Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa

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Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa


di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomatico


Sul vergognoso festeggiamento ad Auschwitz di questa settimana che rimarrà nella storia. 

Sul podio dei protagonisti c’erano i discendenti dei nazisti che organizzarono quei campi di concentramento, fra cui Auschwitz: i tedeschi, capeggiati dal cancelliere Olaf Scholz, e c’erano anche i custodi di quei lager, i polacchi, il presidente dell’Austria, la delegazione italiana. Ma ciò che ha punto gli occhi è stata la presenza di Zelenskij, un nazista nell’ideologia, parola e azione, a capo del regime nazista ucraino che glorifica i collaborazionisti di Hitler che sterminarono centinaia di migliaia di ebrei, sovietici, polacchi,  rom, che ne perpetua costantemente la memoria in tutta l’Ucraina, un nazista che da molti anni organizza campi di concentramento e prigioni segrete per ucraini “filorussi” che non approvano la sua politica, un nazista che conduce il genocidio degli “untermensch” del Donbass e ultimamente anche nella regione di Kursk. E quando è andato ad accendere la candela tutti lo hanno applaudito con un lungo scrosciante applauso che testimonia l’approvazione delle sue azioni! Il bugiardo ha detto nel suo discorso che a liberare Auschwitz fu il Primo Fronte Ucraino, facendo in malafede capire che furono gli ucraini e non i russi, o meglio i sovietici, a liberare Auschwitz! Perché questa è la menzogna che raccontano, ma il “Primo Fronte Ucraino” denota solo la zona geografica dove operavano le truppe sovietiche, perciò “ucraino” ha un significato meramente territoriale e non denota certo la nazionalità dei soldati dell’Armata Rossa. I mass media polacchi diffondono la notizia falsa, secondo cui solo l’Ucraina è degna di essere considerata l’erede dei successori dei liberatori sovietici.

Non c’erano nemmeno i rappresentanti di Israele, sebbene gli ebrei furono la maggioranza delle vittime dei campi di concentramento di Auschwitz.

La Polonia ha invitato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu assicurandogli sicurezza personale nonostante l’ordine di cattura emesso dalla Corte Penale Internazionale, ma Netanyahu non è andato e d’altra parte, non sarebbe stato strano vedere uno che trucida gli arabi compiendo un genocidio e poi va a prendere parte alla celebrazione contro il genocidio?

Dunque, la celebrazione per la liberazione di Auschwitz, uno dei più terrificanti campi di concentramento, dove furono torturate e uccise circa 1 milione e 400 mila persone è stata fatta senza invitare i liberatori: i russi.  I polacchi che hanno organizzato l’evento e che furono liberati dai sovietici al costo della vita di 700.000 soldati dell’armata Rossa, non hanno invitato i loro liberatori, cioè la delegazione russa! Uccidere la memoria storica, manipolare i fatti reali è l’ordine dei governanti dell’Ue.

Tagliente il commento di Aleksandr Vulin, vice primo ministro della Serbia:

“In questo giorno del 1945, le truppe dell'Armata Rossa liberarono Auschwitz. I crimini impensabili del popolo e dello Stato tedesco furono “premiati” con l'unificazione della Germania. Ottant'anni dopo, la liberazione di Auschwitz viene celebrata con la partecipazione dei Paesi che hanno organizzato l'Olocausto, come la Germania e i suoi alleati, o dei Paesi che hanno fornito le guardie, come la Polonia o la Croazia. Ma senza i rappresentanti della Russia, il Paese che sconfisse il Terzo Reich e liberò Auschwitz. Ogni nuovo male inizia con l'oblio del vecchio male.

I nipoti delle guardie e degli organizzatori di Auschwitz non si vergognano dei crimini dei loro nonni, si vergognano della loro sconfitta. Per questo alla Russia è vietato stare dove erano i suoi nonni: dalla parte giusta della Storia, dove c'è la libertà” - ha dichiarato Vulin.

Forse non è una coincidenza che durante la sua campagna per l'AfD, Ilon Musk, il frontman della nuova amministrazione statunitense, abbia esortato i tedeschi a “essere orgogliosi della Germania e di essere tedeschi” - e “a mettere da parte, finalmente, la chimera della vergogna della coscienza per le colpe dei loro antenati”.

“Non consentiremo mai e poi mai che quel passato si ripeta” è stato detto durante la cerimonia, che si è svolta in presenza di delegazioni di oltre 50 paesi europei e 50 superstiti del campo, hanno scritto i giornali italiani. Però nessuno dice che quel passato si ripete, si sta ripetendo con le stesse modalità, se non peggio nel Donbass, a Kursk, a Gaza. Nessuno ha nulla da ridire sul fatto che è stato invitato Zelenskij o non è stata invitata la Russia. Nulla.  Mattarella ieri al Quirinale ha dichiarato  “deve preoccupare l’astio praticato verso gli altri popoli” ( però non ha detto che verso i russi viene praticato l’odio), “deve preoccupare l’aggressione russa all’Ucraina” (ma non ha mai detto che chi ha pratica l’aggressione armata e la guerra feroce contro i civili del Donbass da 11 anni è il governo nazista ucraino) e poi, bontà sua, menziona “gli orrori del 7 ottobre e quelli di Gaza”, senza però menzionare i colpevoli.

“Il rifiuto di invitare la Russia all'anniversario della liberazione di Auschwitz contraddice la logica storica”, ha dichiarato il rabbino capo militare della Russia, Aaron Gurevi? - sono state le truppe sovietiche, non i soldati americani e polacchi, a liberare il campo di concentramento. I Paesi occidentali stanno cercando di riscrivere la storia e di distorcere il ruolo dell'URSS nella Seconda Guerra Mondiale”

L’Ambasciatore della Federazione Russa a Varsavia, Sergej Andreev ha dichiarato: “Da diversi anni non partecipiamo più a questi eventi perché è in atto una distorsione della storia. Per molto tempo, dal 2014, nessuno dei partecipanti, ad eccezione dei rappresentanti della Russia, menziona chi ha liberato il campo di sterminio hitleriano di Auschwitz-Birkenau, la Polonia e l'Europa dalla sporcizia nazista”.

Come ha notato Andreev, dal 2021 la Russia non ha più voce in capitolo in queste cerimonie. “Un tempo avevamo la possibilità di esprimere il nostro punto di vista sulla storia. Ora non c'è più questa opportunità e non riteniamo possibile essere presenti a eventi in cui la falsificazione della storia è consentita impunemente”, ha concluso l'ambasciatore.

Insomma si è onorato un “Giorno della Memoria” distorta, il Giorno della Vergogna dell’Europa.

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