Appello di 25 ex diplomatici per la liberazione di Assange

Foto Comitato per la Liberazione di Julian Assange Italia

1962
Appello di 25 ex diplomatici per la liberazione di Assange

 

Sono 25 gli ex diplomatici italiani che hanno lanciato un appello per chiedere la liberazione di Julian Assange e contro l’estradizione negli USA. Il giornalista e editore di WikiLeaks è attualmente rinchiuso nel carcere di massima sicurezza inglese di Belrmash come se fosse un terrorista o un feroce criminale. La sua unica colpa, invece, è quella di aver rivelato all’opinione pubblica mondiale i crimini di guerra commessi da USA e Gran Bretagna in primis, nelle guerre in Iraq e Afghanistan. Se fosse estradato negli Stati Uniti, Assange rischierebbe una pena detentiva fino a 175 anni di carcere. Si potrebbe definire un ergastolo, ma nei fatti è un’esecuzione capitale date le condizioni psicofisiche del fondatore di WikiLeaks.

 Segue il testo della lettera degli ex diplomatici.

La malaugurata invasione dell'Iraq del 2003 ha provocato una serie di conseguenze negative e di gravi violazioni dei diritti umani di immediata percezione: iracheni torturati nelle celle di Abu Ghraib, rinchiusi illegalmente a Guantánamo, un Paese distrutto a tutto vantaggio dell’Iran.

Ma anche episodi rimasti ignoti a lungo. Uno per tutti. Il 12 luglio 2007 un elicottero Apache in sorvolo su Baghdad scorge nella strada sottostante alcuni civili, tra cui un fotografo munito di telecamera; dall’elicottero la scambiano per un lanciarazzi e sparano a raffica su di loro. Giunge in soccorso un furgone e viene centrato anche quello: 11 morti, tra cui due bimbi.

Questo fatto sarebbe rimasto sepolto assieme alle sue vittime, se non l’avesse rivelato nel 2010 un giornalista australiano, Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, coadiuvato da Chelsea Manning, un soldatino transgender. Furono loro a impedire il “crimine del silenzio” sugli orrori delle tragedie irachena e afghana.

Solo le dittature silenziano i media. Le vere democrazie trovano il coraggio di svelare “di che lagrime gronda e di che sangue” il Potere. E porvi rimedio. L’ha fatto il presidente Obama graziando Chelsea Manning, che era un militare con 35 anni di carcere da scontare. Perché non Biden per Assange, che è un giornalista? Eppure, da vice-presidente Biden aveva riconosciuto che le rivelazioni di WikiLeaks non avevano provocato “alcun danno sostanziale”. Ciò nonostante, Washington incriminò Assange con 17 capi d’accusa, basati su una legge antiquata – l’Espionage Act del 1917 – che poneva limiti alla stampa durante la Grande Guerra. Rinchiuso per otto anni nella sede dell’Ecuador a Londra (per sfuggire oltretutto a una poco credibile accusa di stupro), ad aprile è scattato il suo quarto anno di reclusione a Belmarsh, carcere inglese di massima sicurezza, in attesa di esser estradato negli Usa.

Le condizioni in cui vive ne hanno gravemente minato la salute. Perciò decine di parlamentari australiani, britannici e americani – oltre ad Amnesty International e Reporter Senza Frontiere – hanno rivolto petizioni all’Attorney General degli Usa e chiesto alla Corte Suprema del Regno Unito di negare l’estradizione.

I diplomatici sono tra i primi a riconoscere quanto può nuocere la fuga di rapporti e altri documenti riservati. Ma se la “riservatezza” serve a celare crimini di guerra, prevale il dovere del funzionario di denunciarli e il diritto del giornalista di renderli pubblici, si tratti o no di scoop. Va ricordato che nel 2004, durante l’invasione dell’Iraq, 52 ex-diplomatici britannici e 27 ex-ambasciatori e generali americani di alto rango uscirono dal loro riserbo con due durissime lettere di critica a Blair e a Bush.

Ora, noi ex-diplomatici ci uniamo ai parlamentari e alle organizzazioni umanitarie che hanno firmato appelli per la liberazione del giornalista, essendo convinti che le democrazie prosperano solo se hanno il coraggio di guardarsi allo specchio. A tal fine ci appelliamo al nostro governo affinché si unisca a tutti coloro che chiedono al presidente Biden di rinunciare ad ogni azione contro Julian Assange, in coerenza con quanto fatto da Obama.

Marco BACCIN

Francesco BASCONE

Mario BOFFO

Rocco CANGELOSI

Torquato CARDILLI

Giuseppe CASSINI

Fabio CRISTIANI

Antonio D’ANDRIA

Anna DELLA CROCE

Enrico De MAIO

Patrizio FONDI

Paolo FORESTI

Giovanni GERMANO

Elisabetta KELESCIAN

Maurizio LO RE

Luigi MACCOTTA

Roberto MAZZOTTA

Enrico NARDI

Angelo PERSIANI

Alessandro PIETROMARCHI

Michelangelo PIPAN

Giancarlo RICCIO

Antonio TARELLI

Maurizio TEUCCI

Bernardo UGUCCIONI

 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

I 6 punti del (finto) piano di pace di Trump per l'Ucraina di Giuseppe Masala I 6 punti del (finto) piano di pace di Trump per l'Ucraina

I 6 punti del (finto) piano di pace di Trump per l'Ucraina

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano... di Francesco Erspamer  Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti” di Geraldina Colotti Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti”

Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti”

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa di Marinella Mondaini Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa

Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa

Democrack di Giuseppe Giannini Democrack

Democrack

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia... di Michelangelo Severgnini Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia...

Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia...

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

A chi dà fastidio il rispetto del diritto e dei diritti umani di Michele Blanco A chi dà fastidio il rispetto del diritto e dei diritti umani

A chi dà fastidio il rispetto del diritto e dei diritti umani

Il 2025 sarà l’anno della povertà di Giorgio Cremaschi Il 2025 sarà l’anno della povertà

Il 2025 sarà l’anno della povertà

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti