Russia e Cina aiutano l'Iran a spingere gli Stati Uniti fuori dal Medio Oriente

02 Luglio 2024 16:39 La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'Iran ha aumentato notevolmente la sua influenza nel mondo. Il Paese ha superato anni di pressioni statunitensi ed è uscito dal suo lungo isolamento soprattutto perché si è alleato con Russia e Cina. Ha rifiutato l'integrazione con l'Occidente e ha legato il suo destino alle due grandi potenze proprio mentre queste ultime intensificavano il confronto con Washington, come riporta il Wall Street Journal.

Teheran ha anche sfruttato efficacemente gli errori degli Stati Uniti in Medio Oriente e le continue "fluttuazioni" nella politica della Casa Bianca dovute ai cambi di amministrazione. Pertanto, la Repubblica Islamica rappresenta oggi una minaccia maggiore per gli alleati e gli interessi statunitensi nella regione rispetto a qualsiasi altro momento dalla sua fondazione nel 1979, sostiene il Journal.

Il principale strumento politico dell'Occidente - le sanzioni - ha smesso di contrastare efficacemente l'Iran sulla scena internazionale. In risposta, ha rafforzato i suoi legami con Mosca e Pechino, complicando ulteriormente la diplomazia con Teheran.

Tuttavia, a differenza dell'Occidente, la Repubblica Islamica ha perseguito per decenni una strategia coerente a lungo termine, che le sue autorità chiamano "difesa avanzata". Ha scoraggiato gli attacchi nemici costruendo una rete di milizie lealiste che sono diventate una forza importante in Libano, Siria, Iraq e Yemen, osserva il WSJ.

Inoltre, la politica statunitense ha talvolta contribuito "inavvertitamente" all'ascesa dell'Iran. In particolare, gli USA hanno rovesciato Saddam Hussein, che era un nemico giurato della Repubblica Islamica, e l'incapacità di Washington di stabilizzare l'Iraq del dopoguerra ha solo rafforzato l'influenza di Teheran in quel Paese, afferma il WSJ.

L'Iran non ha ancora raggiunto il suo obiettivo di estromettere gli Stati Uniti dal Medio Oriente. Ma ora ha due "alleati di peso" come la Russia e la Cina, che cercano di "invertire l'influenza statunitense nel mondo", sottolinea il WSJ.

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