A proposito della "debolezza" russa...

4301
A proposito della "debolezza" russa...

 

Gli scontri diminuiscono in Francia, ma alta resta la tensione e la polveriera potrebbe esplodere. Larry c. Johnson, un articolo pubblicato sul Ron Paul Institute, ha fatto un’osservazione a margine su quanto avvenuto oltralpe che ci sembra interessante.

“Molte zone di Parigi sono in fiamme – scrive Johnson – così come edifici e automobili in altre città, e non si vede una fine in vista. Eppure l’Occidente sta trattando la vicenda come qualcosa di banale e nessuno dei media più importanti sta avvertendo che Macron è alle corde e sull’orlo del precipizio, tanto poter essere costretto a lasciare l’incarico” [ne scriveva quanto le fiamme erano alte e tale possibilità poteva apparire davvero all’orizzonte di qualche osservatore ndr]

“Quindi lasciatemi porre una domanda: potete immaginare l’orgasmo dei media occidentali se il caos che ora scuote la Francia – e che ricorda le rivolte che hanno attanagliato gli Stati Uniti durante l’estate del 2020 [dopo l’omicidio di George Floyd ndr] – si stesse verificando a Mosca?”

“Sospetto che i media – la stampa, i social media e i più importanti canali Tv – farebbero una copertura totale sul fatto che Putin sta perdendo il controllo del potere e annuncerebbero che la Russia si sta dirigendo verso il precipizio della dissoluzione”.

E conclude: “Se la carneficina in Francia continua nella prossima settimana, sarà più difficile per l’Occidente diffondere il messaggio che Putin e la Russia sono indeboliti. La realtà ha un modo tutto suo di distruggere le fantasie”. Forse tale considerazione, realista, ha dato vita a convergenze segrete per aiutare Macron a domare le fiamme.

Il sondaggio del Levada Center

Sempre a proposito dell’asserita debolezza di Putin, il cui potere secondo diversi analisti sarebbe stato comunque incrinato dal fallito golpe di Prigozhin, c’è da rilevare che l’ultimo sondaggio del Levada Center, che in Occidente viene considerato indipendente, indica che la gestione della crisi l’ha premiato: la sua popolarità è infatti salita, arrivando a un indice di gradimento dell’83%.

La propaganda di guerra, che mischia menzogne a patriottismo, aiuta a tener unite le forze e a motivare. Ma non è con questa che si vincono le guerre. Anzi può accadere, com’è avvenuto per il Vietnam, che le menzogne vengano a galla di schianto (allora furono disvelate dai Pentagon Papers). In tal caso le ricadute sul conflitto sono devastanti.

Peraltro, per quanto riguarda la guerra ucraina, la propaganda ha come scopo principale evitare che si apra un negoziato. Asserire che la Russia è debole serve ad alimentare la speranza di una vittoria di Kiev che ora non è all’orizzonte, quindi a prolungare un’inutile guerra. La mendacità, nel caso specifico, è molto più grave.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La strategia del riccio di Trump di Giuseppe Masala La strategia del riccio di Trump

La strategia del riccio di Trump

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime di Geraldina Colotti Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime

Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

L'agenzia di stampa finanziata dall'UE e le "previsioni" di Baba Vanga di Francesco Santoianni L'agenzia di stampa finanziata dall'UE e le "previsioni" di Baba Vanga

L'agenzia di stampa finanziata dall'UE e le "previsioni" di Baba Vanga

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio di Marinella Mondaini Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Professioni e privilegi di Giuseppe Giannini Professioni e privilegi

Professioni e privilegi

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA di Gilberto Trombetta IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione di Michelangelo Severgnini La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Recensione a “La sconfitta dell’Occidente” di Michele Blanco Recensione a “La sconfitta dell’Occidente”

Recensione a “La sconfitta dell’Occidente”

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis di Giorgio Cremaschi Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti