Provocazioni nel Mar Cinese Meridionale: le Filippine sfidano la sovranità cinese su Xianbin

18 Settembre 2024 16:52 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Il 31 agosto scorso, un nuovo incidente marittimo ha acuito le tensioni già presenti nel Mar Cinese Meridionale, con la nave della Guardia Costiera delle Filippine (PCG) MRRV-9701 che ha speronato intenzionalmente la nave della Guardia Costiera cinese (CCG) 5205 nei pressi di Xianbin Jiao, noto anche come Scogliera di Xianbin. Questo evento rappresenta una preoccupante escalation nelle dispute territoriali tra Cina e Filippine, con potenziali ripercussioni per la stabilità della regione e il rispetto del diritto internazionale.

Come reso noto dalle autorità cinesi, la nave filippina si trovava illegalmente ancorata nella laguna di Xianbin Jiao dal 17 aprile e, dopo aver avanzato rivendicazioni di una presunta crisi umanitaria, ha eseguito manovre aggressive culminate in una collisione con la nave della CCG. Questo atto è stato ampiamente condannato, in quanto violazione grave del diritto marittimo internazionale, in particolare della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS). Pechino ha sottolineato che l'area in questione rientra nelle acque territoriali cinesi, rendendo l'azione filippina una sfida diretta alla sovranità cinese e alla stabilità della regione.

Le Filippine, tuttavia, sostengono una posizione diversa. Due giorni dopo l’incidente, la Guardia Costiera filippina ha ritirato la nave MRRV-9701 dalla laguna di Xianbin Jiao, con il portavoce Commodoro Jay Tarriela che ha insistito che il ritiro non rappresenta una sconfitta, ribadendo che Manila non ha abbandonato le sue rivendicazioni sulla scogliera. Tarriela ha affermato che le Filippine continueranno a far navigare le proprie navi nell'area, segnando l'intenzione del governo di mantenere una presenza attiva in una delle zone più contese del Mar Cinese Meridionale.

L’incidente del 31 agosto è stato seguito da un incontro tra i rappresentanti del Meccanismo di Consultazione Bilaterale tra Cina e Filippine sul Mar Cinese Meridionale l'11 settembre. Tuttavia, nonostante il ritiro della nave filippina avvenuto pochi giorni dopo, le tensioni rimangono alte. Secondo gli esperti cinesi, la decisione delle Filippine di non notificare in anticipo la propria ritirata alle autorità cinesi evidenzia una strategia di provocazione continua, con Manila intenzionata a testare i limiti della pazienza cinese.

Questa situazione mette in luce la complessa dinamica geopolitica che domina la regione, in cui le Filippine cercano di capitalizzare il sostegno internazionale, in particolare quello degli Stati Uniti, come segnala il Global Times, per contrastare la crescente influenza della Cina. Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno ribadito il proprio appoggio a Manila, criticando le "modalità pericolose" con cui Pechino gestisce le sue rivendicazioni territoriali. Tuttavia, il sostegno USA è stato interpretato da alcuni esperti come un "servizio a parole", con pochi impegni concreti. Il Segretario della Difesa filippino, Gilbert Teodoro Jr., ha espresso la sua aspettativa che gli Stati Uniti intervengano in caso di azioni cinesi contro il relitto della BRP Sierra Madre, un simbolo della presenza filippina a Ren'ai Jiao.

I commentatori cinesi, come Ding Duo, vicedirettore dell'Istituto di Diritto e Politica Marittima dell'Istituto Cinese per gli Studi sul Mar Cinese Meridionale, sostengono che le Filippine stiano utilizzando il tema del Mar Cinese Meridionale come strumento politico per ottenere benefici diplomatici e rafforzare il proprio posizionamento nell'opinione pubblica internazionale. Tuttavia, con l’intensificarsi delle contromisure cinesi, Manila rischia di trovarsi in una posizione sempre più passiva, con scarsi guadagni tangibili in cambio delle sue provocazioni. Pechino, da parte sua, ha chiarito che non tollererà azioni che minaccino la sua sovranità territoriale o la stabilità regionale. Il portavoce della CCG ha affermato che la Cina continuerà a intraprendere misure rigorose per proteggere i propri interessi marittimi, e gli esperti avvertono che eventuali ulteriori provocazioni da parte delle Filippine potrebbero portare a una risposta sempre più dura.

Nonostante ciò, la Cina ha dimostrato una considerevole pazienza nella gestione del ritiro della nave filippina, riflettendo un approccio responsabile nella risoluzione delle dispute territoriali. Le autorità cinesi hanno evidenziato come la questione dovrebbe segnare un punto di svolta verso una maggiore cooperazione e stabilità nella regione, piuttosto che rappresentare una breve pausa prima di ulteriori provocazioni. La visione condivisa della Cina e degli altri Paesi della regione è quella di trasformare il Mar Cinese Meridionale in un'area di pace e cooperazione, e non in un campo di conflitto geopolitico.

L'incidente di Xianbin Jiao ha reso evidente la necessità di trovare soluzioni diplomatiche e pacifiche per le dispute nel Mar Cinese Meridionale. Mentre le Filippine cercano di rafforzare i propri legami con potenze esterne come gli Stati Uniti, resta da vedere quanto questo supporto possa tradursi in vantaggi concreti. Dall'altro lato, la Cina continua a perseguire una strategia di stabilità, ma con la chiara determinazione di difendere i propri diritti territoriali.

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