Basta con l’Europa delle élite. Devono decidere i cittadini europei
di Michele Blanco
Tutti noi dobbiamo essere favorevoli all’affermarsi di un’idea di cittadinanza che si riconosce nei valori della Costituzione, che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e guarda ad un’Europa portatrice di una civiltà politica fondata sulla giustizia sociale e su un modello di sviluppo equo e sostenibile: in una parola, un’Europa lontana anni luce da quella odierna che la baronessa von der Leyen e le classi dirigenti attuali vanno ridisegnando snaturandone l’essenza profonda. Il compito e il ruolo più importante dell'Unione Europea, secondo i motivi fondamentali per cui è nata, sarebbe stato di cercare di evitare sempre la guerra e mediare per preparare la pace.
Tutto questo con il proposito di difendere i diritti umani fondamentali sia all’interno dell’Unione che nel resto del mondo, tanto da
avere l’autorità morale per essere mediatrice tra le nazioni in conflitto. Ma questo non si è verificato.
Oggi bisogna denunciare apertamente questa Unione Europea che vuole trascinare gli europei in una guerra senza fine con la Russia. I fatti sono questi: il presidente americano Donald Trump ha offerto in maniera ultimativa un piano di pace sull’Ucraina che è tutto favorevole a Vladimir Putin, il quale peraltro sta già vincendo la guerra sul campo e si prepara a una nuova offensiva nel periodo estivo. Il presidente ucraino Volodymir Zelensky e l’Unione Europea da parte loro hanno apertamente rifiutato l’offerta di Trump e vogliono proseguire il conflitto armato.
Il piano proposto da Trump prevede al primo punto che la Nato non accetterà l’Ucraina come suo membro; al secondo punto che la Crimea verrà riconosciuta formalmente come regione russa a tutti gli effetti e che i territori attualmente occupati dai russi rimarranno di fatto occupati dai russi e entreranno nella federazione Russa, prima o poi. Evidente che questo piano rappresenta la piena sconfitta dell’Ucraina e della politica di Zelensky, che ha sempre irresponsabilmente puntato a una impossibile “vittoria”, sulla Russia di Putin, che sembrava impossibile a tutti i commentatori seri e onesti fin dal primo momento.
Se Zelensky accettasse l’ultimatum di Trump dovrebbe ammettere di avere sbagliato tutta la sua politica ispirata dalle amministrazioni degli Stati Uniti “democratiche” infatti ha fatto in modo che l’Ucraina abbandonasse la sua neutralità, stabilita da accordi, di Minsk, firmati dall’Ucraina, per chiedere l’adesione alla Nato, che negli ultimi anni è diventata sempre più un’organizzazione bellica dichiaratamente antirussa, che ha fatto e provocato continue guerre illegali, e quasi sempre perse, in Serbia, Afghanistan, Iraq, Siria e Libia.
Zelensky ha così contribuito in maniera decisiva a sfidare il colosso russo, con il quale il suo paese aveva firmato chiari accordi, e a purtroppo sacrificato l’ intera Ucraina spingendola in una guerra che poteva e doveva essere evitata fin dall’inizio. Il problema è che ora la guerra è persa e c’è la resa finale dei conti. Come afferma Trump, Zelensky “può avere la pace, oppure può combattere per altri tre anni prima di perdere l’intero Paese”.
Mi sembra utile ricordare che il conflitto è iniziato nei primi anni 90. Fin dalla caduta dell’URSS la Nato a guida americana ha iniziato il confronto non pacifico con la Russia minacciando di accettare l’Ucraina tra i suoi membri, e quindi di portare i suoi missili alle porte della Russia, e sobillando e pagando i governi di Kiev perché rinunciassero alla neutralità militare; dopo il mascherato golpe dell’EuroMaiden e la cacciata del legittimo eletto democraticamente presidente, perché ritenuto filorusso, i vari governi filoccidentali di Kiev, finanziati lautamente da americani e europei, hanno abbandonato la neutralità fidando nell’appoggio armato della Nato e degli Stati Uniti d’America. La Nato ha cinicamente fatto credere ai governi ucraini di proteggerli direttamente dalla Russia, ma poi nella realtà ha anche sempre negato il suo intervento per evitare lo scontro diretto con Mosca, e quindi ha lasciato il campo libero all’intervento di Putin.
In pratica la Nato ha alimentato una guerra per procura tra America e Russia con il sangue degli ucraini. Per ragioni di sicurezza nazionale e per impedire l’ingresso di Kiev nella Nato Vladimir Putin ha deciso di invadere l’Ucraina e di infrangere il diritto internazionale, come del resto la Nato aveva più volte fatto come in occasione del bombardamento della Serbia e del riconoscimento del Kossovo; infine, nonostante il supporto in armi e in dollari e in euro del presidente americano Joe Biden e degli europei, la Russia è ormai prossima a vincere completamente la guerra, cioè a annettersi tutto il Donbass, dove la popolazione residente parla russo come prima lingua e da sempre sono filorussi.
Ora la Russia potrebbe, se la guerra continua ad oltranza, arrivare a conquistare territori dove la popolazione è assolutamente ucraina e addirittura arrivare ad Odessa e chiudere il Mar Nero all’Ucraina. Dopo centinaia di migliaia di inutili morti ucraine e russe, Trump, furbescamente, per non rimanere incastrato in un conflitto che non intende più sostenere e che potrebbe portare a uno scontro atomico, vuole chiudere la guerra con un piano di pace favorevole al suo amico Putin, nel tentativo di allontanarlo dall’alleanza con la Cina e magari di spartirsi, oltre le ricchezze ucraine, anche l’Artico.
L’Europa, con in prima fila Germania e Francia, rimane oggi schiacciata nella posizione più pericolosa che possa esserci, quella di volere continuare una guerra a oltranza che avrebbe dovuto evitare e che potrebbe portare alla sconfitta totale dell’Ucraina, o anche a rischi di utilizzo di armi nucleari.
La dirigenza europea sembra impazzita, oltre ad essere assolutamente incapace, basti pensare al paradosso è che i paesi europei, i dirigenti non il popolo, non vogliono la pace ma, incredibilmente vogliono partecipare ai negoziati. Inoltre la baronessa von der l’Europa vorrebbe che la pace fosse fatta alle condizioni poste dagli ucraini quando invece l’Ucraina ha perso la guerra e non ha più persone da mandare al massacro e la forza di difendersi. Ma è chiaro e è sempre stato cosi, che le condizioni di pace vengono dettate purtroppo dai vincitori e non dai vinti. Ora si tratta di capire se le condizioni di pace offerte da Trump potrebbero essere realisticamente modificate nel prossimo futuro a favore del popolo Ucraino, ma è assai dubbio che Zelensky potrebbe ottenere condizioni migliori se volesse proseguisse il conflitto. Le condizioni di Trump sono certamente negative per Kiev, ma, sembra evidente che andando avanti tutto potrebbe peggiorare ulteriormente.
E’ chiaro che riconoscere ufficialmente l’annessione della Crimea alla Russia è un brutto colpo per il diritto internazionale, ma il problema è che anche l’indipendenza del Kossovo dalla Serbia ottenuta con i bombardamenti è stato un colpo micidiale per il diritto internazionale. Malgrado questo tutti i paesi del G7, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Corea del sud, Arabia Saudita e Turchia, hanno riconosciuto il Kossovo indipendente, mentre al contrario tutti i paesi fondatori dei Brics, Brasile, Cina, India, Russia, Sud Africa, e anche Indonesia e Mexico, hanno rifiutato il riconoscimento formale, chiaramente rispettando così il diritto internazionale.
Purtroppo in nome della Unione europea l’Alto rappresentante per la politica estera, la estone Kaja Kallas, ha dichiarato che “L’UE non riconoscerà mai la Crimea come russa. La Crimea è l’Ucraina”. La Kallas è stata nominata da Ursula von der Leyen ma non è mai stata eletta da nessun cittadino europeo e dunque nella realtà rappresenta se stessa e la von der Leyen. Il problema è che neppure la tedesca Ursula von der Leyen, capo della Commissione UE, è stata mai eletta dai cittadini europei. La stessa Unione Europea è tanto più ipocrita considerando che in base al Trattato di Maastricht non ha nessuna competenza sulla politica estera europea, e conseguentemente la Kallas non avrebbe neppure diritto di parola. I paesi europei sono assolutamente indipendenti riguardo la politica estera e la difesa. Inoltre, cosa gravissima e disumana, la Kallas e la UE non hanno mai condannato i massacri indiscriminati e gli stermini di donne e bambini compiuti dal governo Netanyahu in nome della lotta al terrorismo di Hamas, contro tutte le norme del diritto umanitario e del diritto internazionale.
Il problema fondamentale è che l’Europa della "baronessa" von der Leyen potrebbe portare verso la guerra con la Russia e vuole riarmarsi senza avere mai tentato di negoziare con Putin.
In realtà la stragrande maggioranza dei cittadini italiani ed europei siano contrari alla guerra e all’aumento inaudito delle spese militari, preferendo in modo assoluto l’aumento delle spese in sanità, istruzione e sociali, ma i governanti europei e italiani fanno l’esatto contrario, tagliano le spese sociali e aumentano sconsideratamente le inutili spese militari.
Bisogna opporsi fermamente al riarmo dell’Europa che non ha mai voluto avviare negoziazioni e non vuole la pace. Non c’è difesa europea possibile senza una pace vera e duratura. Non cè Unione Europea senza la democrazia e il voto dei cittadini europei su tutte le questioni importanti.
È arrivato ora il momento di rispolverare il motto del filosofo Kant: "Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!" Sono felice di sapere che la maggioranza degli italiani usi la propria intelligenza e si dichiari contro la guerra e l'inutile riarmo.