Australia, la dura repressione delle proteste anti-lockdown totalmente censurata
C’è un paese dove la cittadinanza che scende in piazza per protestare contro le misure governative adottate per fronteggiare la pandemia di Covid-19 viene brutalmente repressa dalle forze dell’ordine. Qualcuno rimarrà deluso, ma non si tratta di nessuno di quei paesi definiti come autoritari o dittatoriali dal complesso mediatico mainstream. Parliamo della democratica, civile e liberale Australia.
Nel paese dei Canguri le proteste vanno avanti senza soluzione di continuità dal venti di settembre. La stessa data in cui i lavoratori del settore edile scesero in piazza per manifestare contro l’obbligo di vaccinazione imposto dal governo ai lavoratori del loro settore.
A queste proteste la polizia australiana ha risposto con inusitata violenza. Commettendo veri e propri soprusi. In particolare nello Stato Victoria, dove c’è anche la capitale Melbourne.
Secondo quanto riporta il quotidiano ABC, al 3 di settembre la polizia del Victoria aveva emesso 1.762 multe per violazione del coprifuoco, per un totale di 2,9 milioni di dollari australiani (2 milioni di dollari statunitensi). Il quotidiano Age ha riportato che oltre il 10% delle multe sarebbe stato imposto in tre delle comunità più svantaggiate del Victoria, mentre le tre comunità più ricche del Victoria hanno subito solo il 2% delle multe. A luglio, dopo un aumento dei casi di Covid tra i residenti, le autorità del Victoria hanno improvvisamente bloccato completamente diversi complessi di edilizia residenziale pubblica per 14 giorni.
La legge internazionale sui diritti umani, come quella contenuta nel Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), riconosce che nel contesto di una grave minaccia per la salute pubblica, possono essere giustificate restrizioni su alcuni diritti. Ma tali restrizioni devono avere una base giuridica, essere strettamente necessarie, né arbitrarie né discriminatorie nell'applicazione, di durata limitata, rispettose della dignità umana, soggette a revisione e proporzionate al raggiungimento dell'obiettivo.
Il 18 settembre, la camera bassa del governo del Victoria ha approvato il Covid-19 Omnibus (Emergency Measures) and Other Acts Amendment Bill 2020. Il disegno di legge, se approvato dalla Camera Alta, estenderebbe i poteri attualmente concessi solo ai funzionari sanitari, a qualsiasi funzionario autorizzato per detenere preventivamente le persone che risultano positive al virus che causa il Covid-19 e che "probabilmente si rifiutano o non rispettano la direzione”.
Il 22 settembre, un gruppo di giudici in pensione e importanti avvocati ha scritto una lettera al premier vittoriano esprimendo il proprio allarme per le leggi proposte, definendole "senza precedenti, eccessive e soggette ad abusi".
"Dare agli ‘ufficiali autorizzati’ del Victoria il potere di detenere preventivamente le persone potrebbe fare più male che bene", ha detto Pearson. “Con il calo dei numeri di Covid-19 nello Stato, ora non è il momento per nuovi poteri di emergenza”.
E’ da notare, infine, come la gestione violenta delle legittime proteste del popolo australiano sia totalmente censurata dai nostri media. Se una repressione di tale portata e arbitrarietà rispetto alle motivazioni addotte dal governo accadesse in altri paesi, e non nella “civile” Australia, sarebbe l’apertura di tutti i giornali e i TG.
Intanto nella "civile" Australia le proteste vengono gestite così
— lantidiplomatico.it (@Lantidiplomatic) October 3, 2021
Se fosse Hong Kong ci aprirebbero i Tg italiani... pic.twitter.com/fN2u0Tnxgk