali, non è solo un caso di pessimo giornalismo, ma un crimine espressamente codificato nel diritto internazionale (convenzione sul genocidio del 1948) e che ha già avuto precedenti applicazioni.

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