Andrea Zhok - Le loro cannoniere e la nostra attesa

6667
Andrea Zhok - Le loro cannoniere e la nostra attesa


Da lettore di Salgari, in giovane età ho sempre amato l'immagine dei pirati malesi che assaltavano con giunche o "prahos" malfermi le poderose cannoniere britanniche. Di solito per finire fatti a pezzi, ma talvolta riuscendo nell'abbordaggio, dove sul ponte, nel corpo a corpo, il vantaggio tecnologico britannico si dissolveva e la partita si apriva.

Era una fascinazione giovanile, istintiva e naturalmente ingenua. Anni dopo, divenuto consapevole di cosa avesse significato l'imperialismo britannico e la "Compagnia delle Indie" (la prima corporation privata che, letteralmente, possedeva delle nazioni), quell'immagine ha acquisito una nuovo significato, non più meramente letterario.

In effetti quella era la forma romanzata di una delle dinamiche di fondo degli ultimi due secoli: la conquista e sottomissione imperiale del mondo da parte di quella parte dell'occidente che, alle soglie di ciò che chiamiamo "modernità", aveva goduto di un vantaggio tecnologico iniziale. E il mondo conquistato non era solo esterno, in paesi lontani, ma anche interno, con la distruzione sistematica di forme di vita rurali, comunitarie, stratificate.

Si tratta di una storia fondamentalmente di sopraffazione, militare prima, economica poi, infine culturale. Tutte le tinteggiature di nobili intenti civilizzatori, del "fardello dell'uomo bianco" sono propaganda e ideologia autogiustificativa, che cercava di fare un’antica operazione: spiegare che il dominatore era tale per ragioni altissime e nobilissime, che niente avevano a che vedere con il volgare fatto di avere protempore un randello più grosso.

Naturalmente, chi volesse farsi davvero portatore di istanze di civiltà, ritenendole intrinsecamente superiori, dovrebbe recarsi "nudo" e cerca di instaurare relazioni di dono, tra pari. Lo fecero alcuni missionari, e una parte ebbe anche qualche successo.

L'Occidente ha invece chiesto che la propria superiorità civile e morale venisse ammessa entusiasticamente da tutti con una canna di fucile puntata in faccia.
Quella storia, e così veniamo all’oggi, non è mai finita. È semplicemente continuata dopo il 1945 con il subentrare dei cugini americani all'impero britannico, e con la rimodulazione del potere, da controllo militare diretto a controllo indiretto, economico, culturale, e militare solo quando gli altri fallivano.

Oggi però una parte dei paesi che allora erano stati sottomessi hanno imparato a difendersi, hanno recuperato il vantaggio tecnologico che inizialmente li metteva in condizioni di inferiorità sul piano della forza (e solo su quello), e si apprestano a rispondere (la Cina, ad esempio, ha una perfetta consapevolezza di quanto accaduto, ne ha sofferto amaramente per due secoli e ora sta reagendo).

Il quadro che si profila, il quadro cui si sta preparando l’impero americano, è quello di un conflitto senza esclusione di colpi per la preservazione del proprio potere. È importante capire che la cultura americana, e questo è un dato storico profondo, è improntata ad un atteggiamento di aggressività predatoria sin dalle origini (gli indiani ne sanno qualcosa). Non è un caso che l’animale simbolo degli USA sia un rapace (l’aquila), mentre quello della Russia e della Cina siano due tipi di orso (uno carnivoro, l’altro vegetariano). Si tratta di autoidentificazioni conformi a miti fondativi, che definiscono e rinforzano un "carattere nazionale".

Chi oggi si trova ad assaltare le cannoniere con giunche e prahos non sono più i pirati delle ex colonie (o almeno non tutti). Sono soprattutto le minoranze interne ai paesi occidentali, che percepiscono il pericolo di un incombente scontro totale e cercano di scongiurarlo, nel nome di un’idea di convivenza, rispetto, autodeterminazione. E per questo atteggiamento visceralmente antiimperialista queste minoranze vengono attaccati nella neolingua giornalistica come “nazionalisti”, “rossobruni”, “sovranisti”, ecc.

Anche questo è parte del fuoco delle loro cannoniere.

Ma noi aspettiamo il momento di trovarci corpo a corpo sul ponte.
 

Andrea Zhok

Andrea Zhok

Professore di Filosofia Morale all'Università di Milano

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Recessione e inflazione, due facce della stessa medaglia. di Giuseppe Masala Recessione e inflazione, due facce della stessa medaglia.

Recessione e inflazione, due facce della stessa medaglia.

Basta che se ne parli di Francesco Erspamer  Basta che se ne parli

Basta che se ne parli

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa di Geraldina Colotti L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest? di Francesco Santoianni Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

La nuova Bucha di Zelensky di Marinella Mondaini La nuova Bucha di Zelensky

La nuova Bucha di Zelensky

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza di Giuseppe Giannini La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

Il Colonialismo della mozione congiunta PD, M5S, AVS di Michelangelo Severgnini Il Colonialismo della mozione congiunta PD, M5S, AVS

Il Colonialismo della mozione congiunta PD, M5S, AVS

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Mattarella firma la legge liberticida di Michele Blanco Mattarella firma la legge liberticida

Mattarella firma la legge liberticida

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti