di Pepe Escobar – Sputnik
[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]
La prima chicca che riguarda il suo ultimo libro, La Défaite de l'occident ("La sconfitta dell'Occidente") è il piccolo miracolo di essere stato pubblicato la settimana scorsa in Francia, proprio nell'ambito della NATO: una bomba a mano di un libro, di un pensatore indipendente, basato su fatti e dati verificati, che fa saltare tutto l'edificio della russofobia eretto intorno all'"aggressione" dello "zar" Putin.
Almeno alcuni settori dei media aziendali francesi, rigorosamente controllati dagli oligarchi, non potevano ignorare Todd questa volta per diversi motivi. Soprattutto perché è stato il primo intellettuale occidentale, già nel 1976, a prevedere la caduta dell'URSS nel suo libro La chute finale ("Il crollo finale"), con una ricerca basata sui tassi di mortalità infantile sovietici.
Un altro motivo fondamentale è stato il suo libro del 2002 Apres l'empire ("Dopo l'ompero"), una sorta di anteprima del declino e della caduta dell'Impero, pubblicato pochi mesi prima di Shock & Awe in Iraq.
Ora Todd, in quello che ha definito il suo ultimo libro ("ho chiuso il cerchio"), si permette di a rischiare il tutto per tutto e di descrivere meticolosamente la sconfitta non solo degli Stati Uniti, ma dell'Occidente nel suo complesso – concentrando le sue ricerche sulla guerra in Ucraina.
Considerando l'ambiente tossico della NATOstan, dove la russofobia e la cancel culture (la cultura della cancellazione) regnano sovrane e ogni deviazione è punibile, Todd è stato molto attento a non inquadrare l'attuale processo come una vittoria russa in Ucraina (anche se ciò è implicito in tutto ciò che descrive, da diversi indicatori di pace sociale alla stabilità complessiva del "sistema Putin", che è "un prodotto della storia della Russia, e non l'opera di un solo uomo").
Piuttosto, si concentra sulle ragioni principali che hanno portato alla caduta dell'Occidente. Tra queste: la fine dello Stato-nazione; la deindustrializzazione (che spiega il deficit della NATO nella produzione di armi per l'Ucraina); il "grado zero" della matrice religiosa dell'Occidente, il protestantesimo; il forte aumento del tasso di mortalità negli Stati Uniti (molto più alto che in Russia), insieme a suicidi e omicidi; e la supremazia di un nichilismo imperiale espresso dall'ossessione delle Guerre Eterne.
Il crollo del protestantesimo
Todd analizza metodicamente, in sequenza, Russia, Ucraina, Europa dell'Est, Germania, Gran Bretagna, Scandinavia e infine l'Impero. Concentriamoci su quelli che sarebbero i 12 Greatest Hits del suo notevole esercizio.
Todd definisce chiaramente come la "Gloriosa Rivoluzione" inglese del 1688, la Dichiarazione d'Indipendenza americana del 1776 e la Rivoluzione francese del 1789 siano stati i veri pilastri dell'Occidente liberale. Di conseguenza, un "Occidente" espanso non è storicamente "liberale", perché ha anche progettato "il fascismo italiano, il nazismo tedesco e il militarismo giapponese".
In poche parole, Todd mostra come il protestantesimo abbia imposto l'alfabetizzazione universale alle popolazioni che controllava, "perché tutti i fedeli devono accedere direttamente alle Sacre Scritture. Una popolazione alfabetizzata è capace di sviluppo economico e tecnologico. La religione protestante ha modellato, per caso, una forza lavoro superiore ed efficiente." Ed è in questo senso che la Germania è stata "al centro dello sviluppo occidentale", anche se la Rivoluzione industriale ha avuto luogo in Inghilterra.
La formulazione chiave di Todd è indiscutibile: "Il fattore cruciale dell'ascesa dell'Occidente fu l'attaccamento del protestantesimo all'alfabetizzazione."
Inoltre il protestantesimo, sottolinea Todd, è due volte al centro della storia dell'Occidente: attraverso la spinta educativa ed economica – con la paura della dannazione e il bisogno di sentirsi scelti da Dio che generano un'etica del lavoro e una forte moralità collettiva – e attraverso l'idea che gli omini sono diseguali (ricordate il Fardello dell'Uomo Bianco).
Il crollo del protestantesimo non poteva che distruggere l'etica del lavoro a vantaggio dell'avidità di massa: ecco il neoliberismo.
Il transgenderismo e il culto del falso
E c'è un ulteriore bonus analitico: "L'ideologia transgender dice che un uomo può diventare una donna e una donna può diventare un uomo. È un'affermazione falsa e, in questo senso, vicina al cuore teorico del nichilismo occidentale." La situazione peggiora quando si parla di ramificazioni geopolitiche. Todd stabilisce una giocosa connessione mentale e sociale tra questo culto del falso e il comportamento traballante dell'Egemone nelle relazioni internazionali. Un esempio: l'accordo sul nucleare iraniano concluso sotto Obama, che diventa un regime sanzionatorio duro sotto Trump. Todd: "La politica estera americana è, a suo modo, gender fluid."
Prima di ciò, e a differenza di quasi tutti gli "analisti" occidentali della sfera mainstream di NATOstan, Todd capisce che Mosca è destinata a vincere contro l'intera NATO, non solo contro l'Ucraina, approfittando di una finestra di opportunità individuata da Putin all'inizio del 2022. Todd scommette su una finestra di 5 anni, cioè su un finale entro il 2027. È illuminante fare un confronto con il Ministro della Difesa Shoigu, che ha dichiarato l'anno scorso: l'OMS finirà entro il 2025.
Qualunque sia la scadenza, in tutto questo è insita una vittoria totale della Russia – con il vincitore che detta tutte le condizioni. Nessun negoziato, nessun cessate il fuoco, nessun conflitto congelato – come l'Egemone sta ora disperatamente girando.
Davos mette in scena "Il trionfo dell'Occidente"
Il grande merito di Todd, così evidente nel libro, è quello di usare la storia e l'antropologia per portare sul divano la falsa coscienza della società occidentale. Ed è così che, concentrandosi ad esempio sullo studio di strutture familiari molto specifiche in Europa, riesce a spiegare la realtà in un modo che sfugge totalmente alle masse collettive occidentali sottoposte al lavaggio del cervello e al turbo-neoliberismo.
Va da sé che il libro di Todd, basato sulla realtà, non sarà un grande hit tra le élite di Davos. Ciò che sta accadendo questa settimana a Davos è stato immensamente illuminante. Tutto è alla luce del sole.
Da parte di tutti i soliti sospetti – la tossica Medusa dell'UE von der Leyen; il guerrafondaio Stoltenberg della NATO; BlackRock, JP Morgan e gli altri capoccia che stringono la mano al loro giocattolo in felpa sudata a Kiev – il messaggio del "Trionfo dell'Occidente" è monolitico.
La guerra è pace. L'Ucraina non (corsivo mio) sta perdendo e la Russia non sta vincendo. Se non siete d'accordo con noi – su qualsiasi cosa – sarete censurati per "discorso d'odio". Vogliamo il Nuovo Ordine Mondiale – qualunque cosa voi miseri contadini pensiate – e lo vogliamo ora.
E poi se tutto fallisce, una Malattia X prefabbricato vi colpirà.
di Alessandro BianchiIncontriamo Emmanuel Todd nella sede romana di Fazi, l’editore che ha pubblicato la versione italiana del suo bestseller “La sconfitta dell’Occidente”. Storico,...
di Alessandro BianchiE' autore di War Is a Force That Gives Us Meaning (2002), best seller che è stato finalista dei National Book Critics Circle Award. Ha insegnato giornalismo alle università...
Sulla vicenda della donna iraniana nuda nel campus, le cui immagini sono diventate virali, monta la strumentalizzazione politica.Al di là dei proclami “social”, cosa si sa realmente?...
di Loretta Napoleoni - San Diego 5 novembre 2024 E’ stata una notte elettorale brevissima in California, poco prima delle 22 con i risultati parziali dei primi swing states, prima...
Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa