Bce e la recessione autoindotta: l'Eurotitanic spiegato facile
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Come se non bastassero 27 anni di avanzi primari negli ultimi 30 anni per un totale di 968.26 miliardi di euro.
Come se non bastassero i 165 miliardi di euro di pizzo pagati negli ultimi 22 anni.
Come se non bastassero gli 800 Miliardi di fuga di capitali degli ultimi 7 anni.
Come se non bastassero i 2.753 miliardi di euro di interessi sul debito pagati negli ultimi 40 anni.
Come se non bastasse il 235% di poveri in più degli ultimi 17 anni.
Come se non bastasse il 10% di disoccupazione imposta.
Come se non bastasse il crollo del 12% dei salari degli ultimi 15 anni.
Come se non bastasse il 16,1% in meno di produzione industriale degli ultimi 20 anni.
Come se non bastasse tutto questo, Unione Europea ed Eurozona ci regalano anche una bella recessione inflazionistica autoindotta.
Autoindotta perché come abbiamo spiegato spesso dati alla mano, l’inflazione europea è dovuta prevalentemente alla crisi energetica.
Crisi energetica causata dalle folli politiche di “transizione energetica” prima (aumento dei costi dei permessi di emissione della CO2) e dalle sanzioni alla Russia (cioè al nostro maggior fornitore di gas, petrolio e carbone), poi.
Stesso discorso vale per la recessione che ha le medesime cause dell’inflazione a cui si aggiungono l’aumento dei tassi di interesse da parte della BCE e la fine dei programmi di acquisto dei Titoli di Stato (con l’Italia che deve rinnovare 500 miliardi di debito nei prossimi 2 anni).
Chiunque non metta al primo posto la rottura del vincolo esterno, in tutte le sue forme, è un nemico del Paese e dei lavoratori.