Armata Rossa. L’annuale cancellazione della memoria storica

3873
Armata Rossa. L’annuale cancellazione della memoria storica


Con il consenso dell'Autore rilanciamo quest'articolo molto importante sull'uso distorto e elusivo che si fa del termine "Armata rossa" dalla propaganda filo NATO in Italia


di Marcello Colasanti - Il Giornale del Riccio
 

Da quasi un anno i telegiornali del gruppo Mediaset, e purtroppo non solo, utilizzano sistematicamente l’appellativo “Armata Rossa” per riferirsi alle azioni dell’esercito russo, o almeno, a quello che gli imputano.

L’Armata Rossa era l’esercito dell’Unione Sovietica, un paese che non esiste più da 32 anni, diverso per composizione, dimensioni, economia e politica rispetto a quello che è l’attuale Russia. Se il parallelo tra i due paesi può aprire un sensato dibattito, non c’è dubbio alcuno che “Armata Rossa” ed “Esercito Russo” rappresentano e sono due entità diverse, nel tempo e nei fatti.

L’errore grossolano è tutt’altro che dettato dall’ignoranza (anche se il TG5 il dubbio ce lo mantiene), ma segue un percorso ben preciso di costruzione del “mostro” e del “nemico assoluto” per quanto riguarda la situazione geopolitica attuale, di demonizzazione e revisionismo per quanto riguarda gli aspetti storici ed ideologici che evocano.

Il 27 Gennaio, giorno in cui ogni articolo e “memoria” andrebbe aperta con la citazione dell’Armata Rossa, in questo caso subisce il trattamento inverso, cioè la sua elusione.

Il Giorno della Memoria è fissato il 27 Gennaio non casualmente, ma per un evento ben preciso; in quel giorno le truppe dell’Armata Rossa sovietica del 1° Fronte Ucraino del Maresciallo Ivan Stepanovi? Konev, abbattono i cancelli del campo di Auschwitz, liberando e assistendo i 7.000 prigionieri rimasti.

La cancellazione della memoria storica, a cui assistiamo da decenni e accelerata in maniera preoccupante nell’ultimo, ha portato al paradosso di quest’anno, in cui la Polonia si è permessa di non invitare una delegazione russa alla commemorazione nel campo di Auschwitz. I principali protagonisti di quell’evento, costato 27 milioni di morti sovietici, sono stati esclusi.


L’atto di cancellazione non va visto semplicemente sul piano storico, ma come diretta sostituzione di valori che l’occidente sta portando avanti in maniera palese, senza nemmeno il preoccuparsi della “forma”, come avveniva in passato: ad Ottobre tutti i paesi NATO hanno votato NO presso l’ONU alla risoluzione contro il nazismo. O ancora, la trasformazione del 9 Maggio, giorno della Vittoria contro il nazifascismo, in un insensato “Europe Day” (inoltre, anche sbagliato, dato che l’UE venne fondata il 25 Marzo). A livello di narrazione mediatica, sarà molto difficile dimenticare la “normalizzazione” dei torturatori e assassini del Battaglione Azov, divenuti per Gramellini (citandone uno) “nazisti dalla parte giusta“. E la parte giusta, ovviamente, è la nostra, anche se è caratterizzata da imperialismo e genocidio.

 

Due anni fa chiudevamo così proprio un articolo sulla mancata celebrazione del Giorno della Vittoria, trasformato dall’UE in Giorno dell’Europa:
“Come ben sappiamo, una politica basata su riarmo, provocazione, populismo, nazionalismo e distruzione della memoria storica, porta prepotentemente verso una direzione, quella dell’autoritarismo di destra, anticamera dei più grandi disastri bellici ed umani.
Con questo l’occidente sta, pericolosamente, giocando la sua partita ad Est.

Consigliato, come ogni anno, l’articolo Come possiamo parlare di Memoria se la distruggiamo? – La rimozione della statua del Maresciallo Konev.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri di Loretta Napoleoni La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese di Giuseppe Masala La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo   Una finestra aperta L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo

L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google di Francesco Santoianni I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America? di Raffaella Milandri Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Papa "americano"? di Francesco Erspamer  Papa "americano"?

Papa "americano"?

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Lavoro e vita di Giuseppe Giannini Lavoro e vita

Lavoro e vita

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Il PKK si scioglie: la Turchia sconfigge (per sempre?) i nemici esterni di Michelangelo Severgnini Il PKK si scioglie: la Turchia sconfigge (per sempre?) i nemici esterni

Il PKK si scioglie: la Turchia sconfigge (per sempre?) i nemici esterni

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

8 e 9 Giugno. L'importanza dei 5 Referendum di Michele Blanco 8 e 9 Giugno. L'importanza dei 5 Referendum

8 e 9 Giugno. L'importanza dei 5 Referendum

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti