Il professor Galli, che non si nega mai il salotto televisivo, è ormai il teorico riconosciuto della vita umana ridotta a sopravvivenza del mero dato biologico che non ci distingue da una formica operaia. Le sue ultime esternazioni (che qui riporto) sono quanto di meglio possa augurarsi il dominio assoluto del capitale: si esce di casa, si respira, solo in quando fattori della produzione, meglio evitando anche la spiacevole esperienza collettiva del banco di scuola. Il vivere con gli altri, sganciato dalla logica dello scambio economico e della produzione, diventa il sacrificabile.
«Sono quattro le condizioni che determinano contatti tra la popolazione in cui ci si “mischia” con gli altri con o senza precauzioni, o con livelli diversi di precauzioni: andare al lavoro e a scuola, stare al lavoro o a scuola, tornare a casa, uscire la sera e avere relazioni di vario genere. L’unica che può essere sacrificata è l’ultima. Le limitazioni serali servono a questo».
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