Atlantia. Ma perché tanti “rivoluzionari” invocano lo “Stato di diritto”?

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Fa davvero cadere le braccia vedere tanti “rivoluzionari” che, davanti alla tragedia di Genova, verosimilmente per attaccare il Movimento Cinque Stelle, invocano lo “stato di diritto”. Per capirci di più, soffermiamoci sullo “scoop” de “L’Espresso” che, nonostante cambi le carte in tavola, viene preso come buono nella cosiddetta “sinistra antagonista”.


L’articolo de L’Espresso (settimanale che, tanto per capirci, condivide i manager con quelli di Atlantia), sparando nel titolo “Crollo Ponte Genova, tiranti "ridotti del venti per cento": Ministero e Autostrade sapevano” suddivide le colpe di Atlantia con quelle del ministero ora diretto dai Cinque Stelle. Bufala ormai diventata un dogma. In realtà le cose non stanno affatto così. Intanto quel "ridotti del venti per cento" potrebbe non significare nulla. Essendo architetto, sono andato a spulciare alcuni libri di Tecnica delle costruzioni e ho trovato piena conferma di quanto riportato in un commento in calce all’articolo e cioè che, “Normalmente per le strutture come i ponti il coefficiente di sicurezza che viene considerato è pari a 3 - in altre parole la sezione dei cavi deve essere 3 volte (= 300%) la minima necessaria per "pareggiare" i carichi - pertanto tecnicamente una riduzione della sezione utile dei tiranti del 10/20% non pregiudica affatto la sicurezza ma indica la necessità di un intervento di rinforzo per tornare al coefficiente di sicurezza originale.” Non a caso l’articolo pubblicato da L’Espresso riporta il verbale di una riunione, tenutasi nel febbraio 2018, nella quale il Ministero delle Infrastrutture approvava il progetto di Atlantia inerente la sostituzione degli stralli corrosi. Sostituzione che avrebbe dovuto essere repentina, considerando l’inusuale rapidità con la quale Atlantia aveva tenuto le gare di appalto, ma che fu poi posticipata da Atlantia a dopo l’estate, verosimilmente per non perdersi i lauti guadagni garantiti dai pedaggi di tante auto nella stagione estiva.


Si, ma allora perché il ponte è crollato? Le indagini sono in corso è sono state avanzate solo ipotesi; la più convincente è che la situazione strutturale del ponte fosse molto più grave di quello riportato nelle documentazioni pubbliche di Atlantia. Atlantia (che aveva la totale responsabilità del monitoraggio e della manutenzione del ponte) cioè avrebbe dichiarato il falso (o sottaciuto dati certamente in suo possesso) configurando così un reato. Proprio su questo si basa la rescissione della Concessione alla quale sta lavorando il Governo che senza attendere una sentenza che potrebbe arrivare (così come è stato per il Vajont) tra trent’anni, davanti all’evidenza del reato, scioglie intanto la concessione e rimanda (eventualmente di trent’anni, quando ci sarà la sentenza) il pagamento di una eventuale penale. Cos’altro avrebbe dovuto fare il Governo? Rispettare alla lettera la Concessione, accettare il pagamento di una sanzione non superiore ai 150 milioni di euro (che non serve nemmeno a ripagare i danni immediati) e lasciare che fino al 2038 Atantia continuasse ad arricchirsi con altri 22,5 miliardi di euro?


Va da sé che contro questa coraggiosa - e, sotto certi aspetti rivoluzionaria - decisione del Movimento Cinque Stelle, fatta propria dal Capo del Governo e successivamente anche Salvini, si è scatenata tutta la stampa padronale e tutti i partiti (inclusa l’ala filo-berlusconiana della Lega) che temono, soprattutto, che questa decisione possa inficiare l’imminente piano di privatizzazioni imposto da Bruxelles.


Come già detto ci si sarebbe aspettato che i tanti della “sinistra antagonista” di fronte ad una iniziativa così “rivoluzionaria” del Governo, mettessero da parte il loro folle settarismo e lo incalzassero ad andare avanti. Così non è stato. Soffermiamoci, ad esempio, sulle sbalorditive dichiarazioni di Luigi de Magistris che (pur segnalando nel suo post le responsabilità della Lega che quella Concessione aveva votato) così si esprime su FacebookIn uno Stato di diritto la responsabilità di un fatto criminoso viene stabilita dalla magistratura nella sua autonomia ed indipendenza. Trovo grave che chi governa e detiene il potere ai massimi livelli – (…) consuma processi sommari trovando anche i “colpevoli” in relazione all’evento delittuoso additandoli al pubblico ludibrio per mere esigenze di bieco consenso.”.


Ma i Cinque stelle non hanno chiesto la galera o il patibolo per nessuno. Hanno solo avuto l’ardire di chiedere la revoca di una Concessione capestro che spero nessuno nella “sinistra antagonista” voglia ancora difendere. O forse questo significa “non rispettare lo Stato di diritto”?

 

Francesco Santoianni

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