Attentato a Trump: tutti i "misteri" ancora senza risposta
di Clara Statello per l'AntiDiplomatico
Mentre Donald Trump veniva consacrato candidato presidenziale alla Convention dei repubblicani a Milwaukee, l'FBI concludeva il controllo dei dispositivi elettronici del suo attentatore, Thomas Matthew Crooks. Dopo aver passato a setaccio la sua abitazione e i suoi archivi informatici gli investigatori non hanno rinvenuto alcuna traccia dell'intento di uccidere l'ex presidente e alla pianificazione dell'attentato.
L'analisi del cellulare, del computer e della cronologia al contrario mostrano le tipiche attività online di un ventenne un po' nerd, con la passione per la programmazione informatica e per i videogiochi. Neanche dagli interrogatori dei familiari e degli amici emergono prove. La CNN scrive che la totale mancanza di indizi ha colpito gli agenti. Manca il movente, politico o ideologico.
Nessun movente
Immediatamente dopo la sparatoria sono state diffuse fake news per avallare la pista politica. Falsa la notizia diventata virale sui social che indicava l'antifa Mark Violets, come il tiratore di Butler. Si trattava del giornalista sportivo italiano Marco Violi, vittima di un furto di identità. Falso anche il video in cui un giovane simile a Crooks afferma di odiare i repubblicani e Trump. Troll o depistaggi?
Piuttosto i suoi ex compagni di classe lo descrivono come "brillante ma silezioso", "super-intelligente", non politicamente schierato o addirittura conservatore. Secondo Reuters era registrato nelle liste elettorali dei repubblicani. Gli agenti non hanno riscontrato alcun linguaggio violento sui suoi profili social o segno di instabilità mentale. E' come se ad un certo punto, dal nulla, Thomas Mattew Crooks avesse preso il fucile AR-15 di suo padre e deciso di andare ad uccidere Donald Trump.
Il suo corpo è stato ritrovato con addosso una t-shirt del brand pro-armi di estrema destra "Demolition Ranch". La passione per le armi, Tom sembra averla ereditata dal padre, che possiede più di 20 armi registrate a suo nome e acquistate legalmente. Era iscritto al poligono di tiro Clairton Sportsmen's Club in Pennsylvania. Lì si era recato proprio venerdì, il giorno prima del comizio.
Sabato mattina aveva acquistato una scala di un metro e mezzo in ferramenta e poi una cinquantina di munizioni in armeria, ha riferito una fonte della CNN. Più tardi, quel pomeriggio, si è recato al luogo del raduno a Butler, con il piano di uccidere Donald Trump.
Come sia riuscito a strisciare su un tetto a circa 120metri dal palchetto del comizio, con un fucile d'assalto in braccio, eludendo la sicurezza (allertata dal pubblico), resta un mistero non meno inspiegabile del perché l'abbia fatto.
Un fatale fallimento della sicurezza
Il segretario alla Sicurezza Nazionale Alejandro Mayorkas ha ammesso che il tentato assassinio dell'ex presidente Donald Trump di sabato è stato "un fallimento" della sicurezza. "Non sarebbe dovuto accadere", ha detto alla CNN. Il presidente Biden ordinerà una revisione indipendente. Il Secret Service e la polizia, intanto, si rimpalano a vicenda le responsabilità.
Nell'area in cui Crooks ha agito la sicurezza avrebbe dovuto spettare alle forze dell'ordine. La polizia della Pennsylva però smentisce che fosse una sua competenza. Secondo la ricostruzione della CNN, una delle due squadre locali di cecchini avrebbe dovuto sorvegliare l'edificio su cui si trovava l'attentatore, secondo il piano operativo.
Gli sniper, invece, si erano posizionati proprio dentro quell'edificio, mentre Crooks si appostava per sparare al leader repubblicano, riferisce una fonte a conoscenza delle indagini. Erano di base al secondo piano e sorvegliavano la folla presente al raduno. La squadra di cecchini locali proveniva dall'Unità dei servizi di emergenza della contea di Butler.
I servizi segreti statunitensi invece affermano di non aver effettuato la pulizia dello stabile, in quanto si erano affidati alle forze dell'ordine locali per la sicurezza di quell'area
L'errore di coordinamento tra le due forze si è rivelato fatale per Corey Comparatore, un ex vigile del fuoco di origini calabresi, ucciso mentre con il suo corpo faceva da scudo alla figlia per salvarle la vita.
Il presidente del comitato di controllo della Camera, James Comer, ha ufficialmente programmato un'udienza per il 22 luglio sulla supervisione dei servizi segreti statunitensi e durante il tentato assassinio di Trump. Comer afferma che la direttrice del Secret Service Kimberly Cheatle sarà testimone all'udienza del comitato.
Utilizzate tre armi
Al momento non risulta alcuna affiliazione di Crooks a gruppi politici interni o esteri. Secondo le indagini dell'FBI, ha agito da solo, senza alcun complice. Le analisi forensi hanno stabilito che sul posto hanno sparato tre armi diverse durante il comizio di Donald Trump.
"I primi tre colpi erano compatibili con la presunta arma A, i successivi cinque con la presunta arma B e l'ultimo "impulso acustico" era stato emesso da una possibile arma C", rivela l'analisi acustica di Catalin Grigoras, direttore del National Center for Media Forensics presso l'Università del Colorado a Denver, e Cole Whitecotton, Senior Professional Research Associate presso la stessa istituzione.
Secondo l'esperto forense Robert Maher, gli stessi test confermano che l'uomo armato si trovavaa 120-150 metri dal podio quando sono risuonati gli spari.
Questi risultati alimentano le speculazioni cospirazioniste, in particolare quelle dell'auto-attentato, diffuse anche ad alti livelli. Il consigliere di uno dei principali donatori di Joe Biden, infatti, avrebbe scritto in e-mail ai giornalisti suggerendo una possibile messa in scena, per mostrare Trump come martire e consegnargli la vittoria elettorale alle presidenziali. Lo rivela la rivista Semafor, destinataria della missiva.
In realtà, però, questo è l'unico giallo su cui si può facilmente far luce, in quanto l'esame ha preso in considerazione anche i colpi di risposta. Oltre all'attentatore ha sparato almeno un cecchino dei servizi segreti. Il terzo tipo di proiettili appartiene alla squadra SWAT della polizia di Butler, che ha aperto il fuoco in risposta all'aggressore, secondo quanto riferiscono le fonti.
Rischio caos
Nonostante i dubbi sulle faglie nella sicurezza, la diffusione di speculazioni più o meno realistiche sulle dinamiche e il movente dell'attentato, la domanda principale da porre è su quanto reggerà l'America, già divisa da un elettorato sempre più polarizzato, sempre più orientato a considerare una minaccia esistenziale l'altra parte politica.
Un bollettino congiunto dell'intelligence rivela la preoccupazione delle autorità per possibili attacchi in rappresaglia all'attacco terroristico di sabato contro il comizio di Trump.
"L'FBI e il DHS restano preoccupati per il potenziale verificarsi di atti di violenza successivi o di ritorsione a questo attacco, in particolare considerando che alcuni individui in alcune comunità online hanno minacciato, incoraggiato o fatto riferimento ad atti di violenza in risposta al tentato assassinio", hanno affermato le agenzie in un bollettino pubblicato da Politico.
Molti commentatori hanno affermato che la guerra civili è stata evitata per due millimetri, tuttavia resta il rischio disordini ed esplosione di violenza. Non sarebbe la prima volta che il confronto elettorale tra Donald Trump e Joe Biden mette a rischio la coesione sociale di quella che viene definita "la più grande democrazia al mondo".