Aleksandr Syrsky, chi è il nuovo capo delle forze armate ucraine

7898
Aleksandr Syrsky, chi è il nuovo capo delle forze armate ucraine

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

OPPURE



di Clara Statello per l'AntiDiplomatico


Se la guerra civile in corso in Ucraina dovesse avere un volto, sarebbe quello di Aleksandr Syrsky, il nuovo comandante in capo delle Forze Armate Ucraine (AFU). La sua nomina è arrivata giovedì pomeriggio, a conclusione di un lungo scontro ai vertici, tra il presidente Volodymir Zelensky ed il generale Valery Zaluzhny, suo predecessore.

In quasi dieci anni di guerra, Syrsky è stato protagonista di battaglie cruciali per l’esercito ucraino: la rovinosa sconfitta di Debaltsevo nel febbraio 2015, la difesa di Kiev, la vittoriosa e fulminea controffensiva con cui riconquistò Kharkov in tre giorni nel settembre 2022, il tritacarne di Bachmut. Tra le truppe, avrebbe la fama di utilizzare i suoi uomini come “carne da cannone” e, per l’elevato numero di caduti nelle battaglie da lui condotte, gli è stato affibbiato il nome di “Generale 200” (da “cargo 200”, il codice assegnato ai corpi dei soldati morti in combattimento).

Ma soprattutto Syrsky è russo, come altri uomini di fiducia di Zelensky che probabilmente sperano di finire sulle copertine di Vanity Fair, sull’esempio di Gorbacev e Eltsin. La famiglia di Syrsky vive nella Federazione Russa. Dalle pubblicazioni sui social, la madre sembra essere una sostenitrice di Putin.


Chi è Aleksandr Syrski

Lyudmila Syrskaya, classe 1941, è una donna russa della città di Vladimir, molto attiva e patriottica. Canta nel coro, frequenta la chiesa locale, pratica scii e partecipa assieme al marito al Reggimento Immortale. Una foto pubblicata nel 2015 sul social russo Odnoklassniki, la ritrae alla marcia commemorativa, con in mano il ritratto del padre, caduto durante la Grande Guerra Patriottica. Per amara ironia della sorte, questo Eroe dell’Unione Sovietica, che combatteva contro i nazisti, sarebbe il nonno del nuovo capo dell’AFU, ritratto in qualche foto davanti alle bandiere rossonere dell’UPA, l’esercito collaborazionista delle SS di Stepan Bandera.

I post di Lyudmilla a sostegno del presidente Putin non sono sfuggiti alla stampa russa, che però ancora non ne conferma l’identità. La donna non risponde alle tante domande dei giornalisti. Secondo Oleg Tsarev, il leader ucraino della primavera russa, il padre di Syrski sarebbe un colonnello in pensione dell’esercito sovietico.

Sembra accertata invece l’identità del fratello del nuovo comandante in capo, Oleg Syrsky.

“Non comunico con lui, non so nemmeno dove sia. Non so niente di lui", ha detto ai giornalisti di Tass.  

Aleksandr Syrsky è nato il 26 luglio 1965 nel villaggio di Novinki, distretto di Kirzhachsky, regione di Vladimir, nell’attuale Federazione Russa. Laureato presso la Scuola Superiore di Comando delle armi combinate di Mosca, ha iniziato la sua carriera da ufficiale nell’esercito sovietico nel 1986, come comandante di un plotone di fucilieri. Ha per cinque anni nei Corpi dell’artiglieria sovietica. Sarebbe andato a vivere in Ucraina negli anni ’80, secondo quanto riporta Reuters senza citare le circostanze del trasferimento.

Le guerre civili dividono le famiglie, fratelli contro fratelli, padri contro figli, nonni contro nipoti. Il conflitto in Ucraina non fa eccezione.

“Le vicissitudini del destino. Guerra civile classica”, ha commentato Oleg Tsarev e Aleksandr Syrsky, l’ufficiale sovietico che adesso è al comando di forze di ispirazione banderista, è forse il caso più emblematico di questa guerra su cui soffia l’Occidente, per espandere la propria zona di influenza, dopo il collasso dell’Unione Sovietica. Non una guerra per la democrazia, non una guerra interetnica, ma una guerra civile tra chi vuole entrare nel club della NATO e chi vuole mantenere la propria identità storico/culturale.

Nel Paese della derussificazione, della rimozione dei monumenti a Pushkin, del boicottaggio dell’arte e della lingua russa, della distruzione sistematica di libri di autori russi o ucraini russofoni, nel Paese che più diffonde al mondo la russofobia, che chiama i russi con il dispregiativo di “orchi”, che è in lotta contro il “rashismo”, il capo dell’esercito è un russo.

