Biden proroga l’ordine: il Venezuela ancora “una minaccia alla sicurezza" Usa

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Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha prorogato per un altro anno l’ordine esecutivo che dichiara il Venezuela “una minaccia” alla “sicurezza e alla politica estera” della nazione nordamericana, secondo quanto riferito dalla Casa Bianca.

Nel 2015, Washington ha firmato un decreto che dichiarava lo stato di emergenza nazionale nei confronti dello Stato venezuelano. In quel documento si denunciano “l’erosione delle garanzie dei diritti umani, la persecuzione degli oppositori politici, la restrizione della libertà di stampa, l’uso della violenza e le violazioni e gli abusi dei diritti umani in risposta alle proteste antigovernative, gli arresti arbitrari di manifestanti e la presenza sempre più esacerbata di una significativa corruzione governativa”.

Tali circostanze, secondo l’amministrazione Biden, continuano a “rappresentare una minaccia insolita e straordinaria alla sicurezza nazionale e alla politica estera degli Stati Uniti”.

Il Venezuela, da parte sua, ha condannato la decisione dell'amministrazione Biden di prorogare per un altro anno la dichiarazione secondo cui il paese caraibico rappresenta una "emergenza" per gli Stati Uniti, sottolineando che con essa Washington cerca di giustificare una campagna di aggressione.

"Il Venezuela respinge con forza il rinnovo dell'ordine esecutivo che dal 2015 è stato utilizzato per giustificare una prolungata campagna di aggressione contro il popolo venezuelano, violando tutte le norme del diritto internazionale, il che rappresenta un caso di punizione collettiva", si legge in un comunicato diffuso dal ministro degli Esteri di Caracas, Yvan Gil.

Il governo del presidente venezuelano Nicolás Maduro ha sottolineato che, con l’estensione della misura, gli Stati Uniti dimostrano di non essere in grado di elaborare una politica estera coerente.

"Avendo avuto l'opportunità di correggere gli errori e le ingiustizie del passato che hanno leso anche i suoi stessi interessi, la Casa Bianca sceglie di continuare ad applicare il suo terrorismo economico attraverso le sue oltre 930 misure contro il nostro Paese", sottolinea il comunicato.

Allo stesso modo, viene affermato che la crisi dell’immigrazione è una conseguenza diretta e immediata delle sanzioni e dei blocchi economici e finanziari imposti dal governo degli Stati Uniti.

"Non ci si può aspettare altro da un governo che normalizza e banalizza il genocidio contro il popolo palestinese o che è indifferente alla progressiva perdita dei diritti civili delle sue minoranze", indica il documento.

L’ordine esecutivo prevede sanzioni e restrizioni sui visti per diversi alti funzionari dell’intelligence e della sicurezza venezuelana. Dal 2015, più di 900 sanzioni hanno pesato sul Venezuela, causando una diminuzione del reddito del 99%, secondo quanto denunciato con dati alla mano dal governo bolivariano. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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