9 maggio: a Berlino decidono di insultare la storia
di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomatico
L'8 maggio 1945 fu firmato l'atto finale di resa incondizionata della Germania nazista. All’inizio, i dirigenti del Terzo Reich, dopo il suicidio di Hitler, si affrettarono a capitolare davanti agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna e l’Atto fu firmato presso la sede di Eisenhower il 7 maggio. Tuttavia, Mosca non era categoricamente soddisfatta dei dettagli e del luogo della cerimonia. "Il trattato firmato a Reims non può essere annullato, ma non può nemmeno essere riconosciuto", scrisse Stalin in un telegramma a Churchill e Truman.
E già l'8 maggio, la Germania, alle 22:43, ora dell'Europa centrale, capitolò davanti all'Unione Sovietica.
A Mosca, la resa della Germania venne annunciata la notte del 9 maggio 1945 e su ordine di Stalin, in questo giorno fu dato il saluto vittorioso con mille cannoni.
E oggi cosa succede In Germania? Succede che a Berlino, in occasione della celebrazione della fine della Seconda Guerra Mondiale l’8 e il 9 maggio sono stati banditi dai memoriali le bandiere russe e i nastri di San Giorgio e persino le canzoni, legate alla Vittoria dell'URSS sul nazifascismo.
La polizia di Berlino ha pubblicato le norme che si applicano ai monumenti commemorativi sovietici a Berlino e dintorni. Cioè nel giorno della liberazione dal fascismo tedesco, sotto minaccia di punizione, è vietato esporre la bandiera del vincitore nella battaglia con il fascismo tedesco, l'URSS. “Chi vieta la bandiera del vincitore si schiera dalla parte del perdente, cioè del fascismo hitleriano", queste parole di condanna, riportate oggi dalla stampa russa, appartengono a Gerhard Langguth, figlio di antifascisti e parente di uno dei padri fondatori del Partito socialdemocratico tedesco (SPD), Ferdinand Lassalle.
Langguth ha condannato la decisione in una lettera al ministro degli Interni del Land di Berlino, Iris Spranger, affermando che questo divieto è contrario alla Costituzione tedesca e al giuramento di Spranger e ha sottolineato che la canzone sovietica “Guerra Santa” mira a combattere il fascismo e quindi non deve essere vietata. Il divieto di indossare ed esporre la bandiera, così come altri simboli associati alla Grande Guerra Patriottica e all'URSS, sul territorio dei memoriali sovietici nel Giorno della Vittoria a Berlino equivale ad approvare e adottare il fascismo.
La rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che Mosca condanna la decisione delle autorità di Berlino di vietare i simboli sovietici e russi l'8 e il 9 maggio, sottolineando che la decisione è blasfema e ha invitato le autorità di Berlino ad annullarla. Il 6 maggio, il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è recato sul fianco orientale della Nato per incontrare le truppe tedesche di stanza in Lituania e negoziare con il presidente Gitanas Naus?da.
Nel campo di addestramento militare Scholz è salito su un veicolo corazzato da trasporto truppe Boxer e ha promesso ai paesi Baltici protezione dagli attacchi russi! Lo scorso dicembre Vilnius e Berlino hanno firmato un accordo che sancisce il dispiegamento permanente di truppe tedesche all’estero, il primo dalla Seconda Guerra Mondiale! Le sue dichiarazioni: “la Germania è dalla parte dei paesi baltici, noi della Nato ci proteggiamo l’un con l’altro, difenderemo ogni centimetro del nostro territorio” e le foto del cancelliere federale sul carro armato che difende i paesi baltici dalla mitica «aggressione russa» sarebbero state impensabili solo due anni fa. Anche nell’agosto 2022 Scholz è salito sul carro armato, “Gepard”, nel poligono Plutos, dove stavano facendo addestramento ai soldati ucraini. E’ un destino sinistro quello di salire sul carro armato nei paesi baltici per impaurire la Russia, ricordo che nel dicembre 2012 a tale tentazione non è sfuggita nemmeno Elizabeth Truss, quando era a capo del ministero degli Esteri della Gran Bretagna. La foto della Truss in Estonia, sul carro armato in elmetto e giubbotto antiproiettile per “dissuadere Putin dall’invasione dell’Ucraina”, sollevò sulla stampa britannica svariati commenti, uno in particolare diceva: “Il suo astuto piano è fermare Putin facendolo ridere”.
A parte l'ilarità, le grottesche immagini di Truss e Scholz trasmettono un senso di macabro. Sollevano inquietanti paralleli storici.