APEC, transizione energetica, protezionismo

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APEC, transizione energetica, protezionismo

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 di Peter TC Chang* - CGTN

 

In ottobre la Spagna ha subito devastanti inondazioni, mentre all'inizio dell'anno gli Stati Uniti sono stati colpiti da due potenti uragani. Questi eventi meteorologici estremi ci ricordano che il cambiamento climatico globale è reale e che il tempo sta per scadere per intraprendere azioni significative prima che i suoi effetti diventino irreversibili.

Questa settimana, i leader della regione Asia-Pacifico si riuniscono a Lima, in Perù, per la riunione dei leader dell'APEC, dove, tra i tanti obiettivi, viene posta al centro dei lavori la transizione energetica. L'incontro mira a promuovere una transizione energetica sostenibile ed equa, con le economie membri impegnate ad accelerare l'adozione di energia pulita e a garantire soluzioni accessibili e a costi contenuti, soprattutto per i Paesi in via di sviluppo.

In precedenza, ad agosto, la Malaysia ha partecipato al 14° incontro dei ministri dell'Energia dell'APEC a Lima, in Perù, dove il vice primo ministro Fadillah Yusof ha illustrato la National Energy Transition Roadmap (NETR) del paese, che delinea la strategia per raggiungere l'azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2050.

Il 12 novembre, ora locale, a Lima, in Perù, i membri dello staff parlano nell'APEC 2024 International Media Center. /CFP

A giugno, il premier Li Qiang ha visitato la Malesia per commemorare il 50° anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Durante la visita, le due nazioni hanno rinnovato un accordo quinquennale di cooperazione commerciale ed economica. Il patto prevede collaborazioni in settori emergenti come lo sviluppo verde, l'economia digitale e l'intelligenza artificiale, tutti cruciali per far progredire la transizione energetica della Malesia.

Nell'ultimo decennio, la Cina è emersa come leader globale nella tecnologia verde, diventando il maggior produttore mondiale di pannelli solari, turbine eoliche e batterie. Questo dato è significativo per due ragioni principali. In primo luogo, i progressi di queste tecnologie ci consentono di compiere passi sostanziali verso la mitigazione dell'impatto del cambiamento climatico. In secondo luogo, la capacità produttiva su larga scala della Cina sta rendendo le tecnologie verdi più accessibili e convenienti, consentendo a molti Paesi - soprattutto quelli in via di sviluppo - di intraprendere la propria transizione verso energie più pulite ed economie più verdi.

Tuttavia, le tensioni geopolitiche, in particolare il deterioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Cina, stanno ostacolando gli sforzi globali per combattere il cambiamento climatico. Il Presidente Biden si è impegnato a competere con la Cina dove necessario e a cooperare dove possibile, e il cambiamento climatico è stato identificato come un'area critica per la collaborazione. A settembre, l'inviato degli Stati Uniti per il clima John Podesta ha visitato la Cina ed entrambe le nazioni hanno riaffermato i loro precedenti impegni a raggiungere “risultati pratici di cooperazione” sulle questioni climatiche.

Nonostante questi impegni, la competizione rimane un aspetto determinante delle relazioni tra i due Paesi. Ad esempio, i conflitti commerciali in corso, tra cui le tariffe statunitensi sui pannelli solari, le turbine eoliche e i veicoli elettrici cinesi, rischiano di compromettere non solo i progressi americani ma anche la più ampia transizione verde globale.

Biden parteciperà alla riunione dei leader dell'APEC, ma l'importanza della sua presenza è oscurata dalla recente rielezione di Trump come prossimo presidente degli Stati Uniti. Durante il suo primo mandato, Trump ha ritirato gli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi e si teme sempre più che possa intraprendere di nuovo azioni simili, una mossa che potrebbe minare gravemente gli sforzi globali per affrontare il cambiamento climatico.

Il cambiamento climatico è una realtà e per la prima volta, nei Paesi in via di sviluppo, abbiamo i mezzi tecnologici per fare passi avanti sostanziali verso un'energia più pulita e un'economia più verde. Tuttavia, a meno che il mondo sviluppato non riesca a superare il protezionismo e il nazionalismo, i nostri sforzi per mitigare gli impatti del cambiamento climatico si riveleranno alla fine inutili.


*Peter TC Chang è un ricercatore associato presso l'Associazione di amicizia Malaysia-Cina

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