Generale Bertolini: "C'è il rischio di un'ulteriore frattura nella NATO"

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Generale Bertolini: "C'è il rischio di un'ulteriore frattura nella NATO"


Nell'ambito di un'intervista rilasciata a 'Il Sussidiario.net' , il generale Marco Bertolini, ex comandante di numerose operazioni speciali in Libano, Somalia, Kosovo e Afghanistan, offre una riflessione approfondita sulle relazioni transatlantiche e sull'impatto delle politiche del presidente statunitense Donald Trump sull'Unione Europea (UE) e sulla NATO. 

La strategia di Trump e le ripercussioni economico-militari  

Secondo Bertolini, l'attuale leadership statunitense sta esercitando forti pressioni sui Paesi NATO affinché destinino il 5% del PIL alla sicurezza. "Sta lavorando per avere la possibilità di un terzo mandato o per fare in modo che subentri Vance" dichiara il generale, riferendosi all'accelerazione delle promesse fatte da Trump durante la campagna elettorale.  

Bertolini chiarisce che questa richiesta non nasce da una genuina preoccupazione per la difesa europea: "Non che gli interessasse della nostra sicurezza, ma l'Europa era e continua a essere funzionale al contenimento di uno dei loro competitor, la Russia". Oggi, tuttavia, Trump chiede agli europei di aumentare le spese militari non per proteggerli, ma perché sa che essi saranno costretti a comprare tecnologia e armamenti prodotti negli Stati Uniti.  

Inoltre, aggiunge: "Trump vuole fare affari, ma con una visione del mondo diversa da chi lo ha preceduto. Non più l'unipolarismo statunitense, in cui si dialoga solo con i buoni, con i democratici, ma un multipolarismo che tiene conto della Russia, della Cina, dell'India".


Le divisioni all'interno della NATO  

La richiesta di un aumento delle spese militari rappresenta un punto di frattura significativo all'interno della NATO. "Il 5% è insostenibile anche dall’economia tedesca, che, nonostante la recessione che sta attraversando, resta la prima a livello europeo", afferma Bertolini.  

L'Alleanza Atlantica è già stata messa sotto tensione dalla guerra in Ucraina, dalla posizione indipendente della Turchia e dalle distanze prese dall'Ungheria di Orban. Il generale mette in guardia: "C’è il rischio di una frattura ulteriore [...] La NATO ha cominciato a spaccarsi già con la guerra in Ucraina". Anche l'atteggiamento aggressivo di Trump verso la Danimarca riguardo alla Groenlandia e verso il Canada contribuisce ad allargare le distanze fra USA ed Europa. 


Le sfide dell'unità europea  

Bertolini evidenzia come l'Unione Europea sia incapace di trovare un'identità unitaria, soprattutto dal punto di vista militare e geopolitico. "All'Europa manca un De Gaulle che possa concentrare su di sé l'attenzione", dichiara. Le differenze interne sono profonde: "La Germania è lontana dalla Polonia, con la sua russofobia; la Francia sta ancora piangendo per l’impero perduto nel sud del Sahara".

Inoltre, l'esclusione dell'UE dalla trattativa per l'Ucraina potrebbe accelerare la crisi dell'organizzazione. "Se Bruxelles non riesce a farsi ascoltare, la sua credibilità sarà incrinata," avverte Bertolini. La proposta di Kaja Kallas, alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, di inviare truppe in Ucraina appare come "un tentativo fuori tempo massimo" per ritagliarsi uno spazio in una situazione dominata da russi e statunitensi. 

La proposta del 2% come possibile compromesso  

Nonostante le tensioni, Bertolini ritiene che un compromesso plausibile potrebbe essere raggiunto intorno all'obiettivo del 2% del PIL destinato alla difesa. "Secondo me, un buon compromesso potrebbe essere il 2%, riuscire a portare tutti a questo livello sarebbe un grossissimo risultato". Tuttavia, anche un simile incremento avrebbe conseguenze significative sugli equilibri interni degli Stati membri: "Per l'Italia sarebbe un sacrificio enorme, che comporterebbe sacrifici in altri settori come la sanità, l’istruzione, i trasporti".

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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