Turchia: costruito bacino per riparare le navi rompighiaccio nucleari russe

30 Settembre 2024 17:37 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Negli ultimi anni, la Turchia è emersa come un attore chiave nel panorama energetico globale, stringendo alleanze strategiche e puntando su progetti di grande impatto che ne consolidano il ruolo di ponte tra Oriente e Occidente. In questo contesto, la collaborazione con la Russia sta ridefinendo le priorità geopolitiche di Ankara, soprattutto nell’ambito delle infrastrutture energetiche e della cooperazione nucleare, con implicazioni significative per il nuovo ordine mondiale multipolare.

Uno degli esempi più significativi di questa cooperazione è il progetto della centrale nucleare di Akkuyu, situata nella provincia di Mersin, che rappresenta la prima esperienza turca nel settore dell’energia nucleare. Il progetto, sviluppato in collaborazione con la compagnia statale russa Rosatom, prevede la costruzione di quattro reattori con una capacità totale di 4.800 MW, in grado di coprire il 10% del fabbisogno energetico del Paese. Akkuyu non è solo un progetto energetico, ma un simbolo dell’avvicinamento tra Ankara e Mosca, in un momento in cui le dinamiche geopolitiche globali sono in piena trasformazione.

La cooperazione energetica tra i due Paesi non si limita al nucleare. La Turchia ha già giocato un ruolo chiave nel trasporto di gas naturale dalla Russia all’Europa attraverso il gasdotto Turkish Stream, che collega la Russia alla Turchia attraversando il Mar Nero e serve come canale essenziale per l’approvvigionamento energetico dell’Europa meridionale. La realizzazione di questo progetto ha rafforzato la posizione di Ankara come hub energetico regionale, rendendola indispensabile per il transito delle risorse energetiche verso il continente europeo.

Nel contesto navale, l’accordo tra il cantiere Kuzey Star e la compagnia russa Atomflot - come riferisce il quotidiano turco Dunya - per la costruzione di una piattaforma galleggiante da 30.000 tonnellate, destinata al supporto della flotta di rompighiaccio nucleari russi, è un chiaro segnale della crescente sinergia tra Turchia e Russia in ambito tecnologico e infrastrutturale. Questa piattaforma supporterà i rompighiaccio nucleari russi nella navigazione attraverso il Mar Glaciale Artico, garantendo la continuità della rotta del Mare del Nord, fondamentale per il trasporto di idrocarburi tra l’Europa e l’Asia.

La collaborazione in questo settore non solo rafforza la posizione strategica della Turchia nel contesto artico, ma evidenzia anche come Ankara stia costruendo una partnership energetica con Mosca che va oltre la semplice fornitura di risorse. La Turchia sta infatti partecipando a progetti che sono cruciali per l’espansione della presenza russa nelle rotte artiche, posizionandosi come un partner essenziale per il futuro energetico della Russia.

Risvolti geopolitici

Nel nuovo mondo multipolare, la Turchia sta abbracciando una politica energetica che mira a diversificare le sue fonti e ad aumentare la propria autonomia strategica. I progetti con la Russia, come Akkuyu e Turkish Stream, sono parte di una strategia più ampia che punta a fare di Ankara un hub regionale per il trasporto di energia, riducendo al contempo la dipendenza dalle importazioni tradizionali.

Questo approccio è evidente anche nelle mosse turche per intensificare la propria presenza nel Mediterraneo orientale, ricco di giacimenti di gas naturale, e nell’ambizione di espandere la propria influenza energetica attraverso la cooperazione con altre potenze regionali, come l’Azerbaigian e l’Iran. La Turchia sta, quindi, costruendo una rete di alleanze strategiche che le permettono di consolidare la propria posizione sia come consumatore che come esportatore di energia.

Con l’avanzata delle energie rinnovabili e la crescente attenzione alla sostenibilità, Ankara sta anche investendo nella costruzione di infrastrutture per il gas naturale liquefatto (GNL) e nello sviluppo di progetti di energia eolica e solare, con l’obiettivo di ridurre le emissioni e attrarre capitali internazionali. Tuttavia, la collaborazione con la Russia, soprattutto nel nucleare e nel gas, rimane una delle colonne portanti della strategia energetica turca.

Equilibrismo strategico

La crescente vicinanza della Turchia alla Russia in ambito energetico ha suscitato preoccupazioni in Occidente, soprattutto nell’Unione Europea e nella NATO, di cui la Turchia è membro. Tuttavia, Ankara sta cercando di bilanciare questa cooperazione mantenendo attive anche le relazioni con l’Occidente. Ad esempio, nonostante la partnership con Rosatom per Akkuyu, il governo turco ha recentemente dichiarato di voler diversificare i propri fornitori per i futuri progetti nucleari, considerando anche collaborazioni con Paesi europei e asiatici.

Questo equilibrismo strategico è parte della politica estera di Erdogan, che cerca di massimizzare l’autonomia della Turchia e di renderla un attore indipendente capace di dialogare con tutte le principali potenze globali. Nella logica del mondo multipolare, la Turchia non intende schierarsi completamente con un blocco o l’altro, almeno ufficialmente, ma punta a sfruttare le rivalità e le sinergie tra le potenze per rafforzare la propria posizione.

La Turchia sta ridefinendo il proprio ruolo nel contesto energetico globale, utilizzando la cooperazione con la Russia come leva per espandere la propria influenza e aumentare la propria rilevanza strategica. La partnership con Mosca, simbolizzata dai progetti con Rosatom e Turkish Stream, è solo l’inizio di una più ampia strategia che mira a trasformare la Turchia in un attore di primo piano nel mondo multipolare.

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