Alessandro Orsini - "Gli amici di Israele sono mafiosi?"
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di Alessandro Orsini*
Sono ammirato dalla decisione di Raffaele Oriani, il giornalista che si è dimesso da Repubblica per esprimere, con un gesto di alto valore pedagogico, il suo dissenso verso la non copertura dello sterminio dei bambini palestinesi a Gaza per mano di Ursula von der Leyen, Biden e Netanyahu. Le scienze sociali non lasciano dubbi a riguardo: essere “amici d’Israele” nel 2024 significa essere disponibili a coprire o giustificare i crimini d’Israele contro l’umanità. L’analisi sociologica dei documenti disponibili mostra che il criminale di guerra Netanyahu concepisce la locuzione: “Quel giornalista è un amico d’Israele” in questo senso: “Quel giornalista copre i crimini d’Israele quindi è un nostro amico”. La domanda che dobbiamo porci è se essere amici d’Israele sia paragonabile all’essere amici della mafia. Che cosa fa l’amico della mafia? È semplice: l’amico della mafia copre o giustifica i crimini della mafia oppure diffama e insulta chi denuncia la mafia.
E qui la sociologia mostra l’analogia giacché gli amici d’Israele sono omertosi come gli amici dei mafiosi.
Esempio.
I soldati feccia israeliani sparano nel cranio del bimbo di tre anni Mohammed Haitham al Tamimi, il 5 giugno 2023 in Cisgiordania? Bene, il politico italiano “amico d’Israele” pratica l’omertà e non denuncia il crimine imitando la condotta degli amici dei mafiosi che non denunciano gli omicidi di mafia. Gli amici d’Israele sono i mafiosi delle relazioni internazionali? Proviamo a rispondere abbozzando una prima definizione sociologica da inserire nel dizionario dei crimini contro l’umanità: "Il concetto di amico d’Israele ha assunto significati mutevoli nel tempo. Nel 2024, amici d’Israele indica una rete transnazionale di criminali politici e dell’informazione che copre e giustifica la violazione del diritto internazionale da parte d’Israele e il massacro dei palestinesi”.
Quando un conduttore televisivo, un ministro o un parlamentare italiano, vi dice orgogliosamente: “Io sono un amico d’Israele!” potete tranquillamente chiedergli: “Allora tu sei parte di quella mafia internazionale che, con la violenza, gli omicidi e le stragi contro il popolo palestinese, viola il diritto internazionale come la mafia viola il diritto nazionale con la violenza, gli omicidi e le stragi?”.
Trinceratevi dietro di me così non possono querelarvi. Esempio. Il politico o giornalista dice: “Ciao, io sono un amico d’Israele”. Voi gli rispondete così: “Ma lo sai che il professor Orsini ha abbozzato una definizione sociologica che ti ritrae alla stregua di un mafioso?”. Chiudete con il punto interrogativo così non possono querelarvi.
Se il politico-mafioso si arrabbia troppo, ditegli: “Ma che vuoi da me? È Orsini che ha scritto questa definizione ricorrendo al sapere critico offerto dalle scienze sociali. Prenditela con Orsini”.
Conclusione: i giornalisti amici d'Israele sono i giornalisti da cui Netanyahu si aspetta di essere difeso quando massacra i palestinesi.
*Post Facebook del 7 gennaio 2023