Avete trasformato la lotta all'omofobia in una barzelletta

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Avete trasformato la lotta all'omofobia in una barzelletta

Sino ai primi anni 2000 insultare qualcuno dando del "forcio"* o fare le battute contro le diverse tendenze omosessuali era qualcosa di corrente. Nessuno si scandalizzava. Negli ultimi 15-20 anni l'Italia le cose sono gradualmente cambiate. Persistono purtroppo alcune sacche di razzismo, in parte alimentate dai partiti di destra e in parte dai retaggi di una vecchia cultura retrograda. Si tratta tuttavia di fenomeni in netto calo destinati, mi auguro, a scomparire presto. 

Da anni, associazioni, intellettuali, docenti di ogni ordine scolastico e anche qualche politico serio si battono contro l'omofobia. Il loro è un lavoro silenzioso, quotidiano, molecolare, non sempre svolto nel migliore dei modi, ma è tutt'ora presente e i risultati si vedono. È infatti al loro sacrificio che andrebbe tributato un ringraziamento, ai professori delle scuole, agli operatori culturali, a quell'Italia civile e nascosta che ha combattuto contro i pregiudizi e non a un pagliaccio costruito dai media, le cui canzoni e pose mediatiche trasudano di esasperato classismo, di parossistico individualismo e in qualche caso anche di omofobia: chiedete a Tiziano Ferro ("Mi interessa che Tiziano Ferro abbia fatto outing / Ora so che ha mangiato più wurstel che crauti").

Come mostrano i giornali di oggi con pagine e pagine dedicate a questo opportunista arricchito, sempre dalla parte del potere, ben inserito negli ambienti milanesi e corteggiato dai grandi giornali, il successo contro l'omofobia viene ora cavalcato da chi vuole associare questo dato progressivo ad aspetti assolutamente regressivi.

Fedez incarna alla perfezione il tipo umano della narrazione neoliberale: ricco ma dall'aspetto maledetto, (apparentemente) creativo ma ben integrato nell'industria culturale, (apparentemente) trasgressivo ma sposato e padre, dall'aspetto virile ma dominato dalla figura femminile della moglie, culturalmente qualunquista ma impegnato, né di destra né di sinistra (come tutti quelli che stanno col potere), e poi ancora individualista, culture del privato (per ottenere le giuste entrature finanzia attivamente l'ospedale San Raffaele).

Ecco, quando esaltate Fedez state celebrando questa roba qua, vi state mettendo dalla parte di tutto ciò che questo personaggio rappresenta. State trasformando la lotta contro l'omofobia in una barzelletta. Delegate a gente come Fedez la responsabilità di combattere l'omofobia. E allo stesso tempo calpestate il lavoro dal basso compiuto dalla scuola, dalle associazioni e dagli operatori culturali che hanno veramente combattuto contro l'omofobia e che hanno portato a dei risultati straordinari. 

Poi certo, i comportamenti della Lega e dei fasci purtroppo persistono. Ma oggi risaltano più che in passato proprio perché stridono con i risultati ottenuti dal basso, dopo tanti anni di sacrificio.

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Paolo Desogus

Paolo Desogus

Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbonne Université, autore di Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema per Quodlibet.

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