"Ci tengono a stecchetto"

Troviamo l'ex direttore di Repubblica, Carlo Verdelli, sul Corriere della Sera di domenica, addirittura in prima pagina, con un editoriale dal titolo: "Lavoro e povertà, il disagio che troppi non vedono."

Verdelli - che di povertà se ne intende per aver fatto da megafono per anni nella sua attività giornalistica a quelle politiche neo-liberiste che ne producono a iosa - riporta le parole dell'altro giorno del Presidente Mattarella sul tema del lavoro che, dice Verdelli, non hanno avuto eco sindacale, politico o confindustriale, come se dovesse essere nascosto da tutti.

Un Verdelli forse folgorato nella via per Damasco riporta il dato che la maggiorparte dei nuovi lavori è a tempo determinato, sottolineando, secondo le parole di Mattarella, che preciarietà e frammentarietà aumentano le disuguaglianze. Inoltre riporta il dato che l'Italia negli ultimi 30 anni è stato l'unico paese europeo i cui salari sono diminuiti del 2,9%, con un ulteriore discesa nel 2020 del 6% dovuta alla pandemia. Cita il Commissario europeo al lavoro Schimitt secondo il quale i salari annui italiani sono "molto bassi". Ancora, riporta il discorso di Mattarella: " è un dovere inderogabile delle istituzioni, a ogni livello, combattere la marginalità dovuta al non lavoro, al lavoro mal retribuito, al lavoro nero, alle forme illegali di reclutamento che sfociano in sfruttamento, quando non in schiavitù iinammissibili".

Infine Verdelli ricorda l'effetto di tutto questo, i tre morti sul lavoro ogni giorno. Di emergenza povertà parla poi su Repubblica anche Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa SanPaolo, 1350 miliardi di masse gestite, secondo il quale la prima sfida da affrontare, il problema numero 1, è la povertà. Su l'AntiDiplomatico ho scritto recentemente dell'immane ricchezza e liquidità derivante dalla posizione finanziaria netta estera positiva per 90 miliardi. Una ragazza così ha commentato: "ci tengono a stecchetto".

Già, è proprio questo il problema, ma ormai il panorama di lavoro schiavistico, di lavoro nero, di bassissimi salari cozza con sensibilità, e interessi economici, di una parte della borghesia italiana, che vorrebbe una modernizzazione socioeconomica all'altezza dei numeri del Paese. Mattarella ha un'enorme responsabilità di ciò che è accaduto negli ultimi 7 anni, aver spinto gli spiriti animali oltre il dovuto, fino a forme di schiavitù, è il bilancio della sua classe dirigente, a cui non hanno posto freno i sindacati confederali. Siamo immersi di liquidità, prendiamo coscienza di ciò, rifiutare lo stato di cose presenti, oltretutto con editoriali di qualche "pentito" (?) che ci appoggiano, è la prima cosa da fare.

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