La reazione di Mosca

La storia di Syrsky non è in fondo molto diversa da quella del presidente Volodymir Zelensky, il cui nonno aveva combattuto nell’Armata Rossa durante la Grande Guerra Patriottica contro il nazismo. Lo ha ricordato il presidente russo Putin nell’intervista rilasciata nei giorni scorsi al giornalista statunitense Tucker Carlson:

"Una volta gli ho parlato di questo e gli ho detto: "Volodya, perché sostieni i neonazisti in Ucraina, quando tuo nonno ha combattuto contro il fascismo, era un soldato in prima linea!" È salito al potere grazie alle aspettative della popolazione ucraina sulla pace. Ma si è reso conto che l’Occidente sosterrà sempre coloro che sono contro la Russia. Ha ingannato i suoi elettori".

L’ascesa di Syrsky non è percepita come un pericolo per Mosca. La sostituzione ai vertici militari è vista come una conseguenza del fallimento della controffensiva e la ricerca di un capro espiatorio a cui addossare le responsabilità.

Per Vladimir Dzhabarov, primo vicepresidente del Comitato per gli affari internazionali del Consiglio della Federazione, il cambiamento resta nel solco della stabilità e non porterà grosse sorprese.

“Non penso che la situazione cambierà radicalmente, perché Zaluzhny e Syrsky hanno lavorato insieme. Syrsky era il comandante in capo delle forze di terra, Zaluzhny era il comandante in capo delle forze armate. Penso che a Zaluzhny sia capro espiatorio dei fallimenti del 2023. E’ stato necessario dare la colpa a qualcuno della mai avvenuta controffensiva, che ha causato gravi perdite di uomini senza portare a nessun progresso”, ha detto a Tass.

Perentorio il commento del deputato della Duma di Stato, Oleg Morozov:

“Non ci interessa chi sconfiggere in prima linea: Zaluzhny o Syrsky. Il regime nazista non può essere salvato o abbellito da cambiamenti di personale!”.

Sempre dalla Russia, l’ex primo ministro ucraino, Nikolai Azarov, pone l’accento sulle cruenti tattiche militari di Syrsky, per cui è conosciuto come Generale Cargo o Macellaio di Bachmut:    

“Alexander Syrsky non è abituato a fare i conti con le perdite ed è pronto a eseguire qualsiasi ordine proveniente da Kiev e dagli “amici” occidentali del regime di Kiev. Per l'esercito ucraino è una figura estremamente scomoda, ma si adatta perfettamente a Zelenskyj e ad Andriy Ermak", ha scritto Azarov sul social network Facebook.

Le reazioni dei soldati ucraini

Le considerazioni di Azarov trovano riscontro in un articolo pubblicato dal Washington Times, subito dopo la nomina di Syrsky, in cui si prevede che la sua nomina “provocherà una reazione negativa tra le truppe sul campo”. 

“Tra i soldati semplici – prosegue il WT -  Syrsky è particolarmente antipatico, considerato da molti un comandante in stile sovietico che ha tenuto le forze sotto il fuoco troppo a lungo nella città orientale di Bakhmut, che alla fine cadde sotto il controllo russo . Migliaia di soldati ucraini furono uccisi e molti altri feriti mentre difendevano la città, che aveva un valore strategico limitato”.

I militari diffidano di Syrsky perché lo ritengono un mero esecutore dei piani di guerra di Zelensky, che potrebbe avere in mente “aggressioni sconsiderate”, con un alto costo di sangue, che Zaluzhny non avrebbe intrapreso. Nell’immediato, questo potrebbe voler svelare l’intenzione di trasformare Adveevka in un tritacarne, esattamente come Bachmut.

 

 

Clara Statello

Clara Statello

Clara Statello, laureata in Economia Politica, ha lavorato come corrispondente e autrice per Sputnik Italia, occupandosi principalmente di Sicilia, Mezzogiorno, Mediterraneo, lavoro, mafia, antimafia e militarizzazione del territorio. Appassionata di politica internazionale, collabora con L'Antidiplomatico, Pressenza e Marx21, con l'obiettivo di mostrare quella pluralità di voci, visioni e fatti che non trovano spazio nella stampa mainstream e nella "libera informazione".

Il vento del Kazan soffia sul Sud Globale di Geraldina Colotti Il vento del Kazan soffia sul Sud Globale

Il vento del Kazan soffia sul Sud Globale

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione di Antonio Di Siena Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione

Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione

UNA DELLA PAGINE PIÙ NERE DELLA STORIA D’ITALIA di Gilberto Trombetta UNA DELLA PAGINE PIÙ NERE DELLA STORIA D’ITALIA

UNA DELLA PAGINE PIÙ NERE DELLA STORIA D’ITALIA

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Sull’orlo dell’abisso  - Il ruolo della Francia di Paolo Pioppi Sull’orlo dell’abisso  - Il ruolo della Francia

Sull’orlo dell’abisso - Il ruolo della Francia

Manovra. La figura (indecorosa) del governo Meloni con le banche di Giorgio Cremaschi Manovra. La figura (indecorosa) del governo Meloni con le banche

Manovra. La figura (indecorosa) del governo Meloni con le banche

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti