12 dicembre 1969: strage fascista, di stato, della NATO, ricordiamolo sempre.

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di Giorgio Cremaschi

Il 12 dicembre di 48 anni fa esplodeva una bomba ad alto potenziale nella Banca dell'Agricoltura a Milano. 17 morti un centinaio di feriti per una strage che dava avvio alla "strategia della tensione", cioè all'uso del terrorismo fascista da parte dei settori dello stato e del padronato per fermare il grande movimento di lotta in corso; era in via di conclusione la vertenza contrattuale di metalmeccanici con una grandissima vittoria dei lavoratori.



Apparati dello stato, la NATO, che aveva da poco organizzato il colpo di stato dei colonnelli in Grecia, i padroni più reazionari che si vedevano rovesciati dalle lotte venti anni di dominio assoluto sul lavoro, tutti questi usarono assieme la manovalanza fascista per questa e le altre stragi successive. Fu la forza del movimento democratico e di lotta che fermò, dopo anni di scontri, questo disegno reazionario. 

Bisogna ricordare che le vittime delle stragi di stato non furono solo quelle colpite direttamente dalle bombe, ma anche quelle colpite e perseguitate dagli apparati dello stato. Anche queste vittime sono tante e tra esse ricordiamo gli anarchici Giuseppe Pinelli, ucciso nella questura di Milano, e Pietro Valpreda, incriminato innocente perché lo stato inventò la pista anarchica per coprire se stesso e i fascisti. 

12 dicembre, strage fascista, di stato, della NATO, ricordiamolo sempre.

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