Saif Gheddafi si rifiuta di partecipare all'incontro di Roma del 4-5 luglio

01 Luglio 2024 14:00 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Pressioni sui leader libici affinché non partecipino al Forum del Dialogo dei Sostenitori del Regime di Gheddafi a Roma.

Secondo un articolo pubblicato sul quotidiano tunisino Al-Shorouk, una fonte del Centro per il Dialogo Umanitario di Ginevra ha rivelato che il dottor Mustafa al-Zaidi, presidente del Partito del Movimento Popolare Libico con sede a Bengasi, e Mohamed Belkassem al-Zwei, consigliere della Camera dei Rappresentanti e associato al maresciallo Khalifa Haftar, sono soggetti a forti pressioni per non partecipare al Forum del Dialogo dei Sostenitori del Regime di Gheddafi, previsto a Roma il 4 e 5 luglio. Questo incontro è sponsorizzato dal Centro per il Dialogo Umanitario.

Secondo la fonte, Saddem Haftar, figlio del maresciallo Haftar e capo di stato maggiore delle forze di terra nell'est della Libia, sta esercitando pressioni su al-Zaidi e al-Zwei per impedire loro di partecipare alle sessioni, arrivando a minacciare il taglio degli stipendi, dei benefici e la chiusura delle sedi del partito. Il motivo di queste pressioni risiede nel quasi consenso tra gli invitati sulla formulazione di una visione unica che includa diversi punti, tra cui l'accordo su un simbolo unico per il movimento, un candidato presidenziale unico, il rifiuto delle richieste della Corte Penale Internazionale e la condanna degli arresti illegali, mirati a sostenere Saif al-Islam Gheddafi, figlio del defunto colonnello libico Muammar Gheddafi.

Ma dopo che il team politico di Saif al Islam Gheddafi ha spiegato perché (vedi sotto) non intende recarsi a Roma, al-Zaidi e Zwei, secondo la nostra fonte, parteciperanno al dialogo a Roma.

Il 4 e 5 luglio si terrà a Roma un incontro dal titolo "Forum dei sostenitori dell’ex regime" della Libia, organizzato dal Centro per il Dialogo Umanitario, un'organizzazione svizzera no-profit che lavora per prevenire e risolvere i conflitti armati in tutto il mondo attraverso la mediazione e la diplomazia. Secondo quanto appreso da "Agenzia Nova" https://www.agenzianova.com/news/libia-il-4-e-il-5-luglio-a-roma-lincontro-dei-sostenitori-dellex-regime-di-gheddafi/, l’incontro rientra in un dialogo più ampio volto a istituire un nuovo governo libico, nel tentativo di seguire il percorso tracciato nel 2021 quando 75 delegati libici al Forum di dialogo politico per la Libia, sponsorizzato dalle Nazioni Unite, avevano scelto Abdulhamid Dabaiba come premier del Governo di unità nazionale (Gun, con sede a Tripoli). Il Centro per il Dialogo Umanitario sta tentando di portare i vari interlocutori libici attorno a uno stesso tavolo per cercare di trovare una soluzione condivisa su un nuovo governo. Tuttavia, la squadra politica del candidato presidenziale Saif al-Islam Gheddafi ha rifiutato l’invito e non parteciperà all’incontro.

In un comunicato rilasciato ieri sera, l’entourage politico di Gheddafi ha spiegato che il rifiuto a partecipare all’incontro è dovuto all'invito di alcune personalità politicamente impegnate con Khalifa Haftar, che fornisce loro tutti i mezzi di sostegno materiale e politico, contraddicendo la natura e il titolo esplicito dell’invito. "Queste personalità invitate non hanno preso posizione, nemmeno sotto forma di dichiarazione di condanna, quando Haj Ali Abusbaiha, capo del team di riconciliazione del candidato presidenziale Saif al-Islam Gheddafi e sostenitore del regime, è stato rapito. E, purtroppo, hanno accolto con favore il rapimento. Inoltre, non riconosciamo l’azione militare che si sta preparando dalle forze dell’Enl in Cirenaica e sottolineiamo che non vi parteciperemo e non ne saremo parte”, si legge nella nota.

La Libia di oggi è amministrata da due coalizioni politico-militari rivali: da una parte il Governo di unità nazionale con sede a Tripoli del premier Dabaiba, riconosciuto dalla comunità internazionale e appoggiato soprattutto dalla Turchia; dall’altra il governo del premier designato dal Parlamento con sede nell’est, Osama Hammad, di fatto un esecutivo parallelo con sede a Bengasi manovrato dal generale Haftar, signore della guerra con forti legami con la Russia. Per uscire dallo stallo politico, l’ex inviato dell’Onu Abdoulaye Bathily aveva lanciato, il 27 febbraio 2023, un piano per redigere gli emendamenti costituzionali e le leggi elettorali necessarie per tenere elezioni "libere, inclusive e trasparenti" entro l’anno scorso. Tale piano è però fallito, così come le successive consultazioni politiche per insediare un nuovo governo tecnico e organizzare le elezioni. Il fragile equilibrio su cui si regge la Libia di oggi è basato sull’implicito accordo tra due potenti famiglie – i Dabaiba e gli Haftar al potere rispettivamente a Tripoli (ovest) e a Bengasi (est) – con un crescente ruolo degli ex gheddafiani nei gangli dello Stato.

In questo contesto, le pressioni sui leader libici affinché non partecipino al Forum del Dialogo dei Sostenitori del Regime di Gheddafi a Roma rappresentano un ulteriore ostacolo agli sforzi di mediazione e pace nel paese.

Saif al-Islam è considerato l'erede legittimo della Jamahiriya, come viene percepito dai suoi sostenitori tra il popolo libico. È evidente che il team di Saif al-Islam ha rifiutato di partecipare perché coloro che sono stati invitati non rappresentano più la fazione popolare, essendo più vicini a Haftar. I loro partiti operano ora principalmente da Bengasi centrale, e, secondo alcuni attivisti libici, sono supportati da Haftar.

Le pressioni esercitate dai figli di Haftar sui loro oppositori in Libia stanno aumentando, con l'ultimo caso riguardante il rapimento del rappresentante di Gheddafi negli incontri di riconciliazione, ancora detenuto nelle carceri di Haftar da quando è stato rapito durante un'operazione condotta dalle forze di sicurezza interne di Haftar nella casa di Abu Sbeih in tarda notte. Fino ad oggi, non gli sono state mosse accuse né si è parlato pubblicamente del suo caso, aggravando ulteriormente il contesto libico, che cerca di raggiungere la pace.

QUI DI SEGUITO LA DICHIARAZIONE DEL TEAM POLITICO DI SAIF AL ISLAM GHEDDAFI

Il team politico del candidato presidenziale Saif al-Islam Gheddafi annuncia in una dichiarazione il rifiuto di partecipare alla riunione del Centro per il Dialogo Umanitario il 4 e 5 luglio prossimi a Roma, intitolata "Incontro dei sostenitori del precedente regime".

La dichiarazione: "Rifiutiamo di partecipare a causa dell'invito di alcune personalità politicamente impegnate con Haftar, che a sua volta fornisce loro tutti i motivi di supporto materiale e politico, il che contrasta con la natura dell'invito e il suo titolo esplicito.

- Queste personalità invitate non hanno osato prendere posizione, nemmeno sotto forma di dichiarazione di condanna, quando Ali Abosbeihah, capo del team di riconciliazione del candidato presidenziale Saif al-Islam Gheddafi e uno dei sostenitori del regime, è stato rapito, anzi, purtroppo hanno benedetto il rapimento.

- Dichiariamo di rinunciare all'azione militare in preparazione, e confermiamo che non parteciperemo e non ne saremo parte.

- Chi vuole sedersi con i sostenitori del regime, l'indirizzo è chiaro e la scelta del popolo libico è nota a tutti."

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