Alla canna del Gas
di Federico Giusti
I corridoi energetici sono stati motivo di guerre e il loro controllo rappresenta la causa reale di innumerevoli conflitti, sarebbe sufficiente avere memoria dei fatti storici e non accontentarci della vulgata ufficiale.
L'Ucraina ha rifiutato il rinnovo dell’accordo di transito del gas russo, le conseguenze immediate saranno per altro nefaste per aziende e cittadini ucraini che dovranno sostenere spese superiori del 400% per l'acquisto dei generi elettrici. Sostenere le esportazioni di gas e petrolio russo è indubbiamente una boccata d'ossigeno per la Russia ma ci chiediamo se non sia invece conveniente soprattutto per le economie europee che pagano il gas liquefatto quasi cinque volte tanto di quello russo. Dopo la fine delle esportazioni russe, Austria, Ungheria e Slovacchia sono corse ai ripari accordandosi con la compagnia petrolifera statale dell'Azerbaijan, SOCAR, e tramite condotte dalla Germania e dall'Ungheria, ma non senza costi aggiuntivi per il transito, avranno l'agognato gas.
Norvegia e Stati Uniti hanno sostituito la Russia come i più grandi fornitori di gas europeo nel 2024, anno in cui gli Stati Uniti hanno rappresentato quasi la metà delle importazioni totali di GNL che notoriamente sono assai più cari del gas di Mosca, oltre a richiedere investimenti ai singoli paesi per l’immagazzinamento, con tecnologia sempre di produzione statunitense.
Stando a questi fatti gli Usa hanno ottenuto un duplice risultato: da una parte accrescere le esportazioni di GNL, soppiantare la Russia, imporre la propria tecnologia e indebolire i competitor europei che hanno subito i maggiori contraccolpi derivanti dalla interruzione forzata del gas russo
Con il crollo delle forniture di gas russo all'Europa, la spirale dei prezzi è impazzita, si paga il gas liquefatto 4 o 5 volte tanto quello Russo, all’indomani della guerra in Ucraina è iniziata una vera e propria spirale speculativa sui prezzi energetici determinando la inevitabile crisi delle economie europee
La maggior parte delle altre rotte del gas russo verso l'Europa sono state nel frattempo chiuse, vuoi per il sabotaggio terroristico del Nord Stream sotto il Baltico, vuoi per ridisegnare completamente le tappe dei corridoi energetici. A oggi restano attivi il Blue Stream e il TurkStream che portano gas russo verso la Turchia attraverso il Mar Nero, gas che poi la Turchia invia a prezzi maggiori in alcuni paesi Europei. Alla luce di queste considerazioni è più facile comprendere il ruolo della Turchia come potenza regionale nevralgica per gli interessi Usa e Nato ma anche in funzione antisiriana come la recente storia insegna.
Gli effetti della guerra in Ucraina sono quindi evidenti e impossibili da non vedere con il potenziamento del ruolo Usa a mero discapito della Ue, il controllo dei corridoi energetici e la nascita di nuovi canali di approvvigionamento a favore di Washington.
A rimetterci il vecchio Continente la cui debolezza economica dovrebbe riguardarci direttamente se fossimo capaci, come paese, di uscire dalla logica del servilismo sciocco verso i potenti di turno.