Bielorussia, quando l'americana Usaid inizia con le lezioni di democrazia...

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di Fabrizio Poggi
 

Ormai da un po' di tempo, anche se con fasi alterne, si parla di un'attenzione particolare dedicata da alcuni circoli americani alla Bielorussia di Aleksandr Lukašenko.


Dopo le manifestazioni di strada dei mesi scorsi, in particolare contro il cosiddetto “Decreto sui parassiti” (http://contropiano.org/news/internazionale-news/2017/03/18/russia-bielorussia-alleati-strategici-partner-commerciali-090026) e alcuni botta e risposta tra Minsk e Mosca, ecco che ora si torna a mettere il dito su quelle che a Mosca chiamano le “riforme da manuale”, secondo il “corso sulla democrazia” che Washington impartisce a funzionari e attivisti bielorussi.


Se in occasione delle elezioni presidenziali del 2015, scrive la russa RT, l'americana USAID (United States Agency for International Development) aveva sostenuto la “democrazia” bielorussa con appena 46 milioni di dollari, ora la stessa Agenzia ha messo a punto i dettagli per il “piano quinquennale” di istruzioni sulla democrazia nella repubblica ex sovietica. E' previsto che tra il 2017 e il 2022 circa 300 attivisti e funzionari statali seguano corsi periodici di formazione in USA su “l'avanzamento della democrazia”, secondo “un programma interdisciplinare di scambio della Community Connections per l'assistenza agli stati stranieri” che, tra il 2005 e il 2016 ha già “istruito” 600 attivisti bielorussi.


Per i cittadini e i funzionari statali, evidentemente giudicati a Washington a digiuno di democrazia, sono previsti corsi “sulle pratiche democratiche e i valori del libero mercato, come pure l'impulso a dirigere la loro attività alle riforme economiche e sociali in Bielorussia”. Insomma: una nuova “ploshcha”, l'equivalente più o meno esatto dell'ucraina “majdan”.


L'USAID ha già indetto il tender per l'affidamento a una società appaltatrice del compito immediato di selezionare i bielorussi da inviare negli Stati Uniti per essere istruiti alla democrazia. La società vincitrice dell'appalto dovrà garantire che, prima di attraversare l'Oceano, gli attivisti siano già stati messi a parte di “conoscenze e competenze, acquisite durante lo stage in loco con l'utilizzo di strumenti appositamente studiati nei laboratori di pianificazione". A fine corso, esperti yankee terranno una serie di conferenze, per ciascuna delle quali si prevede di investire qualcosa come centomila dollari: una quisquilia, rispetto anche solamente ai 128 milioni di dollari spesi in corsi di “istruzione” per cittadini bielorussi negli ultimi cinque anni.


Secondo la russa RT, 11 agenzie sarebbero per ora nella lista delle potenziali appaltatrici; tra queste, Performance Consulting International (tra i suoi “istruiti”, funzionari di Easyjet e Mastercard) e Softmath Consultants LLC.


RT ricorda come la USAID sia attiva in Bielorussia dal 1999, ma per le restrizioni imposte da Minsk, alcune organizzazioni di opposizione locali abbiano trasferito le proprie sedi in Polonia o nei Paesi baltici, da dove coordinano le attività sul territorio bielorusso. 


Per il momento, a parte alcuni screzi e toni un po' fuori dalle righe tra Russia e Bielorussia, e nonostante isolati scambi di cortesie tra Minsk e Kiev, “l'ultimo dittatore d'Europa” Aleksandr Lukašenko sembra aver fatto tesoro della tragica esperienza del 2014 ucraino e della marcata indecisione di Viktor Janukovi? a impartire lezioni di autentica democrazia antigolpista agli stagisti della USAID.

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